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ART-icolo DICIOTTO: Benvenuti nello Spazialismo!

ART-icolo DICIOTTO: Benvenuti nello Spazialismo!

26 Aprile 2015 Walter Coda
Walter Coda
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Spazio! Spazio! Fate largo: arrivano i "Concetti spaziali", "Buchi", "Tagli”, “Attese", "Ambienti", "Nature", "Quanta", "Teatrini". E cioè? Lo spazialismo! Un attimo, vuol dire che saremo proiettati dove lune e pianeti vari ci circondano e rendono tutto infinito? Davvero crediamo che tutto sia senza limiti? Forma, colore, suono e la nostra vita assumerà un senso. A tutto il resto, basta una fontana, un Fontana e Frank Zappa. Fountain of Love!

Ciò che in realtà può sembrare quell’entità che in verità può accogliere, viene concepito come spazio. Ma non sempre la parola che noi conosciamo assume lo stesso significato. Afferma il critico d’arte Morucchio che “la spazialità” è “la struttura dell’intuizione riferita all’espressione visiva” e possiamo andare a casa a riposare, perché non ci capiamo più nulla e queste parole ci fan venire il mal di testa. Io e te, noi? Basta un taglio e il gioco è spazio, anzi il tempo è fatto. Il buco con la tela intorno o la mela con il bruco ingordo?

Lo spazialismo rappresenta il movimento artistico italoargentino che sancisce la ricerca della tridimensionalità. Affidandosi alla luce e alla sua caratteristica fisica, l’arte spaziale è per la quarta dimensione, una sorta di Iperspazio, dove si fa la spesa dentro gli oggetti e si esce da una porta infinita, giusto per essere chiaro che ciò che scrivo non è adatto ai ricercatori di storie di gossip e inciuci vari tra i Vip della Tv. Lo sapete che nello spazio si possono fare quattro posizioni erotiche belle piccanti con cinture e materassini a forma di tubo?

Prendi dei Metalli, metti degli Inchiostri e poi voilà: Arte. Ma se faccio un buco alla scena?

Lucio Fontana è il “Manifiesto Blanco”, ovvero Lucio Fontana è il fondatore dello Spazialismo. Egli ha voluto rompere il concetto di superficie andando oltre, adottando strategie non convenzionali per esprimere il contenuto emozionale dell’opera e superando le tecniche tradizionali dell’arte. Soprattutto con i “Tagli” alle tele, egli ha deciso di rompere le scatole ai fruitori delle mostre fino a ricevere sputi e proteste folkloristiche con un unico giudizio finale: “ma quale arte, quella "roba" so farla anch’io”.

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E allora perché osannare qualcuno che ci impiega 2 secondi per fare un quadro?

Da Piero della Francesca a Tintoretto, dal Bernini a Le Corbusier, eccetera eccetera eccetera, la luce ha svolto e svolge un ruolo chiave nella Storia dell’Arte. Ognuno degli artisti ha cercato una propria coerenza stilistica per omaggiare l’elemento naturale che permette di percepire la bellezza della visione e il senso critico della stessa. Un taglio diventa così un’apertura al continuo scambio di sensazioni che il nostro corpo e l’ambiente trasmettono reciprocamente. Per regalarci la libertà di immaginare e andare fuori dagli schemi conosciuti, per vivere di confronto e voglia di scoprire.

Tutto sommato, la vita è un’affacciata alla finestra.

Sei mai stato nel mondo dell’Arte Col Tempo Rana?

 


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