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Cloud: non solo riduzione dei costi

Cloud: non solo riduzione dei costi

11 Luglio 2013 Gian Carlo Lanzetti
Gian Carlo Lanzetti
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Una indagine sul Cloud Computing condotta per conto di CA Technologies. La stragrande maggioranza degli intervistati ha risposto che le implementazioni cloud realizzate in azienda hanno soddisfatto o superato le aspettative per tutti i modelli di servizio, inclusi Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS) e Software as a Service (SaaS).

Secondo lo studio The TechInsights Report 2013: Cloud Succeeds. Now What? Condotto da Luth Research e Vanson Bourne per conto di CA Technologies, i manager intervistati (responsabili informatici che hanno implementato servizi cloud da almeno un anno) sono convinti che il modello aziendale del cloud abbia superato la fase di sperimentazione e stia per raggiungere un livello di maturità nel quale i benefici risulteranno superiori alle attese.

Aspetto importante: la stragrande maggioranza degli intervistati (non è noto il campione, ndr) ha infatti  risposto che le implementazioni cloud realizzate in azienda hanno soddisfatto o superato le aspettative per tutti i modelli di servizio, inclusi Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS) e Software as a Service (SaaS).

“Inizialmente pensavamo che successi e criticità sulle varie tipologie di deployment e modelli di servizio adottati si sarebbero bilanciati, risultando pari”  dichiara Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies. “Ci ha invece sorpreso scoprire che gli intervistati sono molto soddisfatti delle iniziative di cloud intraprese (dato che conferma la maturità del fenomeno) e che si stanno impegnando a sfruttarle al massimo per promuovere innovazione, velocità e migliori performance, e non solo cost reduction”. Gli USA hanno un’esperienza maggiore rispetto all’Europa e all’Italia: il 55% dei manager statunitensi utilizza il cloud da tre o più anni, contro il 20% dei soggetti europei e il 13% degli italiani.

Dal punto di vista dei benefici attesi, fermo restando che la priorità numero uno rimane l’abbattimento dei costi, nel caso delle organizzazioni con maggiore esperienza ritroviamo ai primi posti della classifica la maggiore velocità nel creare innovazione. Nell’indicare i primi tre obiettivi nei deployment IaaS, PaaS e SaaS, i responsabili europei e italiani hanno dato la preferenza alla “riduzione dei costi complessivi” (il 65% in Europa e il 74% in Italia), mentre i loro colleghi d’oltreoceano hanno evidenziato la “maggiore velocità d’innovazione” e la “migliore performance, scalabilità o resilienza dell’IT”; in effetti, la riduzione dei costi non figura fra i primi tre obiettivi degli IT manager statunitensi.  “A mano a mano che le imprese acquisiscono maggiore esperienza nell’adozione del cloud, si evolvono anche i loro desiderata,” ha dichiarato Tittarelli. “Il costo viene spesso considerato un beneficio anticipato (o persino un risultato imprescindibile) con cui giustificare l’adesione al modello cloud. Una volta dimostrato che il cloud computing contribuisce a migliorare la bottom line aziendale, la funzione IT può dedicarsi all’innovazione e ad altri obiettivi più strategici come il miglioramento di performance e security”.

In questo contesto la sicurezza rimane una questione controversa: per quasi tutti gli intervistati (98%), il cloud ha soddisfatto o superato le aspettative di sicurezza su IaaS, PaaS e SaaS; però nell’elencare i motivi principali alla base del successo del cloud computing, quasi un terzo ha risposto che “la sicurezza si è rivelata un problema minore del previsto”. Ciononostante, quasi la metà degli intervistati (46%) ha indicato la sicurezza come motivo numero uno per non trasferire ancora su cloud le applicazioni.

Pare inoltre che il cloud si vada prospettando come una opportunità per i partner che optano per l’offering di questi servizi. In particolare i partner le cui entrate sono riconducibili per oltre il 50% al cloud stanno beneficiando di maggiori profitti lordi, numerosi nuovi clienti, maggiori entrate per dipendente e una crescita complessiva più rapida: è quanto emerge da un nuovo studio commissionato da Microsoft ad IDC e presentato qualche giorno fa durante l'annuale Worldwide Partner Conference di Microsoft, che ha coinvolto più di 14.000 partecipanti provenienti da 150 Paesi

Osserva Darren Bibby, Program Vice President di Channels and Alliances Research di IDC "Non è stato esclusivamente il Cloud a determinare questi numeri straordinari, sebbene sia assolutamente uno dei fattori chiave; i partner dalle performance migliori sono stati i visionari che hanno puntato sul Cloud prima degli altri.Siamo a un punto tale della generale transizione del settore al cloud, che è probabile che i partner che non migreranno parte del proprio business sulla cloud non sopravvivranno. Per alcuni partner che si stanno preparando a vendere la propria aziende o ad andare in pensione potrebbe andar bene, ma per la maggior parte no”.

Un ultimo aspetto riguarda la fidelizzazione: I dati di IDC rivelano che le aziende preferiscono acquistare soluzioni IT end-to-end da un unico fornitore di servizi cloud e collaborare con aziende con cui hanno stabilito un solido rapporto.

Gian Carlo Lanzetti

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