
Articolo di Loris Bellan
Lento, molto lento, lentissimo. Nel processo costruttivo, vi sono scale e tempi assai diversificati. L'immagine davanti a se d'un lago, le cui proporzioni sarebbero proporzionali al darci il senso della massa, o meglio dal farcelo sentire sotto controllo. Tutto silenzioso ed immutato al giorno prima. Le piante crescono, si sostituiscono alle precedenti al passare delle stagioni e dei cambiamenti, così come nell'avvento abitudinario delle specie animali del luogo.
Potessimo accellerare le cose, la scena sarebbe un gran vorticare d'eventi oltre i confini del bagnoasciuga, un vortice nel cui centro, sostituito all'occhio, un luogo dove non capita nulla, almeno per ora o non per molto. Bisogna scendere al di sotto della superficie, e scendere le oscurità, proprio giù, fino alla culla d'una falispa. La sotto si stà consumando lento un gran processo, le cui carte si mischiano, si muovono, si riposizionano ad assumere un ordine funzionale alla propria soppravvivenza.
Un momento indipendentemente lungo, le cui possibilità non sono che un caso. Un caso solo fino all'innesco, poi la reazione. Dapprima in domini, le spire avanzano, si fanno breccia, occupano ovunque e qualunque, nell'estremizzazione caotica d'un'efficienza sostenuta unicamente dalla novità introdotta all'ambiente. Veloce, veloce, velocissima quanto l'inverso ad incontrare ostacoli, in primis alle risorse. Se il fuoco sapesse tutto questo...
Un processo costruttivo non ha pretese soltanto di sapere, ha necessità di organizzarsi in virtù della sua peculiarità.
Sono innumerevoli le potenze di processi in atto, tutti dipendenti gli uni dagli altri, connessi. E non vi può essere luogo di cui è stata data testimonianza poco fà, uno spazio atemporale dove predisporre un piano, un disegno. E' possibile il tracciarsi di un nuovo rigo senza il conto degli sviluppi esterni ?
Di laghi al mondo ce ne sono tanti, abbastanza da confermare il primo.