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Per l'anno scolastico 2014 proponiamo a tutti gli inseganti l'ebook 'Tablet a scuola: come cambia la didattica' scritto da Carlo Mazzucchelli. Seguiteci anche attraverso la nostra rivista digitale Flipboard dedicata alla scuola.
Buongiorno, la vostra scuola è stata recentemente inserita tra le 22 eccellenze educative nazionali per le sperimentazioni e i progetti di innovazione della didattica anche attraverso le nuove tecnologie ed è protagonista del movimento delle Avanguardie Educative. Ci può raccontare la visione e le iniziative che hanno portato a questo protagonismo e risultato?
L’idea di sperimentare nuove strategie didattiche è nata dalla percezione di un profondo senso di inadeguatezza della scuola nei confronti delle nuove generazioni, abituate a nuovi stili comunicativi, molto diversi da quelli utilizzati nella didattica tradizionale, trasmissivi, con i ruoli dei docenti e degli studenti ancora tipici della scuola dell’Ottocento: docente in cattedra, a volte ancora su una pedana, alunni schierati nei banchi in file parallele difronte alla cattedra quasi a segnare fisicamente una distanza generazionale incolmabile. Così quattro anni fa abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato ad innovare e che, nel tempo, ci ha permesso di far parte delle” Avanguardie educative” grazie al lavoro dei docenti , della segreteria e dei collaboratori del dirigente.
Lo spunto nasce a Milano nell’aprile 2011 dopo la partecipazione ad un seminario di formazione sulle innovazioni didattiche rese possibili dalle ICT. Relatrice dell’evento era la professoressa Dianora Bardi, docente di Italiano e Latino al Liceo Scientifico Lussana di Bergamo, che nell’occasione raccontò le sue lezioni in classe: studenti divisi in gruppi di lavoro in cui ciascuno aveva un preciso ruolo, cooperative learning, uso del tablet per connettersi e ricercare fonti ed informazioni nel web, ricca biblioteca di classe costituita grazie ai libri di docenti ed alunni, libri di testo che non sono più indispensabili, scambio di materiali tra docenti ed alunni anche attraverso la posta elettronica, didattica peer to peer, realizzazione di ebook disciplinari, flipped classroom. In sostanza un mondo nuovo, una scuola nuova in cui le aule diventano laboratori attivi con i banchi disposti ad isole e non più in fila, in cui i docenti riescono ad attrarre i propri studenti coinvolgendoli nella costruzione dei loro apprendimenti, in cui gli studenti grazie alle personali competenze tecnologiche riescono ad “aiutare” i loro docenti, sicuramente meno o poco competenti con le ICT.
Da questa esperienza si concretizzò la possibilità di una nuova modalità di fare scuola: così a maggio 2011 è partita l’avventura del nostro istituto, con la costituzione di una rete di scuole del territorio per ridurre i costi per la formazione , con seminario formativo con la professoressa Bardi e ricercatori delle Università di Macerata, Firenze, Urbino, con i docenti che iniziano ad appassionarsi al nuovo metodo.
Non sono certo mancate le difficoltà: prime tra tutte quelle economiche, per trovare fondi per l’acquisto dei tablet, poi il dubbio su come orientarsi nella giungla dei prodotti disponibili nel mercato; ancora di più la conformazione della classe di prima media sulla quale avevamo deciso di puntare anche per rivalorizzare un plesso in cui le iscrizioni erano arrivate al minimo storico: 19 alunni, con tre casi h, un DSA di grado severo, 8 stranieri, uno dei quali privo completamente di competenze linguistiche in Italiano. In sostanza uno scenario che avrebbe scoraggiato chiunque, invece a luglio la decisione di partire per l’avventura che da allora, anno dopo anno e sino ad oggi, ci ha visto crescere e arrivare a questi risultati:
- 6 classi digitali e una cl@sse2.0 nella scuola media di primo grado, due seconde classi digitali nella primaria, ipad forniti dalla scuola gratuitamente agli alunni,
- docenti formati che utilizzano lo spaced learning, la didattica per scenari, il debate accanto alla didattica tradizionale, tanto per citare le più significative strategie;
- progetti finalizzati all’integrazione e all’innovazione, valutati positivamente e finanziati da fondazioni e Enti locali,
- riconoscimenti da MIUR e TELECOM per progetti ed interventi a favore degli alunni con disturbi specifici di apprendimento;
- da quest’anno la scuola è diventata polo formativo di IMPARADIGITALE per la regione Marche.
