
Negli ultimi tempi, la testa degli studenti è affollata di pensieri.
Ma a far da regia non c’è Dante Alighieri e tanto meno il teorema di Pitagora, infatti, i ragazzi sono incentrati: sulla stanchezza, incertezza, ansia e soprattutto sull’immensa preoccupazione per ciò che sarà di loro.
E’ come se avessero assunto la piena consapevolezza che l’anno scolastico, ormai giunto a metà, sia completamente perso ed insignificante.
C’è la costante presenza di un’emozione negativa che a tratti sembra negare ogni tipo di ottimismo per quando il virus volgerà al termine.
Questo è ciò che emerge nell’ultimo rapporto “ I giovani ai tempi del Coronavirus” di Ipsos e Save the Children.
Si evidenzia che per gli studenti, specialmente quelli delle scuole superiori, la pandemia abbia creato problemi nello sviluppo cognitivo-comportamentale.
Infatti, oltre ad essere intaccato l’umore anche i comportamenti cominciano a risentirne.
Passata la prima ondata di lockdown, si giunge alla seconda più forte, ed incerta e dove i più piccoli hanno perso completamente la fiducia negli adulti.
Proprio coloro che dovevano dare risposte certe, ed assicurare un ritorno tra i banchi in piena sicurezza?
Centennials: generazione Z, impegno e infedeltà come prassi di consumo
Invece, cosa fanno?
Litigano per qualche poltrona in più o in meno nel Parlamento.
Questi uomini e donne di cultura e pieni di sé, si sono accorti che gli studenti sono completamente demotivati?
Le ultime stime considerano che almeno 34.000 studenti delle superiori potrebbero abbandonare l’anno scolastico.
Un dato ancora più allarmante se inserito all’interno di un contesto italiano, in cui la preparazione scolastica peggiora sempre di più.
E la Dad?
La soluzione con cui si è cercato di correre ai ripari per salvare l’anno scolastico, certo forse è più sensata rispetto banchi con le rotelle.
Con la Dad, 4 su 10 afferma di aver subito effetti negativi sul modo di studiare, dovuti alle difficoltà di potersi concentrare e a vari problemi tecnici che abitualmente si
incontrano con la tecnologia.
A questo punto, è lecito fare un appello a tutte le istituzioni, affinché abbandonino i loro ‘problemi’ per impegnarsi in maniera concreta sugli adulti di domani che al momento sono privi di ogni stimolo.
Ma forse i giochi di palazzo attirano di più..