La rivoluzione tecnologica in atto non è solo Mobile.
Il successo del tablet non ci sarebbe stato senza l’affermarsi del cloud computing e del Web 2.0 con le sue applicazioni sociali. Le tecnologie digitali stanno modificando il modo di vivere delle persone la loro vita personale, lavorativa e di studio. Lo fanno più rapidamente che in passato e introducendo nuove forme sociali di interazione e collaborazione che suggeriscono la partecipazione, la conversazione e la condivisione e rendono più semplice la sperimentazione innovativa e l’esplorazione. Nel farlo incoraggiano nuove forme di pensiero e contribuiscono allo sviluppo di un nuovo vocabolario e nuove terminologie, necessarie per comprendere e per raccontare i fenomeni da esse determinati e fatti emergere.
Le nuove tecnologie rapportate alla scuola sono diventate una provocazione forte e una metafora della capacità di cambiamento e di innovazione. Sono coinvolti tutti, personale scolastico e corpo docente, studenti e genitori, politici e responsabili istituzionali.
Ai docenti sono però richiesti uno sforzo ed una capacità di adattamento (evoluzione) e cambiamento (rivoluzione) maggiori.
Fonte: chronicle.com
Nella scuola attuale la didattica continua ad essere prevalentemente frontale e unidirezionale.
Le nuove tecnologie interattive suggeriscono nuove forme partecipative di insegnamento con l’obiettivo di facilitare la capacità pro-attiva degli studenti, un loro maggiore coinvolgimento e attenzione e nuove forme di apprendimento. Il cambiamento non sarà indolore e gli insegnanti avranno bisogno di supporto nel definire nuove forme di didattica collaborativi, nell’introduzione e uso delle tecnologie in classe e nella definizione di nuovi programmi scolastici. Questo supporto non è garantito che possa venire dalle istituzioni e dovrà essere ricercato nello studio e nella conoscenza delle nuove tecnologie, praticando personalmente le nuove applicazioni digitali per la scuola e frequentando ambienti culturalmente legati al mondo digitale.
🌑🌒 La DAD atrofizza la mente e spegne i cuori
Alla base delle nuove esigenze c’è la rivoluzione introdotta dalle nuove tecnologie digitali che permettono alle persone di essere sempre connesse, capaci di condividere esperienze, informazioni e riflessioni e impegnate in conversazioni continue. Le nuove capacità, abilitate dalle tecnologie, rendono tutti più coinvolti e capaci di controllare le proprie attività individuali, lavorative e di studio. L’insegnante dispone oggi di strumenti potenti per coinvolgere e ingaggiare lo studente in attività didattiche e di apprendimento capaci di produrre risultati migliori e grandi benefici e vantaggi.
Le nuove tecnologie facilitano il networking, sollecitano domande e interrogazioni, aiutano la riflessione critica sui media e l’informazione, permettono di praticare il lavoro collaborativo e di gruppo, alimentano nuove conoscenze e fanno nascere nuove idee. Se questo è il nuovo contesto, allo studente deve essere fornita l’opportunità di dotarsi di queste nuove capacità che serviranno alle prestazioni future in un mondo che sarà ancor più tecnologico e digitale. Nella loro vita privata i giovani e gli studenti sono già esperti di pratiche collaborative e comunicative ma hanno bisogno di andare maggiormente in profondità e di farlo coadiuvati da insegnanti, mentor e tutor capaci di passare loro nuove conoscenze e di aiutarli a sviluppare il pensiero critico che serve per affrontare le sfide globali che li aspettano.
Fonte: web.kennesaw.edu
L’influenza dell’insegnante sul discente e sul suo apprendimento è grande ma molto dipende da come sono stati disegnati i programmi di studio e viene praticata l’esperienza didattica. Programmi ed esperienza didattica devono oggi essere ripensati in ottica ‘digitale’ e collaborativi. Insegnanti e studenti devono camminare mano nella mano e sperimentare insieme nuove forme di didattica e di apprendimento in classe guidate da strumenti tecnologici come tablet, social media e applicazioni collaborative e interattive.
Come sta succedendo al lavoratore mobile, che non smette mai di lavorare, anche lo studente digitale può continuare la sua esperienza di apprendimento al di fuori della classe e della scuola. Può farlo in modo innovativo e creativo scegliendo i tempi, i modi e i luoghi più congeniali per farlo. Può farlo mantenendosi in contatto e comunicando con l’insegnante o con esperti e possessori di conoscenze utili al raggiungimento degli obiettivi di studio.