Ci può raccontare qualcosa della vostra scuola e di cosa la caratterizza dal punto di vista della didattica e della visione del ruolo dell'educazione per il futuro delle nuove generazioni?
La scelta della Scuola di introdurre le ICT nella didattica è di fondamentale importanza per i futuri cittadini perché tali strumenti facilitano negli alunni l’acquisizione di quelle competenze riconosciute dall’Unione Europea come idee chiave nell’educazione permanente dell’individuo che sono indispensabili per una partecipazione attiva alla vita sociale, economica e lavorativa.
Cosa pensa delle nuove tecnologie e che tipo di relazione intrattiene con esse nella sua vita individuale e professionale?
Le ICT hanno segnato la nascita di una diversa società attraverso una nuova rivoluzione economica e sociale, fondata sulla comunicazione, in cui il “potere” è legato indissolubilmente alla possibilità di avere e scambiare informazioni in tempo reale: per questo nel lavoro è fondamentale disporre di tecnologie efficaci e di connessione sempre più veloce. Senza contare che il processo di dematerializzazione nelle pubbliche amministrazioni obbliga ad utilizzare procedure telematiche in tutti i settori.
Nella vita privata mi risulta impensabile l’idea di non poter contare su smartphone e applicazioni social.
E’ favorevole all’introduzione di tablet e applicazioni mobili in aula?
A questo punto credo sia evidente la mia posizione nei confronti dell’uso dei tablet in classe; vorrei però precisare che le tecnologie informatiche non devono essere al centro della didattica, né risultare “invasive”, ma devono essere quello strumento in più, da affiancare ad una pluralità di mediatori didattici, che, grazie alle proprie caratteristiche, permette di realizzare una didattica innovativa, che rende possibile la personalizzazione degli apprendimenti, favorisce il lavoro collaborativo, riesce a motivare gli studenti utilizzando un approccio comunicativo più vicino alla loro vita, rende disponibili al confronto e al dialogo con gli altri nel rispetto delle diversità.
Aggiungo che l’utilizzo dei device a scuola educa lo studente ad usarli in modo critico, distinguendo i momenti di lavoro da quelli più ludici.
Fonte: bizlive.vn
Secondo alcuni la scuola italiana è ricca di risorse, professionalità e competenze ma è mal organizzata e soprattutto incapace di sfruttare le nuove tecnologie. Lei cosa ne pensa? Quali potrebbero essere, secondo lei, le strategie e i programmi da implementare?
Condivido l’opinione che la scuola sia ricca di risorse (non economiche, anzi quelle sono particolarmente carenti, tanto che ogni volta dobbiamo inventarci il modo di reperire finanziamenti), professionalità e competenze. Non credo sia male organizzata; secondo me quello che manca è la passione per lavoro, alcuni docenti sono come i nostri alunni che hanno bisogno di motivazioni.
Le app migliori del 2023 tra riconferme e novità
Gioverebbe un contratto che valorizzi l’impegno, con progressioni sia di carriera che economiche, che veda l’aumento dell’orario obbligatorio di servizio con ore funzionali (ovviamente con un adeguato riconoscimento economico per il lavoro in più), dedicate alla programmazione all’interno dei Consigli di Classe ( attualmente in media un’ora al mese per ogni classe) e alla formazione in collaborazione con le Università.
Un’importante occasione di crescita professionale è rappresentata dalla possibilità di visitare altre scuole, sia in Italia che all’estero ( norma da inserire nel contratto)
Se ha sperimentato il tablet in classe ci può raccontare alcuni dei progetti realizzati?
Per questa domanda mi sono fatta aiutare dalla prof.ssa Catia Curina; troverà tutte le informazioni tecniche di seguito.
- Usiamo l’Ipad e per la creazione di libri digitali IBook Author, Sistema operativo IOS.
- Abbiamo varie modalità di utilizzo: attraverso il server, le app i tool in rete. Uso attraverso il server: il docente inserisce nel server ( a cui accede con password) i materiali (testo, ppt, video, ecc) sui quali gli alunni lavorano a casa o a scuola, individualmente o in gruppi cooperativi (anch’essi accedono al server con una password). Gli alunni possono inviare il lavoro svolto attraverso la posta elettronica istituzionale e il docente in tempo reale più correggere e inviare il lavoro corretto all’alunno.
