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Neet italiani a quota due milioni

Neet italiani a quota due milioni

30 Novembre 2020 Redazione SoloTablet
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L'Istat ha fotografato una situazione drammatica, quella di due milioni di giovani che non lavorano, non studiano e, spesso, hanno anche perso la speranza di trovare un lavoro. In totale i cosiddetti NEET italiani sono valutati in due milioni.

La rilevazione cade nel momento in cui tutti i governi europei, compreso quello italiano, stanno discutendo su come spendere e dove investire i sussidi e i prestiti che la comunità europea sta mettendo a disposizione per superare la crisi da Coronavirus in corso. La situazione fotografata da Istat è drammatica, unica in Europa.

Nel 2019, segnala l’istituto di statistica, nel nostro Paese il 22,2% dei giovani tra 15 e 29 anni non lavora e non studia, tra gli stranieri sono il 31,2%.. Si tratta di due milioni di ragazzi. Sono i cosiddetti “Neet” (Not in Education, Employment or Training, ovvero non studente, né occupato, né in formazione), per i quali l’Italia si riserva il primato all’interno dell’Unione europea, con un valore percentuale di circa 10 punti superiore alla media del Continente (12,5%) e decisamente più distante dai valori degli altri grandi Paesi europei.

Tra i giovani con un titolo di studio di scuola superiore l'incidenza dei NEET è del 23,4%, leggermente più bassa, al 21,6%, tra chi ha raggiunto al massimo un titolo secondario inferiore (licenza media). L'incidenza scende al 19,5% tra coloro che possiedono una laurea. In Europa invece l’incidenza è massima tra coloro che possiedono un basso livello di istruzione (14,8%), confermandosi minima tra i laureati (9,0%). Resta dunque sempre presente il problema del mancato inserimento, nel mercato del lavoro italiano, di giovani laureati che poi, inevitabilmente, finiscono per offrire le proprie alte competenze all’estero.

La rilevazione Istat ha anche evedenziato un divario sostanziale di genere. La condizione è più diffusa tra le donne (24,3%), che tra  gli uomini (20,2%), indipendentemente dal livello di istruzione. Un capitolo a parte è rappresentato dal Mezzogiorno che, anche in questo caso, mostra un gap notevole rispetto al Nord. Nel Sud Italia l’incidenza dei Neet è al 33%, più del doppio rispetto dal dato fotografato al Nord (14,5%), al Centro invece l’Istat segnala un 18,1%.

L’aspetto più drammatico e che riguarda il 32% dei Neet è che non lavorano, non studiano e, spesso, hanno anche perso la speranza di trovare un lavoro. Mentre il 36,8% cerca attivamente un impiego e il 31,1% fa parte delle forze di lavoro potenziali, ovvero quelli che non cercano attivamente un lavoro, ma sono disponibili a lavorare, oppure quelli che cercano lavoro ma non sono subito disponibili.

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