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Cyber-sex : sessualità depersonalizzata e rischio di dipendenza

Cyber-sex : sessualità depersonalizzata e rischio di dipendenza

19 Settembre 2018 Manola Orsi
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Manola Orsi
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L’avvento della rete ha cambiato le nostre vite, le ha rese più performanti, più dinamiche, ma ha dato vita ad un processo confusivo tra vita reale e vita virtuale, con ripercussioni anche sull’intimità e sulla sessualità che hanno modificato e stravolto le nostre relazioni interpersonali.
Talvolta le ha rese più semplici ed immediate, altre volte le ha fatte diventare dei veri e propri “surrogati affettivi”, relazionali e sessuali.

Il potere di internet non ha eguali. E’ infatti: illimitato in quanto anche a varietà di contenuti; privato, anonimo. sempre accessibile, e privo, apparentemente, di conseguenze nella vita reale.

Le indagini statistiche concordano nel ritenere che di tutti i mutamenti culturali che si sono succeduti negli ultimi anni, tra i più deleteri per le relazioni interpersonali troviamo  l’ascesa gigantesca della quantità e della disponibilità della pornografia. Infatti, il sesso è segnalato per essere l’argomento più frequentemente cercato su Internet, e il perseguimento del soddisfacimento sessuale online o “cyber-sex” è un’attività comune tra gli utenti del web.

Il rapporto con il web, e con il sesso online, dipende da un’infinità di variabili: sociali, relazionali, psichici e psichiatrici, e dalla struttura di personalità che è protagonista della trappola della dipendenza. La fruizione della rete stessa ha svariati gradi di gravità e di pericolosità: chi la frequenta con modalità ludiche, chi ricreative, chi ancora con scopi relazionali o sessuali. Il “sesso virtuale”, però,  può sfuggire di mano, da ludico, occasionale e scaccia pensieri,  può transitare ad una dimensione di obbligatorietà e di dipendenza psicopatologica, favorita dalla ripetuta e cronica esposizione a contenuti sessuali e rafforzata da una cultura sempre più sessualizzata. Un pericolo allarmante segnalato ormai da molti professionisti della salute che sempre più quotidianamente si confrontano nei loro studi con queste problematiche.

La pornografia è sempre esistita, ma costituiva un rigagnolo ai margini della società. Grazie a internet è diventata oggi un fiume predominante, che sta sommergendo uomini e donne, adolescenti e anche preadolescenti non senza conseguenze psicologiche, intrapsichiche, relazionali, ma anche sociali e culturali, ambiti che condizionano fortemente i nostri comportamenti amorosi.

Web e sesso depersonalizzato

La pornografia online appaga momentaneamente il desiderio ed è strettamente collegata al sesso genitale e separa completamente il sesso dall’attaccamento emotivo che costituisce il perno per il sesso ottimale e che richiede impegno, sintonizzazione e responsività reciproci. La parola stessa deriva dal greco pornographia , che si traduce in “scrivere riguardo alle, o rappresentare, prostitute”, immagine che ci rimanda ad un primo esempio di sesso depersonalizzato.

Ecco che  riduce il sesso a impulsi, sensazioni, rapporto sessuale e orgasmo, ed elimina, o mette in secondo piano, qualsiasi unione con i partner e rispetto per loro. Ricerche evidenziano che un orgasmo generato da uno schermo scatena una scarica di sostanze chimiche “del buonumore”, tra cui, endorfine, dopamina, serotonina. Non rilascia tuttavia l’ossitocina, l’ormone dell’attaccamento che genera una perfetta contentezza, serenità e ci lega agli altri.

La rete inoltre, facilita e promuove un’eroticità facile, dal facile utilizzo e consumo, rende gli assidui frequentatori, bravi e navigati “amanti virtuali”, capaci di esperienze erotiche simultanee e plurime, senza il minimo rischio, né di coinvolgimento, né il manifestarsi di una possibile ansia da prestazione maschile o di anorgasmia femminile.

