BELLEZZA [1]

01 Gennaio 2022 Etica e tecnologia
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bellézza [der. di bello, dal latino bellus 'carino', diminutivo di bonus.]. L’essere bello, qualità di ciò che è bello o che tale appare ai sensi e allo spirito. Può essere maschile, femminile, spirituale, schietta, artificiosa, verginale, matronale, serena, mesta, florida, appassita, misteriosa, maestosa....

Bellezza è la parola di grande conseguenze. Un’ispirazione. Un rapimento.

Bellezza è una parola pesante. È una parola di grandi conseguenze. Oggi viene usata con leggerezza – del tempo, di un sorriso, di un vestito da sera o della foggia di una scarpa, di un braccialetto, di un giardino, di un sillogismo: bello serve da sinonimo di buono o grazioso o piacevole o simpatico o attraente o interessante. Ma la bellezza non ha niente a che fare con questo. È molto di più. Molto rara, si dimostra. È una forza. È un rapimento. Non è una figura retorica quando la gente dice che ti toglie il respiro: in certi casi può darti la stessa scossa soffocante di quando ti tuffi nell’acqua gelata…

"Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall’abisso, Bellezza?" Charles Baudelaire

E qui viene il problema.

La società in cui viviamo preferisce altri valori.

Per prima cosa, spinge alla fretta. Poi, elimina il tempo della riflessione, isola gli individui. Così i impedire loro di godere gratuitamente della bellezza dello stare insieme a sé stessi, agli altri, immergendosi nella bellezza che li circonda.

Principalmente, una perdita di tempo, una caduta della produzione.

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Ma, per fortuna, c’è ancora la scuola.

Uno spazio totalmente dedicato a trasferire ai nuovi arrivati la bellezza dello stare insieme, dello scoprire il mondo, le sue armonie e disarmonie. E comunque, uno spazio che stimola la naturale curiosità dei giovani e crea per loro un ambiente accogliente, comprensivo, piacevole, affettuoso.

Un luogo nel quale trovare guide disponibili a fermare il tempo, a perdersi dentro un verso di un antico poeta o nelle trame di un quadro, o nelle cattedrali della musica, o nel fascino della comprensione matematica.

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"La Bellezza non può essere interrogata: regna per diritto divino." Oscar Wilde

Un saluto da Renato.

 

* Una prima versione di questo testo è stata pubblicata il 15 Agosto 2020 sul sito CIRIFLETTO - IL BLOG DELLE SCELTE CONSAPEVOLI

 

Autore

Renato Palma 

Medico e psicoterapeuta. Mette in discussione il sapere-potere che agisce nei diversi sistemi relazionali (da quello parentale a quello delle istituzioni educative e sanitarie), per approdare a una “via affettiva” che diventa una vera e propria proposta di cambiamento: un’alternativa praticabile ai modelli che generano paura e sofferenza, frustrando l’innato senso della possibilità e dell’alternativa che caratterizza la nostra specie.

La sua ricerca è incentrata su uno sviluppo non conflittuale e non autoritario delle relazioni intrapersonali. Nel 2016 ha fondato l’associazione Centro studi per la promozione della Democrazia Affettiva®. 

 

Inno alla bellezza (Baudeleire)

Vieni dal ciel profondo o l’abisso t’esprime,
Bellezza? Dal tuo sguardo infernale e divino
piovono senza scelta il beneficio e il crimine,
e in questo ti si può apparentare al vino.

Hai dentro gli occhi l’alba e l’occaso, ed esali
profumi come a sera un nembo repentino;
sono un filtro i tuoi baci, e la tua bocca è un calice
che disanima il prode e rincuora il bambino.

Sorgi dal nero baratro o discendi dagli astri?
Segue il Destino, docile come un cane, i tuoi panni;
tu semini a casaccio le fortune e i disastri;
e governi su tutto, e di nulla t’affanni.

Bellezza, tu cammini sui morti che deridi;
leggiadro fra i tuoi vezzi spicca l’Orrore, mentre,
pendulo fra i più cari ciondoli, l’Omicidio
ti ballonzola allegro sull’orgoglioso ventre.

Torcia, vola al tuo lume la falena accecata,
crepita, arde e loda il fuoco onde soccombe!
Quando si china e spasima l’amante sull’amata,
pare un morente che carezzi la sua tomba.

Venga tu dall’inferno o dal cielo, che importa,
Bellezza, mostro immane, mostro candido e fosco,
se il tuo piede, il tuo sguardo, il tuo riso la porta
m’aprono a un Infinito che amo e non conosco?

Arcangelo o Sirena, da Satana o da Dio,
che importa, se tu, o fata dagli occhi di velluto,
luce, profumo, musica, unico bene mio,
rendi più dolce il mondo, meno triste il minuto?

 

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