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Mente, cervello e tecnologia

Mente, cervello e tecnologia

10 Aprile 2014 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Il 15/16 di marzo si è tenuta a Milano la quarta edizione del Brainforum, un evento che ha riunito alcune delle eccellenze italiane nel campo delle neuroscienze. Con una formula innovativa 50 scienziati si sono alternati sul palcoscenico alternando presentazioni, lezioni magistrali e dibattiti ma anche relazioni scientifiche, spettacoli teatrali e film. Molto materiale è online e ne consigliamo la visione. Il tema di fondo è la neuroscienza ma si parla molto anche di tecnologia.

L'evento ha permesso anche ai non addetti ai lavori di accrescere le loro conoscenze sulle tematiche collegate alla ricerca sul cervello, alla intelligenza artificiale, alle manipolazioni della memoria, al rapporto tra uomo e computer, all'empatia, all'identità e all'immagine del sè.

Molti di questi temi hanno trovato espressione frequentemente anche su SoloTanlet. Non con la stessa profondità di analisi ma semplicemente come spunti per riflessioni allargate sulla tecnologia, la sua evoluzione e il suo impiego in campi diversi da quelli solitamente considerati da un pubblico di consumatori di gadget tecnologici.

Il Brainforum di quest'anno ha portato alla ribalta ricercatori italiani, e tra loro molti giovani e le donne. L'idea di unire insieme scienza e edutainment ha favorito la partecipazione e la presenza di un pubblico eterogeneo.

La vera sopresa è stato coniscere quanto sia vasta e diffusa la ricerca sul cervello in Italia e quanto siano ramificate e all'avanguardia le reti di laboratori e scienziati che operano nel campo delle neuroscienze.

Tutto il materiale presentato durante il Brainforum è online, qui ne presentiamo solo alcuni esempi.

Quel che c’è nel cervello alla nascita

Giorgio Vallortigara, professore di Neuroscienze e Direttore del CIMeC, il Center for Mind/Brain Sciences dell’Università di Trento.

Lo studio dei fondamenti biologici della cognizione degli oggetti, dello spazio e del numero costituisce uno dei settori di ricerca di frontiera delle neuroscienze. Saranno presentate le ricerche condotte in parallelo nel mio laboratorio impiegando modelli animali,sfruttando il fenomeno dell’imprinting, e neonati della nostra specie. I risultati di queste ricerche suggeriscono come gli esseri umani condividano con gli altri organismi un’intuizione primaria di oggetto, spazio e numero, e come tale intuizione non dipenda da specifiche esperienze, bensì sia presente nel cervello alla nascita e sia necessaria per il costituirsi delle esperienze. 

Dalla Fantascienza alla scienza

Giorgio Metta è direttore dell’ iCubFacility all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), dove guida lo sviluppo del robot umanoide iCub. 

Gli orologi del cervello

La Prof Morrone è una esperta di fama internazionale della neurobiologia dei sistemi sensoriali nell’uomo e nei neonati soprattutto attraverso modelli matematici, studi di psicofisica dell’uomo e più recentemente a studi di patologia cerebrale con i metodi più moderni del Brain imaging.

Rappresentazioni dello spazio e del tempo nel cervello.

Percepire è un’operazione di una facilità ingannevole: aprendo gli occhi vediamo un mondo variegato pieno di oggetti, tutti perfettamente definiti sin nei minimi dettagli e stabili nel tempo e nello spazio. Ma i meccanismi sfruttati dal nostro sistema neurale per realizzare questo miracolo percettivo sono tutt’altro che chiari. Il nostro corpo e i nostri occhi si muovono di continuo, spostando l’immagine sulla retina e la nostra posizione nello spazio esterno,eppure il cervello riesce a calcolare con precisione il numero di oggetti, la loro posizione nello spazio e il continuo fluire degli eventi. In passato la rappresentazione cerebrale dello spazio e del tempo sono stati studiati separatamente, e concepiti quali dimensioni indipendenti, ma le ultime ricerche di vari laboratori, incluso il mio, indicano che in realtà esse sono intimamente legate: la determinazione temporale degli eventi dipende dalla collocazione spaziale, e sia il tempo che lo spazio sono strettamente connessi ai numeri. Sono queste rappresentazioni cerebrali che dinamicamente si adattano al contesto sensoriale, influenzandosi reciprocamente ed essenziali per riuscire a costruire una rappresentazione stabile del mondo esterno. 

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