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🍒🍒 METAVERSO: il naufragar m’è dolce in questo mare!

🍒🍒 METAVERSO: il naufragar m’è dolce in questo mare!

08 Gennaio 2023 Redazione SoloTablet
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Chiuso, finito, computazionale, deterministico, prefabbricato, questo il metaverso prossimo venturo che ci aspetta. Uno scenario molto diverso da quello emergente dalla poesia Infinito di Giacomo Leopardi. Scenari dissimili ma uniti nell’ossimoro del ”naufragar m’è dolce”. Applicato all’oggi racconta il naufragio emergente e le molteplici crisi sistemiche alle quali non si sa come reagire perché le loro radici sono lontane, profonde e in massima parte (anche volutamente) dimenticate.

Il naufragare dell’Infinito di Leopardi suggerisce il viaggio che riprende dopo il naufragio e la possibilità di nuovi inizi dopo il disastro incombente. Il naufragare odierno, anche quello psichico e della mente, è invece sintomatico dello smarrimento che ci attraversa tutti, della deriva di cui siamo al tempo stesso vittime, complici e protagonisti.  In questo smarrimento, frutto anche di tanta scontentezza e malcontento, il metaverso ci appare come una destinazione ambita perché dentro mondi irreali (nell’iper-realtà direbbe Braudillard), fuori dal mondo, in fondo al mare (novella Atlantide), lontano da una realtà percepita sempre più come complicata, incerta, infelice. 

“Riempi loro il cranio di dati non combustibili, imbottiscili di fatti al punto che non si potranno neanche più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere veramente ben informati.” R. Bradbury

Dentro questa incertezza il metaverso, con le sue narrazioni sfavillanti, si presenta e si racconta come copia perfetta della realtà (fatta di prodotti virtuali, non di elementi naturali), della Terra e della nostra esistenza. Una copia che ci attira come le Sirene di Ulisse, nel nostro ennesimo tentativo di mettere tutto dentro un sistema perché quelli presenti non ci soddisfano più. L’ennesima dimostrazione di quanto l’umanità sia sempre stata attratta da altri universi, dimensioni parallele nelle quali potersi rifugiare per sfuggire le miserie del reale e del presente. La fuga è dalla realtà, da sé stessi e dai propri limiti, verso ambienti (caverne – parchi giochi) virtuali nei quali annegare pensieri e parole dimenticando quanto è dolce il “naufragar” di Leopardiana memoria. 

🍒IL METAVERSO CHE CI ASPETTA

Se si presta attenzione alle narrazioni allucinogene (alcune in realtà allucinanti) dei nostri tempi digitali, il metaverso è già tra noi. Al di là del corpo e della mente, del bene e del male, della vita e della morte. Un mondo raccontato perfetto, fatto di progresso continuo, come se non fosse anch’esso una semplice costruzione umana, una fedele, ma sempre imperfetta, rappresentazione della nostra esistenza di esseri umani sulla Terra. 

Avendo spento la nostra immaginazione e smesso di sognare utopie abbiamo delegato ai Signori della Silicon Valley il compito di dare corpo al nostro futuro attraverso le loro narrazioni, molte delle quali fasulle, non veritiere, ma che operano in modo interstiziale e mitopoietico.  Così accattivanti da plasmare il nostro immaginario e spegnere la volontà, da attrarre l’attenzione di moltitudini. Narrazioni capaci di creare gli eventi che possono trasformare il presente e quindi anticipare in qualche modo anche il futuro (nel metaverso avverrà sempre, i suoi scenari essendo pre-programmati!). 

In attesa di abitare uno dei tanti metaversi in formazione, tutti hanno la possibilità (responsabilità unita a conoscenza e consapevolezza) di informarsi meglio su cosa esso sia, sulle sue reali opportunità e/o potenziali prospettive distopiche. Nulla di nuovo in termini tecnologici (nasce da realtà virtuale, videogiochi, visori VR/AR, ecc.) ma il metaverso potrebbe essere la nuova grande piattaforma informatica e di rete capace di dare il via a una rivoluzione come quella del personal computer, del WWWW e dello smartphone alla Apple. 

