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La dipendenza tecnologica in forma di esibizione

La dipendenza tecnologica in forma di esibizione

23 Settembre 2016 Redazione SoloTablet
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Ad aprile di quest’anno la galleria Aram di Londra ha ospitato un’esibizione dedicata ad un progetto finalizzato a esplorare i vari modi con cui oggi le nuove tecnologie possono condizionare il nostro modo di pensare, agire, il nostro comportamento e stili di vita. Benchè datata l’esibizione merita di essere menzionata in modo da segnlare i progetti da cui è nata e che possono essere ancora essere visionati e studiati online.

Il progetto concettuale e di design denominato Unread Messages è stato ideato dalla agenzia Six:Thirty è nato da una ricerca del partner Northstar e ha l’ambizione di stimolare la discussione tra designer e pubblico sulle implicazioni etiche e sociali delle tecnologie della comunicazione attuali e di quelle che verranno.

L’esibizione ha presentato numerosi prodotti fisici, digitali e interattivi disegnati per favorire migliori relazioni uomo-macchia, con i dispositivi hardware e le loro applicazioni digitali. La riflessione da cui sono nati i progetti parte dalla considerazione che la tecnologia si presenta come forza liberatrice ma la sua adozione e l’interazione attuale con essa non è senza prezzo. Le nuove tecnologie hanno facilitato e semplificato la vita di tutti i giorni ma al tempo stesso vi hanno introdotto un senso di urgenza e effetti collaterali di solitudine, isolamento e schiavitù su cui andrebbe svolta una riflessione critica maggiore di quella fin qui elaborata. 

Fidget Machines di Takram: una risposta a realtà che vedono gli esseri umani sempre più assorbiti dal consumo di informazione, in particolare sui social network. Le nuove macchine adottano senza lamentarsi i nuovi comportamenti e ci convivono anche in modo compulsivo o ossessivo.

Il progetto è iniziato nel 2015 con il coinvolgimento di 126 persone per discutere argomenti come i media sociali, la posta elettronica, i sistemi di messaggistica, gli stili di vita online, il sovraccarico cognitivo e informativo. La discussione è servita a focalizzare l’attenzione su tre temi principali definiti come: Empowerement e dipendenza, La rappresentazione del Se e Comportamenti compulsivi.

Social storage di Dean Brown: le nostre case una volta erano arredate con scaffali pieni di CD, oggi quegli scaffali sono diventati digitali e si trovano all'interno di nuove tipologie di contenitori come Spotify, Instagram o Netflix. La conseguenza è che siamo sempre più allacciati e incatenati a dispositivi tecnologici che fanno scomparire le differenze tra mondi reali e mondi virtuali o digitali.

L’agenzia Six:Thirty ha a quel punto coinvolto un gruppo internazionale e multidisciplinare di designer e creativi (Dean Brown, Gaston Lisak, Takram London, Paul Macgregor, Matteo Loglio, Matan Stauber, Zanellato/Bortotto, Daniel Armengol Altayó) chiedendo loro di fornire risposte ad una domanda precisa: come migliorare il benessere mentale modificando la relazione con la tecnologia?

Away From The Moon’ by Matan Stauber: nell'era digitale la nostra attenzione è in costante declino. Conetnuti e informazione non sono mai statoi così disponibili e alla portata di tutti ma capaci di generare grande distrazione e difficoltà di concentrazione.

Il risultato del lavoro da essi prodotto è stato mostrato nell’esibizione della galleria Aram sopra menzionata.

Le immagini qui allegate mostrano la qualità del lavoro svolto e dell’esibizione e si offroo a interessanti riflessioni.

‘#artificialselfie’ by Daniel Armengol Altay: nell'era dei selfie ossessivi e ripetuti perchè non immaginare una installazione capace di scattare selfie in continuazione con l'obiettivo di mostrare in che modo questi comportamenti stanno cambiando la realtà degli utlizzatori della tecnologia?


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