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Tablet a scuola: come cambia la didattica

Tablet a scuola: come cambia la didattica

13 Dicembre 2014 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Capitolo 5

Tablet, Social Media e apprendimento informale

(Il libro Tablet a scuola: come cambia la didattica è stato pubblicato nel febbraio del 2014 nella collana Technovisions di Delos Digital)


Per comprendere meglio la rivoluzione in corso e i cambiamenti che le nuove tecnologie stanno producendo nella didattica e nell’apprendimento scolastico, è utile fare una breve digressione e riflessione sul ruolo dell’apprendimento informale. 

La riflessione è resa necessaria dal ruolo che il boom dei social media, dei dispositivi mobili e dalla loro capacità di farci vivere online esperienze di vita virtuali e parallele capaci di condizionare il nostro modo di apprendere. Una modalità di apprendimento, che avviene interagendo online e virtualmente con altre persone, contesti e situazioni e che nessuno, o quasi, mette più in discussione. E' una forma di apprendimento che nasce e si sviluppa al di fuori delle classi scolastiche e delle aule universitarie, nella vita reale di tutti i giorni e in ambienti tra loro diversi. 

Pervasività di social media e dispositivi mobili

I social media, con la loro componente di socialità e interattività, sono sempre più pervasivi. Nell’era dei dispositivi mobili, tablet e smartphone, e APP, buona parte della vita delle persone avviene online. Sempre più persone usano Internet , per raccogliere informazioni, e per frequentare ambienti comunitari e social network disposte a collaborare ed a scambiare conoscenza e conoscenze. Tutto ciò è diventato possibile e molto più facile grazie all'avvento delle nuove tecnologie 2.0.

La diffusione dei social media ha implicazioni ed effetti contingenti in molti ambiti sociali e lavorativi ed interessa il mondo dell'educazione e della formazione nella sua componente di 'formazione informale'. Una formazione diversa da quella formale, che avviene solitamente all'interno di aule scolastiche e universitarie, e che nasce dal bisogno di trovare risposte personali ai propri interessi e/o bisogni. Una formazione che avviene spesso attraverso strumenti e gadget tecnologici (chat room, videogiochi, TV, media digitali, ecc.) di intrattenimento e gioco percepiti dalle istituzioni scolastiche come non adeguate alla didattica e all’apprendimento ma che ormai fanno parte integrante della vita individuale, sociale e culturale degli studenti.

La nuova realtà pone agli insegnanti nuove sfide e problematiche di tipo metodologico e concettuale (quali teorie pedagogiche adottare?) e impone una riflessione seria sul ruolo, i metodi e le pratiche  dell’apprendimento informale ‘mediato’ tecnologicamente, dentro e fuori dalla istituzione scolastica.

Apprendimento informale

Quando una persona ha bisogno di conoscere qualcosa comincia a porre domande. Porre domande le cui risposte non sono conosciute è il punto di partenza di ogni forma di apprendimento. Nella vita reale ciò avviene dall’incontro con persone reali. Nella vita tecnologica e digitale, che caratterizza la nostra società, ciò avviene sempre di più attraverso l’uso di motori di ricerca come Google, biblioteche online come Wikipedia ma soprattutto frequentando social networks e utilizzando le funzionalità di dispositivi mobili che, per le loro caratteristiche fisiche e dimensionali, possiamo portarci sempre appresso e usare per interagire e comunicare con tutti.

Punto di partenza di una riflessione sull’apprendimento informale è l’osservazione di come i ragazzi interagiscano oggi con la tecnologia in ottica di apprendimento. La riflessione è necessaria sia per conoscere le attività emergenti da questa interazione sia per comprenderne la diversità da modalità di apprendimento tradizionali e convenzionali. Probabilmente le modalità di apprendimento e il modo con cui trasferiamo conoscenze e fatti da una esperienza ad un’altra non sono mutate. Le nuove tecnologie hanno però cambiato la natura e lo scopo dell’apprendimento andando a definire nuovi modi con cui imparare conoscenze tradizionali ma anche nuove competenze e skill.  

