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Foxconn ed Apple: notizie che suggeriscono una riflessione collettiva

Foxconn ed Apple: notizie che suggeriscono una riflessione collettiva

27 Novembre 2012 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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La Foxconn, l'azienda cinese che impiega un milione di operai nelle sue fabbriche che producono i prodotti della Apple, sta decidendo di costruire un nuovo stabilimento negli USA. Una notizia che deve far riflettere tutti, soprattutto quelli che ancora insistono sulla validità di un modello capitalistico che ha globalizzato la produzione impoverendo i ceti operai di tutto il mondo e causando buona parte delle crisi delle economie nazionali occidentali. La riflessione è necessaria perchè la crisi economica che ha colpito l'europa e i paesi occidentali può avere conseguenze gravi per la democrazia, la civiltà e la libertà delle persone.

La Foxconn Technology Group è uscita dall'anonimato da tempo. A rendere nota l'azienda cinese che da lavoro a più di un milione di operai, non è stata la sua produzione di iPad e iPhone ma le molte notizie legate alle proteste dei suoi dipendenti contro le condizioni inumane di lavoro a cui vengono sottoposti.

I media, prima molto disattenti, sono oggi più sensibili ad ogni notizia che arriva dall'azienda cinese e stanno contribuendo a rendere note situazioni inaccettabili nel nostro mondo occidentale e che non dovrebbero essere accettate neppure dal manageent di quelle aziende multinazionali che alla Foxconn Technology Group commissionano i loro prodotti tecnologici (iPhone, iPad, PlayStation 3, Xbox 360, Wii, Kindle), Apple in testa.

 

 

A gennaio di quest'anno 300 operai hanno minacciato il suicidio per protestare contro il rifiuto di un aumento di salario (per arrivare a 200/250 dollari al mese). La protesta è poi rientrata per l'intervento pacificatore del sindaco della città di Wuhan, la capitale della provincia di Hubei nella Cina centrale. Rinunciando al gesto minacciato gli operai hanno avuto modo di raccontare, nell'anonimato, come fossero stati impiegati nella fabbrica senza alcun tipo di formazione e come già dopo una giornata di lavoro, a causa della velocità impressa alla catena di montaggio, fossero ricoperti piaghe, ferite e polvere nera e pericolosa per la salute.

“The welfare of our employees is our top priority, and we are committed to ensuring that all employees are treated fairly and that their rights are fully protected.” - Foxconn

Questa protesta non è stata la sola e sicuramente non tutte sono state rese note o hanno raggiunto la visibilità dei media.

Alcuni dei fatti finiti nel radar dei media e dell'opinione pubblica:

  • nel 2010 14 operai si sono suicidati (elenco completo su Wikipedia ) in varie fabbriche dell'azienda a causa delle discriminazioni subite e per le troppe ore di lavoro
  • maggio 2010, il lavoratore Lu Xin si uccide lanciandosi dalla finestra del suo appartamento. Riconosciuto dai suoi colleghi come una persona dalla mente aperta che amava ballre, cantare e viaggiare.
  • gennaio 2011 Wang Ling una dipendente di 25 anni si uccide buttandosi dal suo appartamento
  • luglio 2011 Mr. Cai si uccide buttandosi dal tetto della fabbrica di Shenzen
  • a maggio 2011 una esplosione nella fabbrica di Chengdu, nella quale si assemblano gli iPad,  ha causato il ferimento di 16 lavoratori, tre dei quali in modo grave. Fonti anonime hanno indicato nella polvere accumulato che ha fatto da combustibile esplosivo
  • 2012, Foxconn ammette di assumere ragazzi di 14-16 anni
  • 2012, rese note le pressioni e le minacce dell'aziende nei confronti di dipendenti che hanno avuto incidenti in fabbrica e delle loro famiglie
  • 2012, una intera fabbrica di 79000 dipendenti è stata bloccata da uno sciopero dei lavoratori. Secondo Foxconn la chiusura è stata causata da scontri nati tra gruppi diversi di dipendenti che hanno suggerito la chiusura, Le persone coinvolte secondo le sacrse notizie trapelate sono state più di 2000.
  • ottobre 2012, 3/4000 operai di nuovo in sciopero con la richeista di aumento dei salari. Sciopero che secondo Foxconn non è mai avvenuto

Le proteste internazionali e il ruolo dei media sono serviti a catturare l'attenzione delle aziende (Apple, Nokia, HP, Dell, Sony, Sony Ericsson, e Motorola) che alla Foxconn commissionano la produzione dei loro prodotti ma non sono stati sufficienti a risolvere i problemi e ad alleviare la vita dei diepndenti, come dimostarto anche da un rapporto pubblicato da SACOM ( Students and Scholars Against Corporate Misbehavior) una organizzazione non-profit fondatanel 20055 ad  Hong Kong. Apple ha nel frattempo deciso di organizzare delle ispezioni attraverso il Fair Labor Association assicurando interventi severi su ogni OEM che impiega bambini al lavoro. Un altro problema rimasto aperto dopo che la Foxconn ha ammesso di averlo fatto.

“Hon Hai has a workforce of over one million worldwide and as human beings are also animals, to manage one million animals gives me a headache.” Terry Gou, chairman of Foxconn

Di fronte alle proteste internazionali e alla maggiore attenzione dei committenti, preoccupati del danno di immagine derivante ai loro marchi (meno alle condizioni di vita dei lavoratori), Foxconn ha deciso di correre ai ripari con due iniziative che stanno già facendo discutere.

La prima prevede l'apertura di una nuova fabbrica negli Stati Uniti, la seconda prevede la sostituzione di alcuni lavoratori con robot e macchine 'intelligenti' del costo di 20-25000 dollari l'una. Secondo fonri aziendali sarebbero già stati acquistati 10000 robot e altri 20000 arriveranno entro la fine del 2012 (Singularity Hub). L'introduzione dei robot viene motivata dall'azienda con la ricerca di maggiore efficienza e produttività. In realtà la spiegazione più reale è la volontà di ridurre i costi del lavoro, in crescita dopo gli aumenti ( 25% sul salario base ma non applicati a tutti come raccontato nel rapporto della SACOM)  che sono stati introdotti a fronte delle proteste dei dipendenti e per poter contrastare anche il numero di scioperi crescente che sta interessando le molte fabbriche della Foxconn.

La notizia relativa ad una possibile apertura di una nuova fabbrica negli Satati Uniti non è passata inosservata in un paese che ha un 8% di disoccupazione e non riesce a creare nuovi posti di lavoro a causa della crisi che dura dal 2008. Una nuova fabbrica potrebbe risolvere i problemi delle mancate consegne da parte della Foxconn alla Apple e permettere di mettere sul mercato i nuovi prodotti con il marchio "Made in USA". Secondo Digitime le città candidate per la nuova fabbrica sarebbero Detroit (18,1 di disoccupazione) e Los Angeles (11,2 di disoccupazione). Rimane del tutto ignoto e tutto da scoprire cosa farà Apple, visto che il costo del lavoro in USA obbligherà ad un aumento o ad una rinuncia di proditto nell'ordine di 75-100 dollari per dispoditivo. Altrettanto imprevedibile è come Foxconn riuscirebbe a richiamare forza lavoro qualificata vista a nomea anti-sindacale e anti-operaia che si è creata con le sue fabbriche in Cina. A rironare negli USA non sarebbero comunque lavori sottopagati e che richiedono basse competenze.

 

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