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Dentro la spirale del silenzio dei media sociali

Dentro la spirale del silenzio dei media sociali

14 Ottobre 2014 Redazione SoloTablet
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La spirale del silenzio denota la tendenza delle persone a non parlare con amici, familiari e conoscenti di cose o eventi su cui si condividono gli stessi punti di vista. Questa tendenza non è stata eliminta neppure dalla diffusione di media sociali nati appositamente con lo scopo di facilitare la conversazione e la condivisione di punti di vista, anche da parte di persone non abituate a farlo e con punti di vista minoritari.

L'istituto di ricerca Pew Research Center ha sondato le opinioni di quasi 2000 utenti frequentatori dei social network per verificare le loro opinioni sul caso Snowden che ha svelato la sorveglianza che viene fatta sulle persone che operano online e sul furto di informazioni di loro pertinenza per scopi e finalità non comunicate formalmente ai loro proprietari. Il primo dato interessante evidenziato è che solo il 49% ha ritenuto l'azione di Snowden utile per l'interesse pubblico.

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L'indagine ha cercato di sondare quanto fosse alto l'interesse a discutere sui social network di un caso clamoroso e che ha dominato l'attenzione dei media per mesi come quello Snowden, evidenziando dati molto interessanti e che mostrano la validità della spirale del silenzio che governa il comportamento di molte persone e cittadini della rete:

  • L'86% degli intervistati era più interessata a parlare del caso di persona che online, solo il 42% degli utenti Facebook e di Twitter lo erano
  • Nelle configurazioni della privacy dei loro profili la maggior parte degli utenti era maggiormente disponibile ad aprire i propri profili a aersone con le stesse opinioni che alle altre

Un caso importante come quello rivelato da Snowden sull'abuso della privacy delle persone che frequentano gli spazi sociali online, non sembra creare grande interesse e non è all'origine dei nuovi forum di discussioni o ambiti di conversazione. La percezione è che a essere disposti a parlarne siano solo gruppi ristretti di persone che si conoscono tra di loro e che sanno di condividere sull'argomento le stesse opinioni. Una indicazione, secondo Pew Research, di come valga anche online la trappola della spirale del silenzio. Una trappola che sembra indicare una platea di utilizzatori dei media soaili con una percezione degli strumenti che usano e degli ambienti che frequentano tale da farlo esitare a esprimersi e a rintanarsi al contrario all'interno di cerchie ristrette di conoscenze.

Le persone sono più propense a parlare in incontri faccia a faccia, sul lavorom, in famiglia durante un pasto comune, al ristorante con amici e su Facebook, ma solo se le persone con cui si parla vengono percepite come aventi le stesse opinioni e idee. Se la percezione è che le persone abbiano idee diverse, meglio non impegnarsi in alcuna conversazione. Una reazione che conferma quanto possa pesare la spirale del silenzio, espressione del timore che le persone hanno a esprimere opinioni che ritengono essere di minoranza e che, se espresse, potrebbero urtare la sensibilità e i punti vista di amici e conoscenti o provocare reazioni di ostracismo nei loro confronti.

Le persone sono in genere indotte a parlare dalla confidenza che hanno su un certo tema o argomento, dalla intensità delle loro opinioni e dal loro livello di interesse su una causa o evento.

Un altro dato interessante evidenziato dall'indagine di Pew Research è la scarsa informazione disponibile sul caso Snowden disponibile sui social network. La maggior parte delle persone ha indicato nei media tradizionali le fonti principali di informazione e conoscenza.

Tutti i dati rilevati dall'indagine sono da considerarsi interessanti perchè relativi non tanto ad un caso di cronaca e a uno scandalo mondiale ma perchè legati al tema della privacy e della sicurezza delle informazioni individuali online. E' come se non ci fosse alcuna percezione del rischio di abuso e se i comportamenti online fossero tutti normali perchè condivisi con altri. Più interessante ancora è la spirale del silenzio che sembra cogliere anche coloro che al tema sono interessati ma nn ne vogliono parlare per non infastidire 'il sentimento comune delle folle'.

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