Il metaverso in arrivo sarà pervasivo e potente, scalabile e interoperabile, sincronizzato e renderizzato, consumistico, pericoloso se governato da una sola società o entità, anche istituzionale. Il suo arrivo però non è imminente, nonostante la narrazione marketing sia attiva da tempo per prepararne la sua rapida adozione. La sua realizzazione ha bisogno di mettere insieme molteplici tasselli non ancora disponibili, non facili da sviluppare, integrare e rendere operativi: capacità computazionale, larghezza di banda e latenza, motori grafici e del mondo virtuale, piattaforme e loro integrazione, software e codice interoperabile, formati 3D e loro compatibilità, hardware e dispositivi, sistemi di pagamento, ecc. ecc. E meno male che di tutto questo c’è bisogno, ritarderà la colonizzazione del metaverso. 

🍒IL NOSTROVERSO CHE DOBBIAMO PROTEGGERE

Il metaverso al momento non esiste ma è come se già avesse accolto moltitudini. La fabbrica del consenso è già in azione da tempo e conquistato influencer e influenzabili. 

Nella fuga verso il metaverso stupisce che molti di coloro che oggi lo raccontano con colgano quanto esso sia piantato nel nostro aldiquà. Un aldiquà che io chiamo #NOSTROVERSO, un mondo fisico e incarnato, abitato da persone in carne e ossa, con volti e sguardi non trasferibili a ridicoli avatar virtuali in 3D. 

Il metaverso non sostituirà mai il mondo reale. La realtà futura sarà sempre una realtà fatta di tanti mondi paralleli ma il #NOSTROVERSO non perderà mai la sua importanza. Il rischio è che si finisca per credere che il vero *verso percepito sia quello (M)eta, vissuto come un liquido amniotico informatico di cui godere morbidezze e assenza di problemi. 

Il mondo reale al contrario non è fatto di morbidezze ma di asperità, di crepe, di cose da correggere, di contraddizioni stridenti e di paradossi. Oggi è attraversato da profondissime crisi che lasciano intravedere il crollo di una intera civiltà e dal disorientamento. 

Alla crisi si può reagire sospirando con rassegnazione, adeguandosi, preparandosi alla fuga in un #metaverso futuro. La rassegnazione nasce dalla percezione di non potere fare nulla, dal sentirsi già dentro una realtà virtuale, dall’abitudine a fare da spettatori passivi e deboli della storia che si sta vivendo, dallo stare a guardare, dall’ignavia che segna l’adesione al conformismo diffuso e la rinuncia al dubbio, a porsi delle domande e al pensiero critico. 

In alternativa ci si può impegnare per predisporre, insieme ad altri, vie di uscita alle crisi in atto e preparare eventuali e possibili rinascite. Nessuna rinascita sarà però possibile se non si cambia il rapporto che oggi definisce la nostra interazione e ibridazione con la tecnologia. Il cambiamento obbliga ad abbandonare l’istinto animale del branco, la finta libertà difensiva del gregge, il conformismo utilitaristico delle folle e delle moltitudini, la finta socialità dei social. È necessario recuperare il contatto con la natura, la memoria e il pensiero critico, praticare il dubbio metodico, ribellarsi alla piramide sociale che vede l’un per cento della popolazione al comando e tutti gli altri (ceto medio ridottissimo, classe operaia ridotta al minimo, sottoproletari e precarizzati dappertutto) trattati come uomini-merci. Serve socialità vera, incarnata, razionalità (non calcolo o binarietà decisionale) e il ritorno al logos inteso anche come parola, dialogo, narrazione, strumento di consapevolezza e (auto)coscienza ma anche utile per comprendere i limiti che ci caratterizzano come specie umana, primo passo verso la saggezza e la maggiore responsabilità. 

🍒E VOI PER QUALE *VERSO SIETE/STATE?

A contare più di tutto e a fare la differenza saranno le scelte individuali. Scelte compiute dopo avere praticato il dubbio e l’esercizio delle domande, recuperato il pensiero critico e la libertà di scelta, ripensato il proprio ruolo, da umani, sulla Terra, pensando alle generazioni future e al futuro della specie umana tutta. 

Immersi come siamo dentro la narrazione del Metaverso tutti abbiamo la possibilità di costruire scenari futuri che ci vedano protagoinisti. 

Con questo scritto ho provato a raccontare la mia predilezione per il NOSTROVERSO. Voi che predilezioni avete? Verso quale *verso vi sentiti portati o incuriositi? Quanto sarete disponibili a rinunciare al VOSTROVERSO per un METAVERSO costruito da altri?

 

PS:Nelle immagini i miei AVATAR CAMUNNI di 5000 anni fa

PPS: NOSTROVERSO è un neologismo tratto dal libro: OLTREPASSARE - Intrecci di parole tra etica e tecnologia

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