
Nulla può essere collegato in modo certo ma è probabile che la causa dell'ennesimo suicidio di una ragazza di 14 anni sia la sua frequentazione dei network sociali online e l'uso che di essi ne è stato fatto da persone collegate con lei o che avevano visibilità sul suo profilo e la possibilità di interarvi online. Alcuni di questi contatti lo hanno fatto pubblicando frasi come "Sei un cesso, sembri ancora una mabina, vatti a nascondere....." e altre frasi simili.
L’illusione della concentrazione nel mondo digitale
Con l'obiettivo di fare chiarezza per il momento la polizia ha sequestrato computer e dispositivi mobili della ragazza e stanno interrogando genitori, pareni e amici per verificare eventuali precedenti ed episodi avvenuti in rete e che possano avere causato il gesto autolesionista dell'adolescente.
Le prime informazioni indicano che la ragazza era sotto tiro online da parte di contatti che le dileggiavano e insultavano con frasi pesanti e non vere. La ragazza infatti non era brutta, solamente ragile e probabilmete sensibile alla percezione che gli altri le comunicavano.
Dai primi riscontri sui dispositivi della ragazza emergono messaggi e insulti riferiti al suo aspetto fisico e alla sua disponibilità sessuale. Messaggi che devono essere stati percepiti negativamente e devono aver dato origine allo stato malessere degenerato nella sua decisione di suicidarsi.
I giornali e i media si occuperanno di questa notizia per alcuni giorni ancora e poi se ne dimenticheranno.
Sarebbe invece utile che tutti matenessero accesi i riflettori sulle conseguenze e sugli effetti che le tecnologie hanno sulla vita reale delle persone e in modo particolare delle nuove generazioni fatte da ragazzi e ragazze, che proprio perchè sono nativi digitali, risultano essere più indifesi e impreparati a difendersi, proprio nel momento più critico del loro sviluppo e dellla loro crescita identitaria.