Esprimere la genitorialità in tempi tecnologici significa predisporsi, anche psicologicamente, a riorganizzare le proprie vite in senso pragmatico, ad accettare nuovi stili di vita ed essere attori di cambiamento, confrontandosi con realtà poco conosciute e capaci di creare disagio e difficoltà nella relazione genitori-figli.
La vita dei genitori dei ragazzi Tecnorapidi si è svolta in un periodo di grandi cambiamenti tecnologici (personal computer, Internet, network, ecc.) che hanno dato avvio alle numerose rivoluzioni tecnologiche degli ultimi decenni ma non possono essere paragonati a quella attuale. L’esperienza di tutti i giorni dei ragazzi delle nuove generazioni si è riempita di un numero elevato di nuovi gadget tecnologici che hanno cambiato la loro vita e forse, a detta di alcuni neuro-scienziati, modificato anche il loro cervello. Dal predominio della televisione e, per alcuni, del personal computer, si è passati alla onnipresenza di smartphone e tablet, connessioni Internet e social network, console di gioco e lettori musicali. Questi strumenti hanno cambiato anche la vita dei genitori rendendo per loro più complicato riuscire a comprendere gli impatti della tecnologia sui ragazzi. Ne è derivata una ignoranza diffusa sui comportamenti dei ragazzi e sui loro meccanismi cognitivi che ha fatto emergere la tendenza a ritrarsi pigramente in una genitorialità assente e poco incline all’impegno, a prendersi cura dei ragazzi e a dare loro sostegno in ambiti ritenuti scivolosi perché poco praticati e conosciuti.
Al contrario una genitorialità attiva e di qualità richiederebbe una presenza costante, un prendersi cura attento e vigile, un sostegno militante con l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi degli effetti negativi della tecnologia e di crescere (evolvere) tecnologicamente in compagnai dei propri figli.
Anche se gli effetti imputati alla tecnologia sono oggetto costante di dibattiti e visioni contrastanti, la cronaca ha evidenziato da tempo problemi concreti e associabili alle tecnologie come l’obesità (problema associato anche ad un uso eccessivo della televisione), i problemi del sonno, il calo di attenzione e la difficoltà alla concentrazione, il calo prestazionale a scuola. Non tutti questi problemi sono imputabili strettamente all’uso (abuso) di prodotti tecnologici ma devono essere oggetto di attenzione e di intervento da parte di genitori che hanno deciso di esprimere una genitorialità Tecnovigile.
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La maggior parte dei genitori si preoccupa del tempo che i loro ragazzi passano online e di porre dei limiti all’uso delle tecnologie. Dimentica così che i rischi veri nascono dai comportamenti dei ragazzi e da ciò che fanno con la tecnologia. Per molti ragazzi Internet è uno strumento positivo ma alcuni adolescenti e bambini possono diventare vittime di abusi ed essere esposti a rischi potenziali. I genitori non hanno grande controllo sul mezzo Internet e le sue applicazioni, sono in difficoltà a definire regole e vincoli d’uso e costretti a osservare le vite online dei loro ragazzi condotte spesso in modo autonomo e solitario. Possono però sviluppare stili di vita e buone pratiche per mediare le relazioni esistenti tra i loro figli e le tecnologie. Possono assumere un approccio proattivo fondato sulla conversazione e il dialogo, uno restrittivo basato sulla imposizione di alcune regole e scelte o coinvolgente costruito su un affiancamento costante dei ragazzi nelle loro attività tecnologiche. Possono anche ricercare una sintesi tra i tre stili di vita esposti focalizzandosi sulla relazione con i propri figli nel suo insieme, nella vita reale così come in quella digitale.
Nel suo approccio olistico, tendente a creare un contesto e un clima familiare e domestico ottimale per una supervisione non invasiva ma percepita dagli stessi adolescenti come responsabile, coinvolgente e ‘affettuosa’, il genitore Tecnovigile deve puntare a prestare particolare attenzione a comportamenti di bullismo, al tipo di frequentazioni sociali online, alle varie forme di rappresentazione del sé usate, alla condivisione di foto e molto altro ancora. Il tempo passato online è importante ma molto di più lo è come questo tempo, anche quando è limitato, viene utilizzato. Di questo tempo i genitori devono essere partecipi in modo attivo per comprendere le esperienze tecnologiche dei loro figli vivendole con loro, parlandone e sperimentarle in modo da sfruttarne le potenzialità e limitarne gli effetti negativi.
L’obiettivo non può essere solo il controllo o la stretta sorveglianza.
L’attenzione non può essere rivolta solo al ragazzo ma anche alle comunità, ai gruppi e alle reti sociali che frequenta. Online, molte esperienze sono condivise con numerose persone con caratteristiche personali (età, genere, etnicità, cultura, ecc.), abitudini, espressioni e comportamenti diversi. Essere a conoscenza di ciò che i ragazzi fanno quando sono online aiuta a comprendere le loro abitudini e i loro comportamenti ma anche a conoscere chi frequentano e quando lo fanno. Una presenza genitoriale può cambiare i comportamenti di queste persone dando forma a esperienze e interazioni online più serene e sicure. Questa presenza deve essere esercitata con la convinzione che nella vita virtuale rischi e pericoli sono sempre presenti ma che i contenuti digitali possono anche essere assolutamente sicuri, piacevoli, istruttivi e ricchi di opportunità. Esattamente come lo sono molte situazioni e ambienti del mondo reale.
Nella vita reale i pericoli sono l’abuso di alcool, il fumo, la droga e la pornografia. Nella vita virtuale online non ci sono abusi di sostanze ma non cambia la pericolosità dei rischi. Le vulnerabilità si manifestano nella forma di furto di identità e credenziali personali, di uso inavvertito di malware e di contenuti inappropriati, di comportamenti di cyberbullismo e sexting e di abusi da parte dei numerosi predatori online che abitano la rete.
Prevenire i rischi associati ad un abuso della tecnologia o da una sua dipendenza non è semplice, soprattutto se non si vuole osservare e porre attenzione ai comportamenti e alle azioni dei ragazzi e conoscere le loro pratiche di vita virtuale. I segnali che indicano l’emergere di potenziali rischi e sofferenze sono diversi. Tutti pongono interrogativi, obbligano a nuove responsabilità e decisioni e suggeriscono interventi e maggiore cura genitoriale.
Gli elementi che dovrebbero sollevare interrogativi e preoccupazione dipendono sia da situazioni esperienziali dei ragazzi sia dalle percezioni che ne derivano rispetto all’uso delle tecnologie, al tempo a loro dedicate e al tempo che manca per fare cose tradizionali o alternative.