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Google Search usato da attivisti online per colpire Trump

Google Search usato da attivisti online per colpire Trump

26 Luglio 2018 Redazione SoloTablet
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Secondo quanto riportato da alcuni media, alcuni attivisti online hanno sfruttato gli algoritmi di Google per manipolarli in senso politicamente scorretto. Per protestare contro le politiche di Trump in fatto di immigrazione e diritti delle comunità LGBT, hanno inondato la rete di immagini di Trump che vengono visualizzate ogni qualvolta si interroghi il motore di ricerca sulla parola "IDIOTA".

Se si cerca la parola idiota con il motore di ricerca di Google selezionando i risultati nella sezione delle immagini ci si trova di fronte a pagine di immagini nelle quali emergono molte facce di Trump. La parola idiota associata al presidente americano richiama la canzone dei Green Day American Idiot che ha fatto da colonna sonora alle recenti proteste contro il presidente americano in visita a Londra (la notizia è del quotidiano The Guardian).

La manipolazione dell'algoritmo di Google Search è stata fatta anche grazie all'uso di social network come Reddit e con post nei quali la parola Trump è stata associata a quella di idiota con l'intenzione di incoraggiare gli algoritmi di ricerca ad associare.

Solitamente Google non interferisce con quanto il suo motore di ricerca produce a fronte di ricerche online. Se confermerà questo approccio, le immagini di Trump, associate alla parola idiota rischiano di rimanere online a lungo.  

L'algoritmo di Google è così complesso e caratterizzato da migliaia di fattori iversi da rendere complicato un intevento risoluztore diretto di Google. La notizia pubblicata dal Guardian e da altri media americani, più che attrarre per il personaggio coinvolto e il suo ruolo di potere, evidenzia ancora una volta l'uso che può essere fatto delle piattaforme tecnologiche sfruttando i loro algoritmi e le loro funzionalità.

La tecnologia e gli algoritmi, compresi quelli di Google, sembrano neutrali ma in realtà non lo sono. Lo ha raccontato molto bene Safiya Umoja Noble nel suo libro da poco pubblicato Algorithms of Oppression. Un libro nel quale l'autrice riporta numerosi esempi di come possa essere usata la rete a scopi razzisti, discriminatori e denigratori. Ad esempio con Google Search è facile trovare immagini pornografiche associate a persone di colore. L'algoritmo può essere considerato come una sequenza di codice in apparenza neutrale ma chi lo ha programmato neutrale non lo è perchè spesso guidato, inconsapevolmente o colpevolmente, da sui pregiodizi e opinioni personali.

Google non ha fatto molto per eliminare la percezione di una assenza di neutralità dai suoi algoritmi. Il fatto di scoprire, anche grazie alla diffusione di notizie come quella riportata dal Guardian, che i suoi algoritmi possano essere manipolati a scopi politici è un segnale di vulnerabilità ma anche di un uso intelligente della stessa per modificare alcune percezioni della realtà emergenti online.

Le pagine che oggi mostrano decine di immagini di Trump associate al termine idiota non dureranno a lungo online ma articoli come questo possono servire a rinforzare il messaggio e a ingannare ancora per un pò l'algoritmo di Google.

Poi ognuno sarà libero di fare le associazioni che desidera! Una ricerca con la parola chiave IDIOTA, oltre a verificare che la notizia qui riportata sia vera, potrebbe servire anche a verificare che non esistano associazioni tra la stessa parola e l'autore o l'autrice della ricerca stessa.

 

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