[u·to·pì·a]
Il mondo contemporaneo ha assoluto bisogno di pensare il futuro come una possibilità buona (Roberto Mordacci). E' nell'ottica di un'opportunità per il cambiamento che bisogna riprendere il viaggio verso l'utopia. Un viaggio diventato sempre più necessario, complesso ma quasi obbligatorio se vogliamo esercitare la nostra capacità di immaginare un futuro nel quale possano coesistere migliori condizioni di vita e relazioni sociali più giuste e vivibili. Il viaggio verso l'utopia dovrebbe essere intrapreso da tutti. Prima di partire il pensiero utopico può servire alla critica del presente e a individuare le mete e le destinazioni da raggiungere.
Viviamo tempi interessanti, sempre presenti, che si sono mangiati il passato e reso già passato il futuro, anticipatori di DISTOPIE future, in formazione ma già latenti, a livello cognitivo e dell’immaginazione (Tutti dietro a uno schermo).
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E dire che viviamo per la prima volta dentro una grande UTOPIA, una realtà virtuale diventata reale, un universo parallelo a quello fattuale.
La fine dell’avvenire, il DEEP NOW nel quale siamo immersi, la vita sociale online caratterizzano l’utopia presente. Nulla cancella però il rimpianto di utopie letterarie (Atlantide, Utopia, Robinson Crusoe, I Viaggi di Gulliver, Gargantua e Pantagruel) e sociali (Owen, Fourier, Campanella).
L’utopia della Rete determina un senso di spossatezza, un presente nel quale nulla cambia, un deserto spirituale nel quale ricordi e sentimenti sono sostituiti da Like e consumi. Ne deriva il bisogno di una via di uscita.
🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
Una possibile soluzione è la ricerca di nuove UTOPIE, raggiungibili uscendo dal conformismo imperante, elaborando pensieri, comportamenti e ATTI DEVIANTI, ragionando di libertà. Basterebbe prendere a calci il cane (Ballard) delle piattaforme tecnologiche, dei dispositivi tecnologici e di Internet.
Tutti a caccia di utopie?
Quali?