A fare la differenza nella scuola 2.0 o digitale non è più la capacità dell’insegnante nell’insegnare ma la partecipazione attiva e collaborativi dei soggetti coinvolti alla costruzione di nuova conoscenza e di nuove pratiche. La tecnologia offre all’insegnante la possibilità di coinvolgere pro-attivamente lo studente, di stimolarlo su più fronti, di fornirgli strumenti potenti per esprimere la sua capacità di apprendimento e le conoscenze acquisite e di valutare meglio la profondità e l’estensione del suo studio, la sua capacità di problem solving e di giudizio.
L’apprendimento e lo studio non sono una prerogativa solo scolastica. Si apprende anche in contesti sociali, più o meno complessi e si impara spesso dalla semplice interazione e relazione con gli altri. Queste esperienze possono oggi essere facilmente ricreate in aula grazie alle nuove tecnologie Web 2.0 e sociali che rendono possibile sia l’apprendimento online che quello collaborativo fatto attraverso i media sociali e i molti strumenti software sociali disponibili. Grazie alle nuove tecnologie sono possibili nuove pratiche di simulazione online, sperimentazioni digitali, ricerca e raccolta di informazioni sul web, uso di strumenti di analisi e riflessione e strumenti per la misurazione dei risultati. Queste pratiche favoriscono l’apprendimento sociale ( consoscenza costruita socialmente ) attraverso conversazioni e interazioni ma anche la soluzione condivisa di problemi e attività e un apprendimento cognitivo distribuito e partecipato. Queste pratiche devono essere rese possibili dalla disponibilità di nuovi strumenti didattici ( network, tablet, LIM, WiFi, ecc.), dall’accesso garantito ( non ristretto o filtrato) alla rete, alle fonti di informazione, alle risorse e alle comunità online. La responsabilità di trovare e mantenere queste risorse è dell’istituzione scolastica e di ogni singola struttura scolastica. E’ su questo terreno che si giocherà nel prossimo futuro la competizione sull’eccellenza e sulla innovazione. A livello istituzionale la gara è tra nazioni e la loro capacità di sfruttare la tecnologia per nuove forme di progresso, a livello operativo la competizione è tra singole scuole e la loro capacità a cambiare.
Le nuove tecnologie rafforzano teorie e scoperte che vedono nella conoscenza un prodotto sociale, costruito in collaborazione e interazione con altri e nell’apprendimento una pratica che va oltre la semplice memorizzazione e archiviazione di nozioni e informazioni. La conoscenza non è un dispositivo di storage e l’apprendimento è un processo attivo, situazionale e costante nella elaborazione di nuovi significati, di interpretazioni e nuova conoscenza. Allo stesso modo l’insegnamento è ben più di un semplice trasferimento di nozioni e di conoscenze. E’ coinvolgimento mentale ed emozionale, è capacità di elaborare nuove forme di collaborazione e dare forma a nuove pratiche ed esperienze di apprendimento.
La tecnologia digitale in uso oggi nella scuola non è solo uno strumento ma è elemento determinante per nuove forme di didattica e di apprendimento che coinvolgono insegnanti e studenti in nuove esperienze e pratiche sociali che hanno lo scopo di produrre nuove conoscenze e nuove capacità. Insegnanti e studenti non sono obbligati ad abbandonare immediatamente pratiche ed esperienze fin qui sperimentate nella scuola 1.0, ma la rivoluzione tecnologica in atto impone nuove urgenze e chiama a dare forma a nuove esperienze didattiche e di apprendimento. Lo possono fare insieme, in modo collaborativo, e online attraverso nuovi progetti comunitari o semplicemente partecipando a quelli già esistenti.
L’arrivo dell’iPad e la pervasività del tablet ha smosso il mondo catatonico della scuola italiana proponendo nuove sollecitazioni e sfide. Molte scuole hanno raccolto la provocazione tecnologica e hanno deciso di sperimentare e innovare la didattica dando forma a nuovi progetti. Alcune scuole sono diventate un punto di riferimento e di confronto per le esperienze positive da esse vissute. Le altre hanno la possibilità di ripercorrere la stessa strada evitando gli errori e gli ostacoli che sempre si frappongono al successo dei progetti e delle strategie degli innovatori. Tutti gli insegnanti sono chiamati a confrontarsi con le nuove tecnologie e a ripensare i loro programmi scolastici e metodi didattici. La cosa interessante è che lo possono fare collaborando con i loro colleghi e interagendo e conversando con gli studenti. Tutti questi sforzi rimarranno però vani se non ci sarà un impegno forte da parte delle istituzioni e se non verranno fatti investimenti consistenti, non soltanto nel fornire l’equipaggiamento necessario ma anche corsi di formazione per il corpo docente e il personale scolastico e il coinvolgimento di nuove figure professionali capaci di portare all’interno della scuola terminologie, linguaggi, approcci e metofologie coerenti cone le nuove tecnologie.