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Assistenti personali casalinghi sì ma non per fare acquisti

Assistenti personali casalinghi sì ma non per fare acquisti

10 Agosto 2018 Redazione SoloTablet
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Improprio chiamarli assitenti personali ma è a ciò a cui aspirano. Si chiamano Amazon Echo, Google Home, HomePod ecc. Alcuni sono semplici altoparlanti, molti sono dotati di intelligenza artificiale come Echo di Amazon che usa Alexa. Molta narrazione marketing li descrive come strumenti sempre più usati anche per acquisti online ma i dati svelati casualmente su Amazon Echo raccontano una storia molto diversa.

Pr ora il fenomeno è molto americano e riguarda prevalentemente Amazon che con il suo prodotto Echo-Alexa (disponibile anche in Italia) domina il mercato e punta a penetrare in tutte le case americane. Amazon ha enfatizzato un uso crescente di Echo anche per fare acquisti online grazie all'interfaccia vocale dell'assistente personale Alexa capace di comprendere cosa le viene chiesto e di provvedere a ordinare un prodotto online. Alcuni dati, sfuggiti al controllo di Amazon, entrati in possesso di persone che hanno avuto accesso a documenti interni alla società, raccontano ora una storia molto diversa. Solo il 2% dei possessori di dispositivi Echo hanno usato Alexa per fare un acquisto durante il 2018 (la notizia è stata resa pubblica da una rivista americana), il 90% dei quali non ha ripetuto l'esperienza fatta.

I numeri hanno scatenato l'interesse di molti media nonostante la fonte non completamente affidabile perché capaci di interrompere una narrazione Amazon completamente e utilitaristicamente diversa. I numeri però hanno una loro plausibilità perché è difficile credere che Echo sia stato usato per acquisti ripetuti e periodici dai consumatori che ne possiedono uno. Dare forma a comportamenti abitudinari non è immediato, soprattutto se si tratta di strumenti tecnologici innovativi basati su una interfaccia anch'essa innovativa perché vocale.

La bassa percentuale di persone che delegano a un dispositivo come Echo l'acquisto di prodotti non ha cause tecnologiche ma deriva dal fatto che fare acquisti è una esperienza complessa ma piacevole, che si sviluppa in processi e fasi potenzialmente lunghe ma anche divertenti e gratificanti. Qualcosa di molto diverso e di più del semplice entrare in possesso di un oggetto o prodotto desiderato. A essere piacevole è lo stesso processo di acquisto, il suo percorso e la sua durata, le opzioni che propone e le scelte che permette di fare, l'osservare cosa fanno altri consumatori e sentire le loro storie ed esperienze sui prodotti acquistati. L'esperienza di acquisto è un'esperienza sociale che non può essere facilmente replicata online o attraverso uno strumento come Alexa.

E' un fatto però che Internet e il ciclone Amazon stanno cambiando il modo di fare acquisti. Lo shopping non è solo un passatempo e un divertimento. Spesso è legato a motivi utilitaristici, a urgenze e necessità che hanno bisogno di essere soddisfatte in tempi rapidi e in modo efficiente o ad acquisti ripetitivi per sostituire scorte casalinghe esaurite e che devono essere sostituite o alimentate. I nuovi dispositivi come Echo di Amazon o Google Home sembrano essere strumenti ideali per soddisfare questo tipo di bisogni. Grazie agli assitenti personali dotati di intelligenza artificiale di cui sono dotati sono in grado di generare confidenza nei loro interlocutori umani sulla capacità di fare acquisti e di farli nel modo più efficiente e giusto possibile. L'ultimo modello di Echo poi è anche dotato di un display che facilita l'interazione se e quando quella vocale non è percepita come sufficiente per ottenere quanto richiesto. Vedere sullo schermo la lista di prodotti ordinati per voce ad Alexa prima di dare la conferma defiinitiva può essere di grande aiuto e aumentare la confidenza nello strumento.

La diffusione di questo tipo di dispositivi, alcuni dotati anche di capacità di apprendimento, è in costante crescita negli Stati Uniti, meno al momento in altri paesi del mondo. Il loro uso, come sembrano provare i dati rilevati su Echo di Amazon, è ancora limitato ma è destinato a crescere per la semplificazione che questi rpodotti introducono nel processo di acquisto. Ogni difficoltà percepita nel processo diventa un elemento di frizione capace di allontanare l'utente consumatore dall'ordinare prodotti vocalmente. Il problema non è l'interfaccia ma la capacità attuale  degli assistenti personali di facilitare l'intero processo di acquisto rendendolo ricco di informazioni (quello che già avviene quando si visitano negozi di commercio elettronico), strutturato in modo semplice e gratificante, personalizzato e più dialogico. C'è bisogno della voce e dello schermo ma forse ci sarà bisogno anche di una telecamera capace di permettere all'ssistente perosnale di raccogliere maggiori informazioni sul suo interlocutore per interagire meglio con lui. I tempi non sono ancora maturi ma la strada sembra essere segnata. La voce sarà sempre più l'interfaccia e lo strumento per sperimentare nuove forme di interazione con la tecnologia. Le soluzioni disponibili continueranno a  maturare e migliorare ma il loro successo dipenderà dal grado crescente di confidenza dell'utente nell'utilizzarle e nel continuare a farlo.

 

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