Rischio di dipendenza psicopatologica

La nuova visione scientifica, che si approccia allo studio della dipendenza patologica, afferma e mette in evidenza che chi ha una dipendenza è prima di tutto intrappolato in una rete di aspettative. Preannuncia il piacere conseguente al fuggire da ansia e  depressione, e procurato dal’intossicazione, e questa previsione genera uno stato permanente di semi-eccitazione. Secondo quanto riferiscono persone fissate con il cybersesso, essi si sentono intensamente e continuamente  sessuali, a un livello che era per loro sconosciuto prima di ricorrere alla pornografia online.

Per ottenere sollievo  gli utenti  abituati alla pornografia si trovano spesso ad avere sempre più bisogno del porno. La pornografia porta ad un desiderio maggiore di pornografia,  Diventa così un vero chiodo fisso, una vera e propria ossessione, occupa tutti i pensieri dell’utilizzatore, e scandisce i tempi della giornata con conseguenze allarmanti sulla vita "reale", nella quale si perde il senso della sessualità vera e propria, arrivando persino ad annullare le relazioni interpersonali, con ripercussioni negative in ambito sociale e lavorativo. Abituarsi ad essa significa  rischiare sempre di più di allenarsi ad essere amanti scadenti nella vita reale, in quanto crea masse di uomini evitanti e di donne ansiose ed attiva un pericoloso circolo vizioso che ci allontana sempre più dai nostri bisogni relazionali primari.

Come sostiene la dott.ssa Sue Johnson, la dipendenza da pornografia è un esempio perfetto delle conseguenze derivate dal separare il sesso dall’attaccamento e dalla connessione con gli altri. Sesso e attaccamento sono destinati ad andare insieme. la maggior parte delle dipendenze patologiche equivale, essenzialmente, a tentativi disperati di trovare un sostituto per un attaccamento sicuro agli altri, perché la connessione emotiva è un bisogno psicofisiologico innato.

Tali sostituti non riescono però ad essere soddisfacenti e sono distruttivi per la salute e per la felicità. e anche, alla fine, per il funzionamento sessuale. A mano a mano che gli uomini si abituano alla stimolazione intensa della pornografia, si desensibilizzano al piacere e all’eccitazione fisiologica del sesso ordinario. quando stanno insieme al partner reale, si ritrovano incapaci di eccitarsi.

da alcune indagini, l’andrologo carlo Foresta, professore dell’università degli studi di Padova, ha scoperto che il 70% dei maschi giovani, che ricercano aiuto per problemi nella prestazione sessuale, ammette di usare regolarmente la pornografia; lo studio indica, inoltre, che, attualmente, uno delle principali cause delle disfunzioni erettili non è l’ansia da prestazione, bensì una compromissione della risposta sessuale (“anoressia sessuale”) derivato dall’uso ossessivo della pornografia.

Conclusioni

in conclusione le conseguenze di un eccessivo comportamento sessuale possono essere di vasta portata e possono portare  alla perdita di relazioni affettive, gravi problemi coniugali e familiari, difficoltà lavorative, problemi finanziari, perdita d’interesse per tutto ciò che non attiene al sesso. Ma soprattutto  distruggere la capacità di conseguire relazioni intime e buon sesso. Favorisce, invece, senso di solitudine ed esclusione ed istilla nelle persone vergogna e disperazione. I fanatici della pornografia restano con una sessualità distrutta e frammentata, nella quale emozione ed erotismo sono separati e non si integrano mai. Viviamo in un momento storico, dove esiste la dittatura del momento, dove la sessualità diventa orfana di sentimento, di trasporto, di progetto e, anche, dell’altro. La nuova scienza offre una nuova comprensione della sessualità: questa si sviluppa dal senso di attaccamento agli altri.

Dove manca del tutto la conversazione, la connessione emotiva, le conseguenze sono terribili. Quando, però  uniamo attaccamento e sesso, non c’è nulla di meglio, e questo ha il senso dell’amore (Sue Johnson, 2014).

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