
La vera rivoluzione dell'auto senza autista sta tutta nella possibilità per persone diverse di farne uso anche se l'auto non è loro. Sarà un'auto disponibile a familiari e amici, a lavoratori e cittadini in cerca di un mezzo per i loro spostamenti lavorativi o in aree urbane, per lo shopping e il tempo liberi. Sarà un servizio offerto da un prodotto tecnologico condiviso che è destinato a cambiare in profondità il nostro modo di spostarsi nel prossimo futuro.
Il futuro facilmente prevedibile emergente dalle nuove tecnologie non deve però illudere. Siamo ancora agli albori di una rivoluzione che richiederà parecchi anni prima di realizzarsi. I progetti in corso sono innumerevoli ma è probabile che prima del 2020 non trovino applicazioni reali. Secondo gli analisti del mercato dell'auto entro quell'anno le automobili senza autista in circolazione saranno solo poche centinaia. Una previsione che potrebbe comunque essere smentita da nuove accelerazioni nella evoluzione tecnologica e dalle condizioni del mercato. I ritardi potrebbero essere determinati dall'assenza di normative adeguate e dal mancato adeguamento delle legislazioni vigenti in molti paesi.
L'inizio della rivoluzione dell'auto senza autista viene collocata tra l 2025 e il 2035 con una diffusione annuale di quasi un milione di veicoli che potrebbero cambiare rapidamente il vosto della mobilità cittadina e dei trasporti. Lo spostamento in là nel tempo dell'impiego diffuso di tecnologie che, stando alle narrazioni dei media correnti, sembrano essere già oggi più che adeguate, dipende in realtà dalla loro attuale inadeguatezza nel riconoscere senza problemi gli ambienti e i contesti nei quali si trovano a muoversi. Colpa di sensori inadeguati, di infrastrutture insesistenti e di immaturità delle tecnologie sviluppate.
La rivoluzione tecnologica va in parallelo con un'altra rivoluzione, quella dei produttori. Non è detto infatti che i protagonisti dell'auto del futuro siano i produttori di auto attuali. Meglio non dare vincenti aziende storiche dell'auto e meglio ancora non minimizzare il ruolo e la carica di aziende tecnologiche come Google o Tesla e di numerose startup che stanno investendo su questo mercato.
L'abbandono del suo progetto Titan da parte di Apple indica che sviluppare un'automobile robotizzata e dotata di intelligenza artificiale non è come produrre uno smartphone o un assistente personale come Siri. Servono conoscenze industriali e bisogna disporre di filiere di distribuzione che forse solo i produttori tradizioanli hanno. Produttori che, con ritardo, si sono anch'essi mossi con investimenti importanti per creare l'auto intelligente del futuro. Lo hanno fatto Ford, FCA, BMW, Audi e molte altre. La novità sta nella collaborazione di queste aziende con i giganti della tecnologia. Ad esempio FCA ha stretto una alleanza con Google per la trasformazione di un centinaio di sue auto in macchine robotizzate alla Google Car. Altri produttori preferiscono al contrario allarsi con startup che hanno inventato e producono nuove tecnologie capaci di rendere autonome le auto come sensori, sistemi intelligenti per la percezione degli ambienti circostanti e molto altro.
Comprese le nuove tendenze emergenti e la continua evoluzione tecnologica molti produttori hanno comunque deciso di sviluppare in proprio e puntare direttamente a un mercato che varrà miliardi di dollari/euro. Lo sta facendo General Motors con massicci investimenti in piattaforme informatiche intelligenti e componenti che hanno portato alla acquisizione della startup Cruise Automation. Lo stanno facendo Daimler, Bmw e Audi. La vera protagonista del settore continua però a rimanere Tesla, una società che si colloca ormai a metà tra un'azienda automobilistica tradizionale e una tecnologica. Giànel 2017 uno dei suoi modelli sarà in grado di offriure una guida semiautomatica e automatica.
Per salire su un auto di questo tipo, magari priva del sedile per l'autista, è necessario attendere ancora un pò ma l'attesa non sembra essere destinata a durare a lungo.