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Per non vederti costantemente riflesso, ogni tanto specchiati

Per non vederti costantemente riflesso, ogni tanto specchiati

04 Febbraio 2019 Carlo Mazzucchelli
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Usciti dallo schermo specchio digitale e immersi nuovamente nello specchio tradizionale e riflettente non si esce dall'inganno e dall'illusione che sempre è prodotta dalle immagini riflesse. Non si scappa dalla disillusione che esse producono ma almeno sarà possibile riflettere, riconoscere che l'immagine riflessa non coincide con l'immagine che si ha di sé e provare ad accedere a una nuova fase di consapevolezza che consenta di riconoscersi nell'immagine trasmessa dallo specchio, evitando di fare la fine di Narciso. Operazione molto più complicata se tentata con le molteplici immagini riflesse dagli specchi multi-schermo della tecnologia.

Scriveva Milan Kundera nel suo libro L'immortalità: “Immagina di vivere in un mondo dove non ci sono specchi. Il tuo viso lo sogneresti e lo immagineresti come un riflesso esterno di quello che hai dentro di te. E poi, a quarant’anni, qualcuno per la prima volta in vita tua ti presenta uno specchio. Immagina lo sgomento! Vedresti un viso del tutto estraneo. E sapresti con chiarezza quello che ora non riesci a comprendere: tu non sei il tuo viso.”  La stessa esperienza potrebbe toccare anche a chi oggi vive principalmente dentro i mille schermi dei suoi dispositivi (la prima percezione della propria identità per molti bambini passa oggi attraverso schermi tecnologici), convinto che, senza essere rappresentate dentro un display, tutte le immagini muoiano in fretta, nonostante l'ossigeno di cui sono alimentate attraverso i media e le piattaforme sociali (citazione da Marc Augè). 

Il display tecnologico è diventato lo strumento principe per interpretare i molti mondi paralleli che frequentiamo e per dare forma alla nostra immagine, abitando con essa le molteplici realtà immaginarie in cui ci rispecchiamo. È uno spazio dell’immaginario dentro il quale attingiamo quanto serve per le nostre attività creative, produttive e di organizzazione del vivere quotidiano. È uno spazio dell’illusione legata al riflesso e alla capacità dello schermo tecnologico di condizionarci cognitivamente, nella nostra produzione sia materiale che simbolica, nella ricerca della verità e della felicità. È uno specchio schermo con funzioni magiche capace di ritornare riflessi nella forma di immagini virtuali. 

L’utilizzatore del dispositivo tecnologico le percepisce al suo interno ma esse sono in realtà un semplice canale per il passaggio di informazioni, che favorisce l'immaginazione ma produce anche illusioni e allucinazioni che non aiutano l’integrità dell’Io che vi si rispecchia. L’immagine riflessa dà forma a una nuova identità, un doppione di quella reale che, per la sua semplice esistenza, mette in dubbio la percezione della realtà del soggetto. In uno specchio che riproduce all’infinito l’immagine specchiata, quale può essere considerata reale e veritiera? Cosa succederebbe se il display si frantumasse in mille cocci e se essi ci ritornassero, in piccoli fotogrammi, la frammentazione e disintegrazione del nostro Io riflesso? Ci specchiamo nel display alla ricerca di noi stessi e non ce ne distacchiamo perché, se e quando, lo facciamo, sappiamo che il risultato sarà la nostra scomparsa e la nostra assenza. 

Il display come specchio serve alla verifica del sé, a sentirsi vivi e poco importa quanto l’immagine ricevuta sia distorta e lontana dalla realtà. Serve a vedere l'Io riflesso anche quando il dispositivo è spento o viene riposto sul comodino accanto al letto e viene usato anche per guardarsi dentro. Liberarsi dall’immagine che gli schermi ci ritornano sullo schermo specchio non è semplice perché un eventuale distacco potrebbe generare frustrazione e insoddisfazione, ma non è mai troppo tardi per farlo. Un modo semplice forse c'è e consiste nel tornare a usare gli specchi tradizionali. Prima lo si fa e prima si comprende che l'immagine virtuale dei display digitali non è veritiera: "tu non sei il tuo profilo digitale". 

Usciti dallo schermo specchio digitale e immersi nuovamente nello specchio tradizionale e riflettente non si esce dall'inganno e dall'illusione che sempre è prodotta dalle immagini riflesse. Non si scappa dalla disillusione che esse producono ma almeno sarà possibile riflettere, riconoscere che l'immagine riflessa non coincide con l'immagine che si ha di sé e provare ad accedere a una nuova fase di consapevolezza che consenta di riconoscersi nell'immagine trasmessa dallo specchio, evitando di fare la fine di Narciso. Operazione molto più complicata se tentata con le molteplici immagini riflesse dagli specchi multi-schermo della tecnologia.

 

 

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