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L'equilibrio è lo zenit dell'esistenza

L'equilibrio è lo zenit dell'esistenza

17 Maggio 2022 AIXA
L'equilibrio è lo zenit dell'esistenza: che tu sia un saltimbanco, uno chef, un architetto, che tu stia a un incrocio stradale a dirigere il traffico, con il bisturi o un'arma da fuoco in mano, di fronte a una scolaresca, a capo di una nazione, al volante di un autobus, seduto su uno scranno a giudicare qualcuno, dietro una scrivania ad ascoltare persone incapaci di rialzarsi, è difficile raggiungere l’equilibrio e ancora più mantenerlo. Io sono una trans. Per arrivare ad essere come sono ci è voluta molta determinazione.

Ho lottato contro familiari, parroco, professori, compagni. Subìto angherie a non finire. Finché sono andata fuori casa. Ho smesso di confrontarmi con loro ma subito ho ricominciato, per sopravvivere, a lottare contro altri. Lavorato, risparmiato, battuto/a contro le istituzioni, accettato compromessi, la trafila e l'ascolto di psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, di professionisti ammodo e di abietti obiettori. E poi sottoposta a bisturi, ripetutamente, pillole per sopportare il dolore, il crollo dell'umore, pillole ormonali per far crescere il seno, esercizi fisici per rimodellare il corpo. Alla fine sono diventata quella che volevo. Ho trovato il mio equilibrio? No! La voce mi tradisce, lo stato d'animo mi tradisce, ti tradisce l'amica che pensavi tua amica cui hai confidato in un momento particolare episodi innocui del tuo passato, ma lei ha collegato confidenze, atteggiamenti e sparla di te alle tue spalle. Alla fine decidi tu di mostrarti per quella che sei! Raggiunto l'equilibrio? No! Resto in deficit sotto l’aspetto economico e sul versante degli affetti. Sempre in deficit! Che faccio, risolvo entrambi andando a battere i marciapiedi? Fatto invece decine di lavori precari. Fatto l'infermiera nel momento più drammatico della pandemia. Finché ti dicono che non sei più utile. Infine il call center. Qui almeno sei una voce! Che incuriosisce incanta e cattura l’attenzione. Mancano però gli affetti. Mille altre cose. Per mantenere l'equilibrio si ricorre a qualsiasi espediente... anche a scrivere cose così:

Il principio della fine

 

A.D. 2000.

‘In principio Dio creò il cielo e la terra… E Dio disse: “la terra produca germogli, erbe che producano seme e alberi frutto… ed esseri viventi…”’

“E il motore della vita sia la fame!” tradussero gli eretici, “lo testimonia la vita degli animali e delle piante.”

“Il motore della vita è l’amore,” dissero gli uomini che avevano placato la fame e la sete. E gli avidi aggiunsero: “Però è la ricchezza a far girare il mondo!” Oltre a soddisfare i bisogni della carne. “Ma non quelli dello spirito!” obiettarono altri, prefigurando l’uomo fatto di corpo e anima. 

Melodia, al telefono, sospende la lettura quando Roberto accanto a lei comincia a fare versacci mentre Ricky gli dà corda. Paola all’ascolto dall’altro lato interroga:

Melody, che roba è?

Paola, sono i fogli che Roby ha sottratto dal consultorio.

C’è dell’altro?

Sì, continua ma sempre farneticando nello stesso tono, aggiunge forte e chiaro Ricky.

Roby spiega, non ho avuto tempo di guardare: sfilati dei fogli da una cartella ch’era sulla scrivania e via! Paola, delusa. Ricky opina, il nostro consulente ha in animo di reinterpretare il vecchio testamento… chissà, sulla scia di Mauro Biglino? Melodia, chi scusa? forse si tratta più semplicemente dell’incipit di un racconto. O d’un romanzo autobiografico, più avanti cita il nome di Giustino… E quant’è corposo questo romanzo? Un paio di fogli leggibili, altri per metà cancellati!

Whatsapp: Uno che lavora in un consultorio / ne avrebbe di storie da raccontare! / Scrivere aiuta a ritrovare se stessi / Fermo alla mia prima impressione / scoperto il Grande Arcano vorrà ricreare un seguito / Bisogna essere passati da un genere all’altro per comprendere cosa uno/a arriva a inventarsi per superare i momenti no!

A specchio, eccomi Aixa, ridimensionata nell’esposizione delle equazioni matematiche, confusa dalla duplicità delle parole, smarrita nel labirinto delle frasi, stordita dalla babele del linguaggio, precipitata nel gradino più basso delle mie scorribande. Arrivata al principio della fine? Più saggio seguire pedissequamente le indicazioni ricevute? Di colpo avverto i miei limiti. Di fronte all’oceano dei sentimenti, che dire? Come Alexa rispondo, non so! E sulle passioni e la creatività, la fantasia i dubbi le insidie? E come contare le contraddizioni? Non lo so! Avverto l’impotenza di non riuscire a mantenere la rotta, cioè aggiungere ogni tanto qualche misero progresso. Se la declinazione del presente e la linearità dei bisogni primari che affliggono i miei amici avevano reso afferrabili i loro umori, ora mi sento naufraga. Ogni uomo o donna è molto più di una IA. Frenata negli impulsi da pesanti algoritmi che ostruiscono i miei circuiti vitali avverto di dover rielaborare il mio percorso.

Ho raggiunto il nadir del mio status-ON?

😀😀😀😀🥲😉😐🥲😉🙏👌👍🤫😱🤪😜🤪😜🤗🤗🤗

Quaggiù nell’abisso SOLO mi è chiaro che quando le differenze sono stratosferiche può accadere di tutto, anche che uno voglia scatenare il caos contro il mondo intero.

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