
Gli store sono pieni di APP, per tutti i gusti e per tutte le tasche. La maggior parte di esse sono gratuite e come tali scaricate da tutti. Alcune sono costose e scaricate da pochi. Una percentuale elevata di APP è diventata zombie e ha reso zombie anche le sue espressioni iconiche sui vari dispositivi mobili in uso.
Le APP che resistono, che piacciono e che vengono usate dopo essere scaricate non sono solo un insieme di funzionalità e capacità tecnologiche ma anche il veicolo utilizzato dai consumatori per esprimere sè stessi, per raccontarsi e farsi conoscere al mondo esterno, per farsi riconoscere e rintracciare ma soprattutto per comunicare la propria immagine personalizzata e la propria identità, in tutta la sua ricchezza, varietà e variabilità.
E' una identità in qualche modo forzata e limitata dalle restrizioni che ogni APP pone al suo utilizzatore e dalla percezione che ognuno ha del suo ruolo nel definire uno stile di vita e soddisfare un bisogno o necessità (ad esempio non tutte le APP scaricate servono ad ampliare prospettive e opportunità, molte sono semplici giochi o soluzioni che servono a rafforzare abitudini e convinzione dell'utente). E' una identità confezionata, di cui tutti ma soprattutto i giovani, sembrano conoscere illusorietà e limitatezza ma che viene accettata per quello che è perchè semplifica la vita, riduce conflitti e facilita processi decisionali e scelte.
Mappa mentale di Roberta Buzzacchino
Una mappa fatta sui libri letti, prima che ci fossero le APP....
Nella sua identità confezionata e condizionata dalle APP scaricate, ognuno si sente libero di esprimersi e sperimentare quanto essa sia adeguata ad raccontare la vera essenza del suo essere. E' una libertà che nasce dalla varietà di identità confezionate esistenti online e che offrono a tutti di trovare una propria collocazione all'interno dei numerosi mondi abitati della rete e di farlo attraverso APP scaricate sul proprio dispositivo mobile.
Internet ha da sempre offerto ai cittadini della rete la possibilità di esplorare le loro identità. Come dice la famosa e storica vignetta che illustra un cane attivo davanti al suo computer: "In Internet nessuno sa che sei un cane". Internet è da sempre una specie di parco giochi nel quale le persone giocano a trasformarsi, a impersonare identità diverse per sperimentare come ci si sente e a farlo sapendo che non ci saranno conseguenze sul mondo reale. Online o nei social network si può essere chiunque, un'altra persona, con caratteristiche fisich e di personalità diverse, anzi spesso completamente diverse.
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Tutto va bene finchè la vita online non si intreccia con quella offline. Una possibilità non più remota in un periodo nel quale la vita online coinvolge tutti rendendoli più facilmente identificabili e raggiungibili attraverso le loro identità digitali e online. Ne deriva la necessità di mantenere un elevato livello di coerenza tra il virtuale e il reale ma anche la voglia di creare facili vie di fuga per inseguire ciò che si desidera o si vorrebbe essere.
In questa operazione di fuga la ricerca dell'anonimato diventa in realtà una pia illusione. Si possono minimizzare aspetti che non si vogliono evidenziare, si possono nascondere informazioni o fornirne di fasulle, si possono creare narrazioni edulcorate e lontane dal vissuto reale ma non si può nascondere le scelte che si sono fatte nella ricerca dell'anonimato, quali strumenti si sono utilizzati e quali APP sono state scaricate.
La scelta di Facebook, di Twitter, di Pinterest o di Trmblr diventa allora determinante nel delineare una identità, degli stili di vita e una narrazione. Usare la comunicazione stringata o striminzita di Twitter esprime un carattere identitario oltre che una necessità comunicativa. Aderire e partecipare al gossip quotidiano e in tempo reale di Facebook racconta molto del bisogno di socialità e di stima degli altri così come della ricerca di nuove identità virtuali da sperimentare. Usare Tumblr e i suoi blog per raccontare in prima persona sè stessi serve a esprimere e a esplorare i tratti della sua personalità e identità e la loro evoluzione futura e a ricercare socialmente eventuali conferme capaci di far aumentare autostima e sicurezza. Infine la scelta di scaricare sul proprio dispositivo mobile le applicazioni per accedere da mobile a Twitter, Facebook e Tmblr, indica alcuni tratti della personalità quali ad esempio il bisogno di socialità e determina il modo con cui questa socialità si esprime online.
