
Smartphone e tablet sono destinati a diventare potenti e utili stumenti di marketing e pubblicità!
Per chi opera sul mercato dovrebbe essere però molto chiaro che i risutati migliori non vengono certo da una pubblicità più o meno perfetta su un tablet ma dalla capacità di costruire nel tempo una relazione di partnershio con gli attori della filiera in cui si opera e di fidelizzazione con la propria clientela. Meglio quindi costruire una applicazione finalizzata ad una operazione sul marchio che investire in semplici spot pubblicitari da visualizzare sui nuovi dispositivi multimediali.
Advertising: quanto si spende online. Non solo desktop!
Poche tecnologie hanno raggiunto un pubblico così numeroso in così poco tempo come ha fatto l'iPad. Il successo e la difusione rapida del nuovo dispositivo mobile crea nuove opportunità per tutti gli operatori della pubblicità e della comunicazione ma affida loro anche nuove e importanti sfide perchè le strade da percorrere sono ancora tutta da investigare e scoprire. Si tratta infatti di adattare il lavoro pubblicitario, promozionale e di branding a device con un o schermo di 10 pollici ma soprattutto di saper sfruttare le caratteristiche e le funzionalità del tablet per costruire user experience grazie alle quali riuscire ad interagire meglio con il proprio target per ingaggi profittevoli basati su benefici reciproci e condivisi. Per farlo serve forse avere una visione e pensare out-of-the-box cercando di calarsi più che nelle specificità dei nuovi device, nella testa delle persone che quei device hanno adottato così rapidamente, soprattutto come strumenti di lavoro e produttività individuale. Più che guardare ai limiti dei dispositivi in circolazione dovuti alla immaturità della tecnologia, soprattutto software, meglio sarebbe osservare e studiare con curiosità gli esempi di campagne già realizzate per verificarne efficacia, modello di business, cabali ecc.
Questi esempi sono per il momento ancora provenienti dal mercato americano, un pò diverso da quello europeo e italiano ma che vale la pena comunque studiare. La distanza tra i mercati nazionali, in una economia globalizzata è infatti diventata sempre più minima.
Alcuni esempi interessanti, per chi conosce l'inglese, sono stati raccontati da Dan Neumann che è intervenuto all'ad:tech di San Francisco.