
Parole chiave e credenziali di accesso sono diventate un vero e proprio incubo o, quando non sono gestite, un rischio concreto e pieno di pericoli crescenti. Non soltanto per il furto di dati sensibili ma anche per perdite economiche, sempre possibili.
Ad alimentare incubi e rischi ci sono anche le abitudini e le cattive pratiche che vedono un uso scriteriato e superficiale di password talmente ovvie da risultare pericolose oltre che inutili. Parole chiave come 123456 o password sempre molto diffuse e che indicano sia la difficoltà che l'utente ha nell'identificare una password adeguata, sia la superficialità con cui lo fa.
Circondati da troppi schermi non sappiamo più guardarci dentro
Hacker, organizzazioni criminali e malintenzionati vari conoscono molto bene la psicologia delle folle che abitano il Web e i comportamenti singoli degli individui, speso dettati da pigrizia, fretta, scarsa creatività e tanta stupidità. Sanno quali algoritmi e meccanismi adottare per individuare rapidamente le password usate e per superare le barriere inesistenti che molte di esse hanno eretto. Difficile pensare che sia sufficiente prolungare la serie di numeri (12345678) per tenere un hacker lontano o che lo facciano parole chiave come computer, letmein, tiamo, ecc.
Con miliardi di persone sempre connesse con il loro smartphone e innumerevoli APP, il problema della sicurezza si è globalizzato. Non è più un problema serio solamente per aziende e organizzazioni ma per tutti. Di fronte all'aumento costante di malware e attacchi informatici che puntano a rubare credenziali di accesso e password molti produttori stanno studiando soluzioni, strumenti biometrici (Face ID di Apple, Windows Hello di Samsung con il riconoscimento dell'iride, ecc.) e meccanismi (ad esempio diversi livelli di autenticazione) capaci di facilitare l'accesso e al tempo stesso di eliminare l'incombenza della password.
I nuovi meccanismi di identificazione e accesso mirano a rendere obsoleta la password e a fare dimenticare all'utente di essersi connesso a qualcosa. Nel 2018 un numero crescemte di aziende proporrà strumenti di questo tipo, confermando una tendenza già in atto da tempo e alimentata dalla necessità di contrastare la cybercriminalità, diventata sempre più agguerrita e aggressiva. Molti dei nuovi strumenti nascono da idee di piccole startup e come tali richiedranno parecchio tempo prima che si possano diffondere e affermare.
Nel frattempo non rimane che aumentare gli sforzi personali per informarsi e dotarsi di una maggiore conoscenza e consapevolezza sui rischi che si corrono.
In alternativa ci si può rivolgere a Babbo Natale e chiedere a lui un intervento definitivo che si traduca nella eliminazione delle password!