
Lo sciopero dei fattorini di Amazon del 26 febbraio 2019 sono una delle tante evidenze di come la tecnologia abbia cambiato la realtà di molte persone e di come possa essere utilizzata per generare precarietà e sfruttamento. La tecnologia non è più neutrale ma non è neppure responsabile in toto degli effetti che sta generando. Lo sono maggiormente nuovi potentati emergenti, non solo stati sovrani e istituzioni ma anche grandi aziende e realtà della logistica e della grande distribuzione che fanno un uso sbagliato della tecnologia per consolidare il loro potere, i loro profitti e la loro visione del mondo.
🍒🍒CHATGPT: SEDOTTI E ABBANDONATI?
Sul tema Brad Smith, presidente di Microsoft, in una intervista al quotidiano la Repubblica, ha lanciato l’allarme sulla doppia faccia della tecnologia e sui rischi che la nostra civiltà sta correndo nel caso in cui essa venisse usata in modo sbagliato e inappropriato. L’allarme è rivolto a sottolineare da un lato il potere crescente della tecnologia e dall’altro la necessità di porre delle regole. La tecnologia sta cambiando il mondo e dovrebbe essere usata per cambiarlo al meglio, garantendo diritti, libertà e democrazia.
Un esempio per tutti è l’intelligenza artificiale. Potente strumento applicabile in ambiti diversi come la cura per il cancro ma anche mezzo altrettanto potente di disinformazione, propaganda e lotta politica, come quella che ha caratterizzato la campagna elettorale americana che ha portato alla elezione di Trump. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale dovrebbe spingere governi a aziende che la producono a definire delle regole e a sottoscrivere un accordo finalizzato alla protezione della privacy degli utenti e i loro diritti di cittadini. Un modo per prevenire o contrastare le tendenze totalitarie emergenti e che vedono già oggi, ad esempio, uno stato come la Cina fare uso massiccio di strumenti tecnologici per la sorveglianza e di intelligenza artificiale per controllare e governare in modalità democratura la società cinese. Sulla stessa linea d’azione sembra orientato anche il presidente attuale degli Stati Uniti.
Un altro aspetto che meriterebbe maggior attenzione è l’impatto che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sul mercato del lavoro con la sparizione di milioni di posti di lavoro, non più solo manuali ma anche cognitivi.
Brad Smith si è dichiarato d’accordo anche con la proposta di Berners-Lee, il padre del Web, che la Rete dovrebbe essere ripensata e riformata in modo da definire nuovi approcci, nuove regole e soprattutto un nuovo patto sociale che tenga conto anche delle realtà digitali.