Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Molti ricercatori, tecnologi, psicologi e studiosi sottolineano quanto sia cambiata la vita affettiva delle persone nell'era digitale. Il cambiamento rilevato è quello di un crescente decremento di empatia tra le persone, in particolare tra i nativi digitali, cresciuti e formatisi con Internet e Facebook, sempre connessi ma anche sempre più disconnessi emotivamente dalla realtà. A questi giovani la tecnologia offre risposte premasticate e con soluzioni già pronte, in forma di nuove funzionalità e modalità di vita sociale online, grazie a strumenti o applicazioni pensate appositamente per facilitare empatia, calore umano, ascolto, compassione e relazione e di riempire i loro vuoti emotivi. Ma la tecnologia non può essere la soluzione.
Invece di ricaricare lo smartphone, ricarica te stesso
Nessuna nuova applicazione di social networking potrà mai sostituire una conversazione umana fatta di sguardi e linguaggi del corpo, di emozioni dettate dai desideri, dalle sue colorature semantiche e punteggiature, dai toni e dai suoi obiettivi pragmatici. Per colmare vuoti emotivi, assenza di conversazione e di scambio è necessario recuperare un rapporto umano diverso da quello virtuale della Rete. Un primo passo per farlo è staccare la spina, anche solo periodicamente o per un tempo limitato.
Disconnessi dal fastidioso rumore di fondo (click, like, cinguettii, ecc.) della Rete e da quello assordante dei suoi spazi sociali, pullulanti di presenze ed eruttanti attività, si potrà così recuperare una sana capacità di introspezione, contemplazione, meditazione e riflessione su sé stessi. Una capacità utile per conoscersi e riconoscersi, per dedicare maggiore attenzione e sviluppare maggiore rispetto verso sé stessi e verso gli altri.
Alla fine di questo percorso si potrà riattaccare la spina scoprendo che si può vivere la tecnologia in modo diverso, critico e consapevole delle nostre vulnerabilità verso di essa e dei suoi effetti sulla nostra vita quotidiana, individuale e sociale, personale e lavorativa, emotiva e psicologica.