
Il vero cambiamento che sta avvenendo non è tanto nell'uso maggiore o minore del canale televisivo ma la trasformazione della TV tradizionale da medium a semplice archivio di programmi e prodotti da cui prelevare quello che serve e quando serve senza fare più affidamento su programmazioni e palinsesti pensati da altri. E' una trasformazione che sta correndo velocemente verso la sua destinazione finale e che entro due o tre anni avrà completamente cambiato il modo con cui si guardano i prodotti televisivi e anche il panorama dell'offerta e del mercato a cui siamo oggi abituati.
Ciò che sta già avvenendo è la trasformazione della televisione da contenitori di programmi di informazione, sportivi, talk show ed eventi che vengono raccontati nel momento in cui avvengono, in una specie di Big Data speciale contenente questi programmi e molto altro. Una biblioteca sempre disponibile e sempre più ricca di contenuti a cui accedere con dispositivi e display diversi, navigare, cercare quello che serve in un dato momento, guardare di nuovo e riguardare programmi e spettacoli già passati o addirittura obsoleti. Il tutto sempre e solo on-demand, su richiesta e per soddisfare un bisogno, un'urgenza o un'abitudine.
Ancora oggi molti quotidiani distribuiscono ogni settimana una guida dei programmi televisivi e continueranno a farlo ancora per un pò ma con la certezza che in un futuro neppure lontano non lo faranno più. Sia perchè nel frattempo anche il quotidiano o la rivista verranno letti sempre di più in digitale, sia perchè non esisterà più il bisogno di avere una guida ai programmi TV.
Le guide del futuro sono già qui, nella forma di applicazioni e interfacce software capaci di permettere la navigazione all'interno di archivi infiniti, di personalizzare la programmazione, di condividere e trarre vantaggio dalle raccomandazioni di altri. Queste interfacce non si preoccuperanno di presentare, in forma di menu, elenchi, agende di programmazione i prodotti dei loro canali ma si focalizzeranno principalmente sul facilitare la soddisfazione di bisogni concreti e del momento (Cosa mi piacerebbe guardare ora e dove lo trovo?).
Comprendere il salto di paradigma a cui siamo esposti può risultare complicato tanto è radicale la rivoluzione che sta avvenendo e profonde potranno essere le sue ramificazioni ed effetti collaterali nel modo di consumare contenuti, informazioni e spettacoli e nella composizione stessa dell'offerta di mercato. Ad esempio i grandi network televisivi potrebbero non avere più interesse a competere a suon di milioni per acquistare i diritti televisivi del calcio, delle Olimpiadi o dell'evento degli Oscar. Potrebbe al contrario interessare oro continuare a produrre in proprio nuovi prodotti e serie televisive e nuovi programmi in modo da continuare ad arricchire la loro biblioteca e renderla sempre più attrattiva ai consumatori e potenziali clienti futuri.
Nonostante gli importanti successi recenti di Sky, ottenuti anche attraverso campagne markating insistenti e aggressive attraverso i Call Center (Stalking marketing: l’approccio marketing vecchio di Sky), e che in Italia hanno visto crescere ricavi (+12%), utenti (+500.000) e guadagni (limitati però dall'aumento dei costi), anche l'azienda di Murdock deve fare i conti con il nuovo modo di guardare al servizio televisivo dell'utente. Un utente che fatica a dare valore a un'offerta che non è poi così ricca come il marketing dell'azienda lascia intendere. Anche l'aumento attuale non deve illudere sul destino della televisione futura. Anche Sky dovrà fare i conti con le nuove percezioni dell'utente sull'offerta televisiva. Percezioni forse sbagliate ma che si possono consolidare nel momento in cui arriva sul mercato un'offerta come quella di Netflix, ricca e di qualità e costruita su strategie commerciali e approcci marketing più adatti alle nuove esigenze del pubblico televisivo.
Il viaggio da compiere è ancora lungo ma la destinazione già scritta e segnerà il passaggio definitivo a una offerta televisiva completamente rivoluzionata che cambierà anche il giornalismo e l'informazione, la politica e l'uso della televisione, il mercato dell'offerta e la competizione attuale con l'affermarsi di nuovi produttori e protagonisti, i comportamenti e gli stili di vita deli teleascoltatori e molto altro.
Arrivati a destinazione gli utenti troveranno uno o più archivi di programmi, forse in forma di Big Data e alimentati da produttori come Netflix, Hulu, Amazon e molti altri, a cui accedere per scegliere il prodotto o il programma da guardare e consumare. La disponibilità di APP apposite permetterà inoltre un accesso e un consumo da schermi diversi e in modalità differenti da quelle attuali, più consone alle nuove abitudini affermatesi con la pervasività dei dispositivi Mobili e delle loro applicazioni.
Ciò che rimane ancora poco chiaro è cosa succederà ai modelli di business che reggono il mondo televisivo attuale come quelli legati alla raccolta pubblicitaria, alle promozioni online e ai sistemi di monetizzazione che permettono ai produttori attuali di fare guadagni. Con l'avvento di soluzioni on-demand come Nerflix dovranno cambiare anche le strategie e gli approcci pubblicitari e si affermeranno probabilmente nuovi modelli di monetizzazione. Ma forse è ancora presto per fare previsioni che trovino poi riscontro nella realtà futura che si paleserà.