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Usa il tablet per ripicca lavorativa. Cosa è successo?

Usa il tablet per ripicca lavorativa. Cosa è successo?

26 Agosto 2015 Psicologia e Tecnologia
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Sono Giovanna,
una donna sposata di 35 anni, con un figlio, e lavoro da 3 anni in un’azienda produttrice di mobili. Da alcuni mesi a questa parte la situazione è diventata insostenibile: nonostante l’impegno, la disponibilità e i sacrifici, il mio responsabile non è mai soddisfatto, esige sempre di più e critica in continuazione come svolgo la mia attività, spesso arrivando a parole molto forti e offensive. Il clima è diventato sempre più pesante e i rapporti con i colleghi si sono modificati ed ora mi evitano.

Ogni mattina è sempre più difficile ed estenuante andare al lavoro, anche perché sono arrivata a pensare di non valere più nulla. Sul posto di lavoro, proprio per sopportare un po’ di più questa situazione e pensare di meno, mi sono trovata a passare molte ore sul mio tablet, evitando così alcune situazioni spiacevoli. Sentivo di rimanere connessa ad una realtà virtuale come vendetta per tanti soprusi subiti. Ora mi trovo sola e demotivata, anche se improvvisamente, per fortuna, ho sentito una spinta a cambiare questa situazione. Vorrei avere da Lei un parere per riconquistare il mio capo. Cosa posso fare? Come posso essere incisiva ed assertiva con il mio capo pur mantenendo un buon rapporto?

LA PATOLOGIA AZIENDALE E LE DONNE ACROBATE

La situazione che si è creata all’interno dell’azienda dove lavora è purtroppo una realtà piuttosto diffusa, ed è importante cercare di capire come comportarsi e quali decisioni prendere, per venirne fuori nel migliore dei modi.

Affinché possa esserci una certa produttività ed una buona qualità del lavoro in una realtà aziendale, è necessario che si crei e si mantenga un clima positivo e di scambio, conseguenza di un dialogo e di una comunicazione chiara e precisa, che permetta a tutti di svolgere i propri ruoli e compiti con efficacia e completezza.

Soprattutto per giovani donne e mamme come lei, è fondamentale riuscire a conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia: si è trovata, infatti, ad essere una donna acrobata, costretta a fare salti mortali tra molteplici impegni. E’ opportuno, dunque, riuscire a valorizzare le proprie competenze, facendosi rispettare e riconoscere nel proprio ruolo professionale e aziendale.

Come comportarsi allora? Un metodo efficace consiste nel lavorare sulla propria stabilità interna. È necessario aumentare la propria capacità di modificare l’energia psichica e il livello di potenziamento personale attraverso tattiche strategiche. Come può una persona che sta male riuscire ad avere la forza di trasformare il disagio e le comunicazioni negative? Le relazioni negative creano delle vere e proprie patologie nell’azienda.

La situazione riportata da Lei, cara Giovanna, è vissuta al contempo da molte persone che lavorano. Non infrequenti sono i casi di adulti che si trovano a compensare i loro stati di frustrazione e apatia ricorrendo al mondo virtuale. I modi aggressivi e squalificanti attuati dal suo responsabile creano in Lei una situazione che va a modificare la percezione della sua autostima e della sua identità professionale. Ne consegue che si sviluppano i pensieri negativi come, per esempio, “Mi sento inutile” “Sono incapace” “Non ce la farò mai”. Le reazioni depressive e sintomi di blocco ed inibizione delle parole sono alcuni dei segnali che indicano che è necessario fermarsi ed intervenire, per evitare l’innescarsi di comportamenti automatici negativi che creano circoli e situazioni difficili.

In che modo intervenire?

I percorsi di comunicazione e di potenziamento personale offrono l’opportunità di sperimentare, attraverso esercizi mirati, nuove modalità di negoziazione e di gestione delle situazioni problematiche, per affrontare in modo più efficace collaborazioni econflitti.

L’emotività positiva si può recuperare imparando ad affermare se stessi e, rendendo più visibili agli altri, le proprie competenze. In quest’ottica, diventa più semplice gestire al meglio le emozioni grazie all’aiuto di un lavoro esperienziale specifico, che consente di mettersi in gioco e sciogliere le paure.

Nel caso specifico, attraverso il tablet, il mondo virtuale può divenire uno stimolo e una linfa vitale da reintegrare nel processo lavorativo, anziché essere compensazione di frustrazioni lavorative.

Le donne acrobate si vogliono sentire protagoniste e leader della propria vita, obiettivo sempre possibile da raggiungere, con un po’ di volontà e con il coraggio di farsi aiutare.

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