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Invisibilità come obiettivo

Invisibilità come obiettivo

17 Settembre 2014 Redazione SoloTablet
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Le aziende che spendono milioni di euro per essere visibili online sono numerose, ma l’invisibilità online sta diventando una tendenza forte che coinvolge milioni di utenti della rete. Anonimato come tentative estremo per difendersi da spam, invasione della privacy, troppa pubblicità, surplus informativo, ecc.

Se da un lato le Marche e I marchi sono alla costante ricerca di visibilità online, dall’latro lato un numero crescente di utenti della rete sono alla ricerca di metodi praticabili per rendersi invibili e per trasformare I loro profile pubblici in profile anonimi.

La visibilità del marchio richiede la costruzione di una qualche forma di relazione con il destinatario del messaggio ma quanto sta succedendo in rete sul tema della privacy sembra avere convinto una maggioranza crescent di utenti della rete a riercare ogni metodo per rendersi invisibili. Lo ha evidenziato una rapporto di Pew Internet Research Project che ha scoperto che ad essere attivi in questa pratica è quasi il 90% dei naviganti.

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Gli approcci seguiti prevedono la rimozione frequente dei coockies, la crittogafia dei messaggi di posta elettronica, dalla pubblicazione di profile senza nome e cognomen sui social network. La tendenza sembra essere diventata un nuovo stile di vita, oltre che uno status symbol. Riuscire nell’impresa però non è facile, soprattutto quando si è costretti ad usare un motore di ricerca come Google che ormai risponde alle interrogazioni sempre e soltanto sulla base dell’immagine che si è fatta del profile di chi fa la ricerca. Molti ricorrono ormai a ricerche anonime e private, usando computer non di proprietà o dispositive di amici, in modo da evitare le trappole tecnolgiche disseminate sul loro percorso da motroti di ricerca e social network.

Molte aziende tecnologiche, fiutato il nuovo trend comportamentale, stanno correndo ai ripari. Snapchat ad esempio permette l’invio di immagini, foto e video ma li rimuove dopo trenta secondi dalla loro spedizione. Un modo per convincere gli utenti a persistere nella loto pratica di invio di ‘selfie’ senza correre rischi future in tetmini di reputazione e imagine.

L’esempio di Snapchat è già seguito da alter applicazioni e produttori come GoTenna che usa soluzioni per creare delle vere e proprie comunicazioni dirette attraverso delle antenne speciali e capaci di creare un ponte personalizzato e protetto per la comunicazione.

L’emergere di nuove soluzioni di questo tipo rendono evidente il crescent fastidio con cui le persone guardano alla invasività della tecnologia nella vita privata individuale e lavorativa. E’ un fastidio crescent ma non sempre cosciente. Il potere marketing e comunicazionale dei grandi protagonisti della rete è tale da rendere complicato prendere consapevolezza di quanto la tecnologia sia ormai entrata nelle nostre vite. Difendersi è complicato, soprattutto per i numerosi benefici che ne riceviamo, ma è possibile e forse è diventato necessario.

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