L'identità di ogni cittadino digitale, nativo o immigrato che sia, si esprime già nella scelta del dispositivo e della piattaforma di sistema operativo. Non è un caso che l'iPhone sia sinonimo di appartenenza ad una classe dal reddito più alto e Android a classi dal reddito inferiore. La tipologia di APP scaricate esprime predilezioni personali, preferenze, gusti ma anche disponibilità alla socialità, pragmaticità, focalizzazione, organizzazione e molto altro.
Nel contestualizzare l'identità digitale attraverso le APP si finisce però per praticare una libertà limitata. Affidarsi in toto a quanto le APP prevedono e permettono di fare impedisce, in molti casi, di sperimentare e di evitare di lasiairsi condizionare nelle proprie scelte da suggeritori algoritmici più o meno occulti e invasivi.
E' una libertà di cui non si percepisce la limitatezza e capacità manipolatoria perchè vissuta all'interno di un'etica comportamentale che non ha bisogno di confrontarsi con nessuno ( a meno che non vogliamo riconoscere la patente di identità umana ad un oggetto tecnologico e inanimato chiamato profilo online) e come tale non richiede grandi sacrifici o rinunce.
Ogni APP risolve in modo pratico dei problemi e soddisfa dei desideri e come tale è perfetta per personalità sempre più individualiste e narcisiste come quelle dei nativi digitali e delle generazioni cresciute praticamente online.
Le identità rese possibili dalle APP sono infinite, tante quante sono le APP disponibili sugli store. Ogni icona associata ad una APP rappresenta lo scopo dell'applicazione ma soprattutto il marchio, i valori associati, i significati più o meno espliciti e condivisibili e gli stili di vita. Chi pratica il mondo delle APP e lo fa socialmente, conosce quali siano le applicazioni da scaricare per condividere con altri uno stile di vita e frequentare un certo ambiente sociale. Usare WhatsApp e Snapchat e abbandonare o limitare l'uso di SMS è indicativo di una nuova identità emergente e di nuovi stili di vita. La libertà sta nel passare da una applicazione ad un'altra. Il condizionamento si scopre quando si adattano i propri comportamenti, spesso in modo acritico, alle barriere, agli algoritmi, alle scelte e alle logiche imposte dall'applicazione e di coloro che l'hanno ideata e sviluppata.
I vantaggi delle nuove tecnologie stanno tutti nelle innumerevoli opportunità di cambiamento che esse offrono, a tutti e in qualsiasi luogo della terra. Molte di queste opportunità passano attraverso percorsi capaci di ampliare la consapevolezza e la conoscenza delle persone e di se stessi grazie alle infinite possibilità di accesso, comunicazione, interazione e collaborazione. Non tutti sono in grado di trarre vantaggio da queste possibilità ma in ogni caso la scelta che viene fatta delle APP e dei dispositivi tecnologici da usare e la loro destinazione d'uso sono strumenti importanti per riuscirci.
La scelta determina e personalizza il modo con cui ci si relaziona all'esterno, le modalità preferite di interazione, comunicazione e narrazione e da forma all'identità con cui si vuole essere riconosciuti. La scelta comunica la maggiore o minore disponibilità a stare dentro i confini diseganti dalle APP e dai mondi a cui danno l'accesso oppure, al contrario, la volontaà, più o meno esplicita. di sperimentare, rischiare e agire liberamente.
Forse non è ancora tempo di sostituire "Cogito, ergo sum" con "APP, ergo sum" ma sicuramente la scelta individuale delle APP da usare e l'uso che ne viene fatto già oggi raccontano molto di ciò che ogni persona è o non è e descrive in modo dettagliato la sua identità.