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La gentilezza va in crociera e inizia il viaggio verso Itaca

La gentilezza va in crociera e inizia il viaggio verso Itaca

04 Maggio 2019 Anna Maria Palma
Anna Maria Palma
Anna Maria Palma
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Quando ti metterai in viaggio per Itaca
Devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure ed esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri,
se il pensiero resta alto
e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
I Ciclopi e i Lestrigoni, no certo, né all’irato Nettuno,
incapperai se non li porti dentro, se l’anima non te li mette contro. (...) Kavafis

L’iniziativa, a cura della Bimed, ha coinvolto circa 250 insegnanti che hanno scelto di fare il loro aggiornamento “a bordo”.

Il titolo del progetto è stato “La Narrazione come strategia pedagogica nella didattica contemporanea delle discipline umanistiche, scientifiche e artistiche”.

Il Percorso formativo progettato con lo scopo di permettere ai docenti di acquisire metodologie finalizzate alla “semina” di Competenze Chiave che tengono conto di tutto ciò che è interconnesso all’inclusione intesa nel senso più aperto possibile., Oltre a promuovere e ottimizzare un approccio cognitivo-emotivo-relazionale all’interno dei contesti che l’animatore-educatore-docente ha il compito di attivare in ambito al Team scolastico, delle classi in cui opera e nell’interazione con i genitori. Infine, l’intero percorso formativo, è pure volto a promuovere nuovi approcci metodologici che mostrino la dote di rimuovere gli “steccati” determinati molto spesso da quegli ambiti disciplinari ancora, purtroppo, chiusi in evidenti conoscenze monodirezionali. A tale scopo si proporranno modelli formativi olistici mirati a produrre contaminazioni educative a sfondo umanistico, artistico e scientifico.

Rincuoranti alcuni commenti dei partecipanti che riporto, rincuoranti perché è sui banchi di scuola che si genera il futuro di un paese e sarebbe bello che tutti ne fossimo consapevoli.

La gentilezza sui banchi di scuola

Magari con l'intenzione di non essere legati a vecchi schemi, di non essere legati a rigidità che condizionano la libertà di apprendere, direi la libertà di esistere. Come scrive Whitmore si apprende anche per il piacere di essere considerati, il piacere di condividere, il piacere che permette di saper so-stare nel momento e saper cogliere l'esperienza che quel momento ci sta fornendo. E attivare i nostri sensi per poter cogliere il tutto.

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Allora le considerazioni emerse sono spunti di ispirazione. Vorrei ringraziare quei docenti che si sono messi seriamente in gioco, che non hanno considerato questa proposta solo un'occasione per fare la crociera, ma che hanno tratto da quanto condiviso significativi spunti di evoluzione. E che soprattutto hanno manifestato l'intenzione di metterli in campo. Vorrei nominarli uno ad uno, mi limito a riportare alcune note tratte dai loro lavori, ma se qualcuno vorrà essere citato esplicitamente, mi contatti ed io pubblicherò il suo nome.

“...l’area di comfort che istintivamente difendiamo è come l’acqua ferma che a lungo andare ristagna e perde la sua utilità primaria. Un educatore professionista deve uscire dalla sua area di comfort mettendosi alla prova, accogliendo variazioni, affrontando situazioni nuove anche se lo fanno sentire insicuro, al fine di migliorare, crescere sia professionalmente che umanamente. Il successo di ogni individuo non si trova certo nell’area di comfort, ma fuori di essa con tutto ciò  che comporta, cosi si arriva nell’area dell’apprendimento. La ripetizione del gesto, fare sempre le stesse cose, usare sempre le stesse modalità non porta apprendimento, non si migliora, ci si ripiega su se stessi, si vive seduti casomai spettatori della vita altrui, si vive in una bolla. L’educatore deve saper uscire dall’ar

Il tatto della gentilezza

ea di comfort così come deve saper guidare l’alunno a farlo”.

"Un educatore deve saper intervenire al momento giusto, deve saper coinvolgere, capire i bisogni, rispettare la libertà dell’alunno ed i suoi tempi. Deve saper personalizzare, individualizzare, semplificare, guidare, fornire strumenti e materiali, applicare le metodologie e le strategie per sostenere l’educando nel viaggio di vita scolastica. Il rapporto empatico, la relazione adulto-alunno, la comunicazione ecologica, la conferma, l’ascolto, la gestualità, il contatto, la gentilezza sono le fondamenta del palazzo apprendimento. Esso non dipende solo dal cervello, dalla risposta neuronale, ma anche dai sensi, dalla gioia di apprendere, quindi prima ancora di parlare di attività, un buon professionista dovrebbe curare il clima, creare-costruire-generare, curare la relazione, solo così si crea terreno fertile per apprendere”.

"Penso che la relazione educatore-alunno, prima di pensare a qualsiasi processo di apprendimento, debba basarsi su segnali positivi di attenzione, su un atteggiamento empatico, sulla capacità d’ascolto del docente e su un’apertura al dialogo, sull’accettazione degli sbagli e sul trovare punti di incontro.

Il bambino deve capire di essere importante ed accolto in tutti i suoi comportamenti, e laddove siano negativi, il docente deve promuovere una sua riflessione, aiutandolo a trovare una strategia positiva di risoluzione.

È molto importante lavorare sulle emozioni, sulla loro consapevolezza, sulla loro espressione e descrizione. Occorre insegnare ai bambini il “come mi sento in tale momento”, “perché mi sento così” e “come posso fare per cambiare il mio stato attuale” se controproducente. Ciò è utile anche agli adulti, e penso che questo training cognitivo svolto quotidianamente, porti i bambini ad acquisire strategie utili di accettazione e autocontrollo emotivo."

 

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