
L’iPad, come altri prodotti Apple, è nato dalla capacità visionaria di Steve Jobs do trasformare un semplice schermo piatto in un potente computer. Apple non ha inventato il tablet ma lo ha reso quello che è diventato, un mezzo tecnologico potente per uso personale e aziendale che ha scardinato il predominio del PC portando a una rivoluzione nell’intero mondo del personal computing, individuale e aziendale. Una rivoluzione iniziata nel 2010 e oggi forse giunta a una sua logica conclusione con il passaggio a nuove fasi non più centrate sulla centralità del tablet, anche nella sua versione iPad. Le vendite ristagnano per l’iPad così come per altri tablet meno noti ma il tutto sembra avvenire nell’indifferenze di consumatori e analisti di mercato o investitori.
Le vendite complessive di tablet negli ultimi due anni hanno subito un costante declino con un’accelerazione nei primi mesi del 2016 che fanno prevedere una vendita di tablet nell’anno ancora più limitata. Il declino dell’iPad ha significato per Apple anche una perdita di market share passata dal 26% del primo trimestre 2015 al 25% del 2016.
Mentre l’iPhone continua, pur con qualche difficoltà, a macinare fatturati e profitti, l’iPad sembra essere un prodotto nella fase finale del suo ciclo di vita, almeno nel ruolo che riveste per l’azienda nella generazione di nuovo fatturato.
Il declino dell’iPad viene assimilato da alcuni a quello subito dall’iPod, sia in termini di fatturato sia di vendite. A determinare questo declino non è solo la limitata importanza dell’iPad nel fatturato complessivo di Apple ma la potenza e il ruolo che l’iPhone ha assunto nelle strategie aziendali. L’iPad è sempre stato per definizione un prodotto rivolto a un mercato ristretto, l’iPhone al mercato più ampio dei consumatori che hanno trasformato in pochi anni il loro smartphone in uno strumento di personal computing.
Il predominio dello smartphone (iPhone) ha finito per rendere meno influente e necessario un prodotto come l’iPad che in molti casi serviva solo a complementare lo smartphone come seconda piattaforma mobile. La conseguenza è stata un uso diffuso e pervasivo dello smartphone e uno più sporadico del tablet. Anche l’iPad è finito così per diventare un secondo o terzo schermo da usare in situazioni e contesti specifici. Una pratica d’uso ben presto insidiata dall’arrivo di phablet e smartphone dai display più grandi e capaci di offrire esperienze utente assimilabili a quelle del tablet.
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Il mercato tablet, almeno quello dei modelli slate o classici, sembra oggi arrivato al suo livello massimo di saturazione. E’ una realtà che riguarda anche l’iPad. In assenza di nuova innovazione e in presenza del ritorno del personal computer nella forma di dispositivi 2-in-1 e tablet ibridi, Apple non riuscirà probabilmente a ribaltare la curva negativa attuale dell’iPad. Ad oggi è più facile prevedere maggiore innovazione sugli smartphone e sulle tecnologie indossabili. Senza nuova innovazione l’iPad rimarrà in uso per anni come giocattolo e strumento di intrattenimento e divertimento complementare a PC, console per il gioco e soprattutto smartphone.