- Le app: le più usate sono:
- keynote (gli alunni al termine di un’UDA realizzano un keynote, cioè una presentazione che riassuma i temi affrontati; il keynote è utilizzato anche per preparare interrogazioni); Pages: per scrivere testi (rielaborazioni di varie fonti, commenti, argomentazioni, ecc);
- Imovie: in genere si usano i trailer: si chiede all’alunno di realizzare un trailer su un argomento al posto della verifica scritta: scegliere immagini adatte e didascalie pertinenti è un lavoro molto complesso, che richiede conoscenza dell’argomento e competenza tecnologica;
- explain everything: l’insegnante prepara dei video con immagini commentate dalla propria voce su argomenti di studio; i video vengono inviati agli alunni che studiano a casa con l’ausilio dei materiali prodotti dal docente. I video si possono usare anche per attività di flipper classroom.
- Simple mind: per realizzare mappe mentali prima di affrontare un argomento per verificare le conoscenze pregresse.
- comic life: per realizzare fumetti o fotoromanzi. La abbiamo usata per un lavoro su Romeo e Giulietta. Dopo aver studiato la vicenda, abbiamo diviso in sequenza la storia e per ogni sequenza abbiamo deciso la scena più significativa . Con le foto dei ragazzi che si sono improvvisati attori abbiamo realizzato il fotoromanzo con le scene più significative per ogni storia ei relativi testi dei fumetti.
- Fotocamera: si usa,per esempio, quando si affronta la descrizione in italiano per fare la differenza tra descrizione oggettiva, soggettiva.
- Il viaggio di Ulisse: app interattiva sull’Odissea. Prima si affronta il poema con la app e poi si passa la testo poetico (a questo punto molto più comprensibile e motivante).
- Audionota: per registrare letture, interpretazioni, spiegazioni, recensioni, ecc.
- Ibook author: per la creazione di ibook interattivi. Al termine di argomenti complessi. Possono essere inseriti video, audio, testi, immagini interattive, ppt, verifica alterni del capitolo, ecc. In genere la classe è divisa in gruppi e ogni gruppo si occupa di un capitolo relativo all’argomento di studio,scegliendo immagini, realizzando testi, mappe, video, ecc.
- I tool usati:
- blendspace: il docente, dopo aver creato una classe virtuale, prepara una lezione multimediale con video, testi, audio, ppt, ecc e una verifica finale sull’argomento in questione. Gli alunni in gruppo o individualmente esplorano la lezione e individualmente affrontano il test. a questo punto sia l’alunno ha il fedd back immediato: conosce subito le risposte errate e quelle giuste; il docente può tabulare le risposte esatte di ciascun alunno oppure visionare quante risposte giuste e quante errate per ogni domanda. Anche gli alunni possono creare le lezioni che poi espongono alla classe con blendspace: le loro lezioni sono per me delle interrogazioni.
- PADLET: è una specie di bacheca virtuale dove contemporaneamente alunni e docenti possono scrivere: si usa per il brain-storming.
Come giudica le reazioni degli studenti?
Gli studenti hanno risposto in maniera entusiastica all’utilizzo dei tablet in classe, specialmente quelli in genere più demotivati o in difficoltà, perché hanno la possibilità di essere protagonisti nella costruzione dei loro apprendimenti; ancor più sono consapevoli di poter acquisire competenze digitali e comunicative fondamentali nella vita quotidiana e lavorativa.
La tecnologia sta cambiando la scuola così come la vita delle persone. Effetti e risultati non sono facilmente prevedibili, soprattutto dal punto di vista cognitivo e dell’apprendimento di nuove conoscenze. Secondo lei quale futuro ci aspetta?
In questo nostro percorso, grazie all’adesione alla rete IMAPARADIGITALE, abbiamo avuto la possibilità di collaborare con l’Università Bocconi di Milano che , per due volte all’anno in occasione del termine dei quadrimestri, analizza i risultati degli apprendimenti degli alunni delle classi “innovate” e li confronta con quelli delle classi tradizionali.
Dal punto di vista statistico i risultati non possono essere ancora significativi, considerato che il monitoraggio è relativo a tre anni e alle sole scuole aderenti alla rete, tuttavia i dati emersi sono incoraggianti (si è riscontrato un miglioramento nelle performance degli studenti più “pigri” e nelle discipline di tipo umanistico- letterario) e inducono a continuare nel cammino intrapreso.
Quest’anno vogliamo puntare al coding, dalla scuola dell’infanzia a quella secondaria, per promuovere il pensiero computazionale e lo sviluppo della logica (stiamo cercando finanziamenti per la formazione!)