Quando si parla di apprendimento informale ci si riferisce a: 

  • Apprendimento che avviene al di fuori dei luoghi preposti alla formazione e che nasce da interessi personali e attività sociali di individui e di gruppi che non possono essere definite di formazione
  • Attività di apprendimento che avvengono al di fuori di un’aula come discussioni, presentazioni, suggerimenti.
  • Situazioni che servono a fornire risposte a bisogni impliciti ed espliciti o a soddisfare specifici interessi e curiosità
  • Corsi o incontri di formazione brevi organizzati per fornire in modo informale e flessibile risposte a bisogni e interessi specifici
  • Apprendimento che avviene in posti di lavoro o di studio e all’interno di comunità di pratica

Questo tipo di interazione genera un apprendimento informale diffuso che aiuta a superare barriere fisiche e temporali e suggerisce un ripensamento dei concetti e delle idee che sostengono il nostro modo di pensare alla educazione, anche scolastica.

Il tema dell’apprendimento informale è stato oggetto per anni di valutazioni e opinioni controverse pertinenti alla sua validità. Oggi nessuno mette più in dubbio la sua rilevanza, non solo come forma inferiore di apprendimento utile a preparare gli individui ad un apprendimento formale, ma soprattutto per la sua capacità di generare nuove abilità e di farlo creativamente in collaborazione con altri.

Attraverso l’apprendimento informale, gli individui acquisiscono conoscenze, skill, competenze e informazioni in contesti diversi (casa, lavoro, gioco), da amici e parenti, da viaggi e letture, dalla televisione o dalla radio. Il ruolo dell’apprendimento informale (educazione informale) è fondamentale nel far emergere la conoscenza tacita e nel trasformarla in conoscenza sociale attraverso situazioni sociali e distribuite.

Social Media

Il termine social media è utilizzato comunemente per definire ambiti diversi ma tra loro simili per funzionalità e caratteristiche: blog, wiki, social networks, Facbook, Twitter, La stessa terminologia serve a descrivere ambienti tecnologici 2.0, learning 2.0, di collaborazione e co-creazione di valore e di conoscenze, di contenuti generati dagli utenti ecc.

La rivoluzione dei social media non avviene lentamente ma la sua capacità 'disruptive' è tale da modificare costantemente e radicalmente sia il lato dell'offerta che quello della domanda. Ciò che viene richiesto è la capacità di adattamento continuo e di farlo rapidamente. Questa capacità si sviluppa grazie alla frequentazione e l'uso di strumenti sociali che facilitano l'interazione, la comunicazione e la collaborazione.

I social media diventano strumenti importanti per l'apprendimento informale e sociale, per la condivisione di nuove idee e conoscenze e per la soluzione collaborativa di problemi (problem-solving) perchè sono strumenti online senza barriere geografiche e/o temporali. I social media giocano ruoli diversi ma entrambi importanti nell'apprendimento. Sono strumenti perfetti per quello informale e implicito e lo sono anche per quello formale nel loro essere applicazioni tecnologiche utilizzabili in contesti di formazione istituzionale in classe.

Apprendimento informale nella vita reale e online

L'apprendimento informale nasce quasi sempre da una domanda e dalla ricerca di nuove informazioni e conoscenze e avviene sul posto di lavoro come a casa. Se il contesto nella vita reale è il posto di lavoro, il salotto di casa o il tavolo da cucina, l'autobus, il treno o l'auto, ecc., in quello online i nuovi contesti sono determinati dalla parte abitata della rete e dai luoghi frequentati e sociali come i social newtork.

Forum, discussioni, blog, mailing list e wiki sono tutti strumenti  importanti per un apprendimento informale perchè offrono l'opportunità di porre domande, di condividere riflessioni e conoscenze, di risolvere problemi, di dibattere argomenti  e approcci, ricevere risposte e informazioni utili e molto altro.

