Dopo l’innamoramento causato dal magnetismo emozionale e dalla novità tecnologica dell’iPad, la fase attuale è caratterizzata da una maggiore razionalità e cinismo pragmatico. L’iPad e i vari fratellastri tablet che lo hanno seguito non sono la panacea ai problemi della scuola e neppure una soluzione facilmente abbordabile, se alla scuola mancano le strategie, la visione di una nuova didattica e soprattutto le risorse per investire in tecnologie e innovazione.
SoloTablet cerca scuole disponibili a collaborare ad una indagine di mercato denominata TECNORAPIDI. Vogliamo scoprire se siano cambiati i rapporti con la tecnologia delle nuove generazioni Y e Z.
L’anno scolastico 2013-2014 si è presentato con poche novità e con aumentati problemi. Le une e gli altri non aiutano gli insegnanti nel rendere efficaci i loro sforzi e neppure gli studenti nel sentirsi motivati a studiare per un futuro diverso.
In alcune scuole fortunate le novità ci sono state. Insegnanti e studenti si sono trovati di fronte la novità tecnologica con un tablet in classe per ogni studente. In tutte le altre gli studenti si stanno confrontando con difficoltà economiche e problemi organizzativi che portano alla ricerca di soluzioni economiche o al massimo ad esperimenti finalizzati a trovare il modello più efficiente e meno costoso possibile.
Fonte: howmelulaterseesit.blogspot.com
In questa ricerca fatta di sperimentazioni le scuole stanno testando qualsiasi cosa, nuove LIM e nuove infrastrutture tecnologiche ma soprattutto tablet e APPlicazioni da usare in classe in sostituzione o affiancamento ai libri scolastici tradizionali. Queste sperimentazioni sono spesso condotte in proprio e su iniziativa volontaristica di qualche preside e insegnante illuminato, di pochi genitori interessati all’apprendimento dei loro figlioli e di studenti fortunati perché dotati in proprio di tablet, phablet e smartphone BYOD (Bring Your Own Device). Poche e insufficienti sono invece le iniziative centrali da parte del ministero. Colpa della crisi ma anche di una incapacità politica e culturale alla visione e all’innovazione.
Scuola e tecnologia. Una esperienza con Open Software e codice libero [9]
La rivoluzione tecnologia in atto fa intravedere molte soluzioni possibili e tutte fattibili. Quella più radicale vorrebbe che venissero superate le barriere e le resistenze esistenti poste da editori, ministri conservatori e incapaci, presidi e insegnanti paurosi e spaventati dai nuovi paradigmi didattici e tecnologici. Lo si potrebbe fare con la realizzazione di una infrastruttura didattico-formativa completamente aperta in modo da facilitare la diffusione e la condivisione di conoscenze, informazioni e risorse. Una soluzione questa che, riducendo i costi scolastici delle famiglie, ad esempio eliminando l’obbligatorietà dell’acquisto di costosi libri cartacei, potrebbe favorire un approdo semplice a nuove forme didattiche più tecnologiche con l’introduzione di reti, tablet, ebook e applicazioni in classe.
Se questa diventasse una scelta e il ministero fosse in grado di dotare le scuole della infrastruttura tecnologica di base ( connettività, wi-fi, supporto e assistenza, formazione adegata, dispisitivi e applicazioni), le scuole potrebbero adottare modelli di introduzione delle nuove tecnologie in classe meno costosi e meno rischiosi.
Questi modelli devono fare i conti con l’aggiornamento costante e rapido dei nuovi dispositivi e con l’impossibilità per la scuola di reggere il costo di tale aggiornamento. Un personal computer ha vita mediamente lunga, un iPad di Apple viene aggiornato ogni anno. Il costo di questo aggiornamento non è gestibile né dalla scuola e tanto meno dalle famiglie. E non lo è soprattutto se questo costo viene spalmato sui costi già elevati che gli studenti devono sostenere per frequentare la scuola.
In questi anni si sono sperimentati vari approcci:
- Acquisto centralizzato a spese della scuola
- Affitto da società esterne
- Dispositivi in comodato d’uso
- Dispositivi acquistati dalle famiglie
- Canone di affitto pagato dalle famiglie
- Progetti finanziati dallo stato
- Progetti sponsorizzati da aziende ed associazioni
- Acquisti collettivi coordinati tra più scuole
- BYOD praticato dagli studenti
- Interventi no-profit
- Progetti sponsorizzati da editori e operatori del mondo della scuola
Tutti questi approcci hanno un costo che non può essere scaricato sugli studenti e sulle famiglie ma le nuove tecnologie, laddove sono implementate con efficacia, possono contribuire a ridurre i costi scolastici complessivi e favorire una maggiore contribuzione sull’innovazione.
Fonte: mhealthinsight.com
Per vincere la resistenza degli insegnanti la scuola, come istituzione e organizzazione, dovrebbe facilitare la formazione sulle nuove tecnologie e forme della didattica, sostenere e dare risposte concrete alle difficoltà che si manifesteranno e premiare quegli insegnanti, presidi e scuole focalizzate sulla innovazione e capaci di costruire buone pratiche e casi di successo.
Tutte le sperimentazioni fin qui fatte non hanno per il momento prodotto una visione comune e condivisa e neppure un progetto nazionale. Eppure tutte queste sperimentazioni sono state utili e servono a suggerire quale approccio scegliere e quali modelli di implementazione perseguire.
Sarebbe interessante scoprire che la realtà è migliore di quanto la si sta dipingendo. Lo racconteremmo volentieri (scriveteci: marketing@solotablet.it).