Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Facebook è un mondo chiuso, hai bisogno di nuovi spazi di libertà
Nell'immaginario collettivo e nella retorica dello storytelling internettiano e di molti media, Facebook è considerato uno spazio aperto e di libertà espressiva. Viene per questo identificato e confuso con Internet e i suoi spazi Web. In realtà Facebook è una applicazione che, come tale, ha un suo perimetro di azione delimitato dalle pareti trasparenti, ma per questo non meno resistenti, di un acquario.
Facebook non è Internet ma una APP che usa Internet. Come tale è un mondo chiuso, determinato, anche se trasparente. Chiusa e delimitata da algoritmi e logiche applicative è anche la sua realtà cognitiva e sociale. Facebook è un acquario, Facebook è una voliera. Due metafore per descrivere una trappola tecnologica in cui coabitano due miliardi di individui, diventata in tempi brevissimi la rappresentazione di un mondo irreale e virtuale, capace di celare verità e realtà fattuali nelle sue profondità e per quest percepito come assolutamente reale. Non è un’utopia che lascia libertà di immaginazione, di pensiero e di sogno. È uno spazio delimitato, seppure trasparente ed elastico, nel quale il linguaggio, le relazioni e le esperienze sono decantate nella loro ricchezza e potenzialità ma in realtà sono spezzate, frammentate e condizionate dai linguaggi, dalle funzionalità e dalle sintassi imposte, dal tipo di conversazioni praticate, dalle forme relazionali favorite e dalla forza degli algoritmi.
Abbandona il multitasking tecnologico
Facebook è un mondo rovesciato nel quale i suoi protagonisti guardano la realtà con i piedi piantati sul soffitto perché è il solo modo che hanno di vedere la loro realtà. Facebook è una immagine riflessa del mondo e la rappresentazione esteriore dei mondi interiori di chi lo frequenta. Un mondo che è incapace di evitare loro incubi e paure future. Si presenta come un’utopia realizzata, capace di costituirsi al di fuori dei mondi reali esistenti e al tempo stesso di comprenderli tutti, rappresentarli e sostituirli. In realtà Facebook è una realtà nella quale la vita individuale e sociale sono sì rappresentate e contenute ma in modo distorto, condizionate e sottomesse alla ideologia aziendale e politica di Facebook e del suo fondatore dando forma, ancor più illusoria, ai molti spazi reali che costituiscono la vita degli individui e alimentano il loro immaginario.
Chi vuole sperimentare spiragli di libertà e zone temporaneamente libere deve abbandonare Facebook e vivere esperienze sociali nella vita reale. Può decidere se rimanere complice di una piattaforma che, con i suoi algoritmi e botnet, censura, cancella e impedisce la condivisione di ogni pensiero, idea o immagine che non sia conforme alla filosofia e all’etica conservatrice e libertariana di Facebook, oppure andarsene, in cerca di nuove libertà.
Fare una scelta di libertà è diventato cruciale per sfuggire ad un grande esperiemento sociale, tecnico, economico, culturale e politico (citazione da Ippolita) che prefigura le nuove distopie che si stanno delineando e che prevedono minore libertà per molti e democrazie deboli o assenti.