Personalmente fare il vaccino non è stato semplice. Ho affrontato un vero e proprio calvario tra uffici, ospedali e tra cartelle cliniche perse e una flebo intera di cortisone che mi scorreva nelle vene! Un difficoltoso cammino che ha messo a dura prova la mia già traballante sicurezza di sottoporre il mio braccio ad una puntura salvifica contro un virus, giustamente da combattere, ma che avrebbe messo a rischio le mie cellule da soggetto allergico. Nonostante tutto, però, fortunatamente, sono sopravvissuta: grande, grossa e vaccinata, o meglio, interamente vaccinata e con un bel green pass con tanto di QR code personale allegato.
Durante questo percorso tra il comico e il drammatico, ad ogni mio chiedere spiegazioni o avere chiarimenti, con l'ansia tipica di un ipocondriaco, tutti mi rispondevano inserendo qui e là sempre e solo una stessa frase: " Così ti assegnano il QR code per il green pass completo!". La frase era sempre più o meno questa: da tutti usciva fuori la parola QR code accompagnata dall'altra ormai famosa di Green-pass.
Certo, per me che, viaggio in continuazione, avere la certificazione è assolutamente necessario, però questa frase mi ha fatto pensare...
Oggi ogni essere umano è un QR code, la sua identità è un freddo codice a matrice, tutto dipenda da un codice che lo identifica ovunque.
Il QR code apre dunque la strada alle questioni di tutela della privacy, di società del controllo e quindi del potere tecnologico. Secondo il mio parere, il nocciolo della questione è però un altro: l'identità umana è prigioniera di un QR code, l'essere umano è intrappolato in esso.
Immagino le singole identità dietro le sbarre del QR code: le sfiorano, ne percepiscono la freddezza ed insieme il calore per quella libertà, pur sempre controllata, che concedono e, nel contempo, provano anche a guardare oltre esse, immaginando viaggi e progetti sotto un futuro cielo tinto di un azzurro così intenso, da riuscire un giorno a spezzare addirittura le sbarre del QR code.
L'identità oggi è intrappolata, soffocata da un codice a barre che è necessario non per essere liberi, ma per ripensarsi. Cosa significa?
Il termine "trappola" nel linguaggio ' marino' ha un significato particolare sul quale vorrei porre l'attenzione: in tale ambito, la trappola è quel fanale portatile per segnalazioni a lampi, una specie di lanterna cieca, a fanali oscurati che si usava per le comunicazioni tra le navi durante le navigazioni. La trappola è quindi una lanterna che nella sua oscurità costitutiva è capace di inviare un segnale luminoso. La trappola, il nostro QR code d'identità, è quindi in realtà una lanterna che, nel buio di vite confuse da un virus, contiene luce che può risvegliare le singole identità.
GREEN-THINK!
Il QR code è quindi una trappola necessaria senza la quale nessuno capirebbe il significato vero di libertà: la vera libertà risiede nel pericolo di scoprirsi, ovvero di esporsi così tanto fuori dalle sbarre del QR code da farsi trovare e scoprire, di essere in pericolo costante immersi nella potenza tecnologica e nel periodo del puro controllo umano di orwelliana memoria e attualità, e, al contempo, di sentirsi al sicuro con il proprio QR code in tasca che urla pubblicamente, ma il cui senso sta invece nel sussurrio delicato con cui parla alle singole anime proprietarie. Trappola ed insieme spiraglio di luce, ecco la vera definizione di QR code.
Quindi, nel QR code vi è il codice segreto per tornare alla nostra identità: è un linguaggio tecnologico che inquieta le anime e quindi, inaspettatamente, le risveglia mettendo in moto la loro azione e il loro pensiero. Nel QR code etica e tecnologia si incontrano mediate da un linguaggio criptico che, come trappola e spiraglio di luce, è lo strumento per oltrepassare ogni crisi e ogni apparenza per tornare a catturare un oltre di radice che è luce accecante e sbarra claustrofobica che, nell'angoscia, nell'indifferenza o nella disperazione a causa di un virus che deve essere vinto, rinnova l'intera umanità.
Quando apriamo il nostro green pass sugli smartphone o quando ne stringiamo la copia cartacea tra le mani, dunque, proviamo a prestare attenzione non all'urlo pubblico nel mostrarsi e la corsa alla libertà di cui è portatore, ma porgiamo l'orecchio al sottile sussurrio di oltre con cui esso parla alle nostre esistenze. Il sussurrio silenzioso e dirompente del QR code in fin dei conti vuole dirci questo: " Per prima cosa veglia sul tuo cuore!", ovvero "svegliati dal torpore e pensa con la tua testa, agisci con consapevolezza e responsabilità, non dare nulla per scontato, nella massa unidirezionale della nave umanità, sii critico, sii il diverso, sii la trappola enigma, lampada oscura in grado però di produrre importanti segnali luminosi per sé e per gli altri.
Saremo pur diventati dei "codici a barre", in preda a pericoli di ogni tipo da combattere criticamente ed eternamente, ma del resto, se ci pensiamo, i nostri stessi cardiogrammi non sono allo stesso modo un codice grafico identificativo e personale che contiene ed aggroviglia in sé respiri, coraggio, fragilità, sogni e mistero?