
Per chi non avesse dimestichezza con la terminologia, la pubblicità interstiziale è quella che appare improvvisamente appena si visualizza una pagina Web e si frappone come una pagina intermedia tra l’utente e i contenuti che vorrebbe leggere. E’ una pagina che veicola promozioni o annunci pubblicitari e ritenuta capace di portare visite immediate ad un sito web. Nella realtà è una fastidiosa interferenza che rovina la qualità dell’esperienza utente online e impedisce all’utente di raggiungere le informazioni e i contenuti pubblicati nella forma più efficiente e desiderata. Per i numerosi inserzionisti è diventata una scelta quasi obbligatoria dopo aver constatato la cecità degli utenti a altre forme di pubblicità online. Con una pubblicità che impone all’utente un click obbligatorio la pubblicità interstiziale è ritenuta da molti un ottimo strumento per la capacità di attrarre l’attenzione dell’utente. Chi la propone e ne trae guadagno si guarda bene dal riflettere e raccontare il fastidio dell’utente verso queste forme di invasione nell’esperienza utente e i suoi effetti collaterali sul lungo termine che portano ad evitare come la peste i siti che la usano.
L’annuncio di Google sembra avere preso in considerazione questo fastidio dell’utente e forse avere valutato meglio i risultati concreti di una forma pubblicitaria che ha invaso la Rete rovinando la qualità di molte esperienze utente online.
L’annuncio non a caso interessa l’esperienza Mobile. Sui dispositivi mobili la pubblicità interstiziale appare nella forma di pop-up che si sovrappone ai contenuti della pagina web bloccando l’accesso al contenuto originale e ricercato.
I contenuti della pagina sono visibili sulla pagina e possono essere indicizzati dal motore di ricerca ma sono oscurati visivamente all’utente che per accedervi è obbligato a un click. Una truffa dai risultati tutti da verificare ma ormai praticata da tutti coloro che provano a superare la cecità dell’utente a pratiche promozionali web ormai ritenute troppo intrusive e fastidiose. Obbligare l’utente a cliccare su una promozione interstiziale genera frustrazione, rabbia e fuga dalle pagine web ma ciononostante gli inserzionisti e i proprietari di siti e portali web continuano a farne uso.
Quale futuro per la pubblicità online
Google sembra essersi ora schierato dalla parte degli utenti, in particolare di quelli Mobile ed entro il 10 gennaio 2017 ha deciso di penalizzare nei suoi algoritmi di ranking della ricerca online i siti che faranno uso di pubblicità interstiziale. Naturalmente verranno fatte delle eccezioni per quelle finestre di pop-up che sono usate per chiedere alcune informazioni importanti all’utente come ad esempio l’accettazione dei coockie, per l’accesso a una risorsa o per quei pop-up che non bloccano l’accesso ai contenuti. A essere penalizzate maggiormente saranno le pubblicità che impediscono l’accesso ai contenuti principali.
Chiunque usa uno smartphone conosce quanto sia fastidiosa, insopportabile e inutile la pubblicità interstiziale e dovrebbe essere grato a Googe perr la sua iniziativa. C’è però da interrogarsi sulla pazienza e accondiscendenza ad una forma di pubblicità invasiva che rovina l’esperienza utente online ma che non è mai stata oggetto di grandi lamentele o iniziative per chiederne l’eliminazione da parte dei consumatori. Un segnale della passività dell’utente della Rete sempre più complice della sua stessa ‘schiavitù’. Da un lato produce dati e informazioni che vengono usati dai proprietari delle piattaforme tecnologiche e dai loro inserzionisti per personalizzare promozioni e messaggi pubblicitari, dall’altro subisce serenamente quelle promozioni in forma di pubblicità interstiziale.
L’intervento di Google sembra comunque evidenziare come qualcosa in Rete si stia muovendo. Forse i risultati di pratiche che rovinano l’esperienza utente nelle sue attività online non producono i risultati desiderati.
Hallelujah, se ci è arrivato Google ora possono arrivarci anche gli inserzionisti e i proprietari di siti web e gli editori.
Solotablet sul tema aveva già detto la sua tempo fa: Banner e pubblicità su Mobile, come superare la fuga dai click!, Odio le pubblicità POP-UP ma soprattutto chi le giustifica usandole!