GREEN-THINK!

20 Settembre 2021 Nausica Manzi
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E se invece il greenpass servisse per tornare a pensare?

Di questi tempi, per tornare ad "esistere" l'umanità ha paradossalmente bisogno di un green pass, una certificazione che possa attestare un'avvenuta vaccinazione, il possesso di uno scudo contro un virus tremendo che ha sconvolto passi e confuso respiri e sguardi all'orizzonte futuro.

Un green pass dunque è ciò che occorre per tornare a muoversi, ad agire, a lavorare, ad essere eppure sembra sempre mancare qualcosa...a quel certificato manca un allegato, un timbro, oppure una qualche motivazione che ne spieghi l'importanza, o che ne definisca la modalità d'uso, oppure, per dirla meglio, a tale certificato sembra mancare sempre una voce in più, un'anima...che cosa significa questo?

Significa che il green pass è qualcos'altro che una semplice documentazione. L'ho capito meglio proprio stamattina mentre, durante la mia camminata quotidiana, osservavo un bambino di circa 6 anni che, con una bottiglietta verde tra le mani, attendeva davanti ad un portone, pronto con il grembiule, zaino e mascherina per la scuola. Lui stava facendo una cosa che risulta rara e strana di questi tempi moderni: guardandosi attorno come per assicurarsi che non ci fosse nessuno, abbassandosi la mascherina ad altezza mento, faceva le bolle di sapone scegliendo saggiamente la direzione e concentrandosi su ognuna di esse, per poi rincorrerle, accarezzarle e lasciarle andare. Quella bottiglietta verde conteneva dunque sapone e acqua che, con il soffio poi, si trasformava in bolle di sapone dalle varie dimensioni. Nello scoppio repentino di quelle bolle e nei loro riflessi verdi, ho rivisto improvvisamente un'umanità che necessita di essere ripensata e salvaguardata.

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Il green pass di cui si sente parlare continuamente ormai è dunque una bottiglietta verde contenente acqua e sapone che produce bolle che l'essere umano deve essere in grado di direzionare, ma lasciar andare, creare ma senza possedere, inseguire tenacemente e con leggerezza...in che senso? Il green pass è dunque un nuovo strumento per pensare. Esso è un documento per pensare e ripensare la realtà e che contiene acqua e sapone, ovvero le capacità di fare spazio al nuovo, di pulire dunque e di oltrepassare. Insieme queste capacità che l'essere umano riscopre grazie a tale documento riaccendono il pensiero che si dà sottoforma di bolle di sapone. Bolle di sapone che si muovono incerte ma che, improvvisamente, iniziano a spuntare qui e là, numerose, grazie a quella bottiglietta verde e ai perché e ai come che si porta dietro dopo un folle virus,. Bolle che per questo necessitano di essere accompagnata da un soffio, azione responsabile nella comunità, mirata e consapevole. 

Le bolle di sapone del pensiero trasformano dunque il green pass in un GREEN-THINK, strumento per riattivare il pensiero, svegliarsi dal torpore e dire basta a questo mondo a rotoli: tornare a pensare è la più grande rivoluzione! L'essere umano deve però saggiare quelle bolle di sapone, saperle usare, direzione, rincorrere e curare responsabilmente, esattamente come faceva quel bambino. Non è impossibile, bisogna solo accettare il rischio ed insieme la bellezza di farlo. 

Il greenpass dunque è in realtà una possibilità di tornare a pensare attraverso 4 modalità che, stamani, ho appreso da quel bambino:

  1. guardarsi intorno: ovvero accorgersi della comunità in cui ci si trova, ma anche del proprio mondo interiore. Ascoltarsi per ascoltare, essere immersi negli altri perché da questi dipendente e strettamente collegato, scrutare per conoscere ed oltrepassare;
  2. soffiare delicatamente: ovvero direzionare, saggiare, meditare la propria azione per dare concretezza al valore e alla luce che ogni identità contiene. Avere coraggio di essere per fare, quello che muove dalla delicatezza delle anime
  3. rincorrere tenacemente: ovvero impegnarsi ad essere protagonisti e non meri mezzi indifferenti a tutto. Bisogna ricordarsi della propria responsabilità e della bellezza di cui si è capaci correndo nelle e con le proprie idee. Osare per rinnovare e creare continuamente, non c'è un limite, non c'è un'età...è solo questione di esistenza che, nonostante tutto, non si ferma mai.
  4. lasciar andare: ovvero credere in ciò che si fa e in ciò che si è e si può essere, ma essere capaci anche di mettersi in discussione, di lasciar andare il vecchio per far spazio al nuovo, di liberarsi per riscoprirsi. Questa è forse la parte più difficile: per ritrovarsi bisogna sempre perdersi che sia tra le strade intrecciate di una città, in un vicolo cieco, o all'interno di uno sguardo che reclama attenzione, ferisce perché apre alla scelta e al cammino, e poi riporta alla vita.

Dunque, che questo greenpass sia davvero un GREENTHINK, bottiglia piena di quell'acqua e sapone di carne ed ossa umane che divengono bolla fragile e potente, pensiero incarnato ed in marcia, capace di accarezzare, scomparire ma incidere sulla realtà. Impariamo a guardare la realtà attraverso una bolla di sapone pensante e riscopriremo che, per essere reinventate, tutte le logiche del reale  hanno bisogno solo di una danza di bolle di sapone delicate ed impetuose, direzionate e scoppiettanti, ricche di colori e con i loro riflessi capaci di rinnovare la realtà attraverso la meraviglia. E poi si sa il verde è il colore della speranza...la speranza vitale dunque di un pensiero che deve rinascere dalla sue stesse ceneri.

GreenThink è lo strumento che ci fa divenire costruttori pensanti di attiva meraviglia inesauribile.

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