Le esperienze condivise e le relazioni che si instaurano all'interno di uno spazio di discussione facilitano lo sviluppo di conoscenze condivise (il risultato è maggiore della somma delle parti  e fanno nascere partecipazione e collaborazione.

I social network hanno una loro fisicità, offrono uno spazio online sempre disponibile al quale gli associati possono rivolgersi così come farebbero con una biblioteca o libreria. In questi spazi, gli individui possono trovare risorse e strumenti utili alle loro ricerche e alla soddisfazione dei loro bisogni o semplici curiosità.

Nella vita lavorativa e sociale è spesso complicato individuare la persona giusta alla quale porre domande utili a soddisfare un bisogno. Non sempre la persona amica o quella più vicina è quella giusta. Fondamentale è riuscire a valutare la persona da interpellare in base alle sue conoscenze ed esperienze. I social e i professional network forniscono profili dettagliati perchè spesso auto-compilati e pubblicizzati per motivi relazionali, sociali e professionali.

Un ruolo speciale nell'apprendimento informale è svolto dal blog, e dall'uso che ne viene fatto per condividere pensieri e riflessioni, idee e informazioni. Mettere per iscritto un pensiero significa dargli forma e sostanza, scriverlo in un blog significa condividerlo e predisporsi ad eventuali feedback e contradditori.

I social media forniscono oggi alle persone e alle organizzazioni un ecosistema di strumenti utili per far crescere comunità di conoscenza e di pratica, reti sociali, comportamenti collaborativi, partecipazione e condivisione e di favorire creatività ( attività sociale per definizione) e innovazione.

E' in questi nuovi contesti che si sviluppa oggi l'apprendimento informale e sociale. Un apprendimento che assume un ruolo tanto più rilevante quanto più grande è la capacità dei nuovi strumenti tecnologici di facilitare la capacitò di ritenere le conoscenze acquisite e di trasferirle ad altri.

Problematiche aperte e criticità

Registrarsi a Facebook è una operazione rapida e semplice così come lo è lo scambio di informazioni di stato, di una foto o di un messaggio. Più complicato invece è conversare, accettare la dialettica che sempre nasce in un ambito di discussione online e soprattutto collaborare.

La collaborazione richiede la condivisione di fattori culturali quali ad esempio la disponibilità a condividere le proprie idee e l'apertura a vederle messe in discussione o in minoranza all'interno di un contesto sociale.

Per frequentare e partecipare ad un contesto sociale non è sufficiente la volontà ma servono skill e capacità per farlo. L'apprendimento informale può nascere dalla semplice presenza silenziosa (lurkers) ma sarà meno efficace e meno in grado di fornire risposte precise a bisogni o curiosità del momento.

Gli organismi cellulari così come ogni organismo si muove sulla base di un sistema premiante. Anche nei social network, la contribuzione e la collaborazione hanno bisogno di essere apprezzate e 'premiate'. Spesso gli incentivi sono introdotti dai produttori delle applicazioni sociali online. Più frequentemente questi incentivi nascono dalla vita stessa delle reti sociali che sottendono la vita comunitaria e dai ruoli delle persone che vi partecipano.

Alcune considerazioni finali

L'apprendimento informale che avviene attraverso i social media, le nuove tecnologie 2.0 e i dispositivi  mobili produce benefici reali per l'individuo e per l'organizzazione sociale nella quale esso opera, vive e lavora.

L'apprendimento informale è particolarmente importante per le organizzazioni che da anni condividono ruolo e importanza delle comunità di pratica e delle 'knowledge communities' nel creare culture condivise e processi di apprendimento sociali utili sia a livello individuale che aziendale.

Gli strumenti disponibili sono numerosi. Tutti hanno caratteristiche simili e utili al raggiungimento degli obiettivi ma ogni contesto obbliga ad una analisi attenta e ad una scelta degli strumenti migliori da utilizzare.

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