
La citazione sopra riportata è tratta dal risvolto di copertina di un libro recentemente uscito nelle librerie italiane dal titolo "Generazione APP" e scritto a quattro mani da Howard Gardner e Katie Davies. E' un libro che andrebbe letto anche solo per i numerosi dati di ricerca che contiene e che possono servire ad un riflessione che nasce spontanea ogni qualvolta osserviamo i ragazzi e le generazioni di nativi digitali completamente assorbiti, mani e menti, nel maneggiare e interagire con i loro dispositivi mobili.
Le app migliori del 2023 tra riconferme e novità
A chi vive in città ed utilizza la metropolitana, sarà capitato a tutti si sedersi vicino a ragazzi e ragazze che non mollano per un istante il loro smartphone e che lo usano per ascoltare musica, per chattare, per interagire con WhatsApp, per guardare video e molte altre cose ancora e insieme. La loro interazione con il dispositivo sembra dare loro serenità e relax mentre la mancanza di connessione e di accesso si trasforma rapidamente in ansia e impazienza. Il fenomeno interessa soprattutto i ragazzi ma le persone adulte non ne vanno considerate immuni. Tutti siamo diventati maggiormente edotti nell'uso delle tecnologie e tutti dovremmo chiederci quali siano gli effetti e le implicazioni derivanti da una diendenza crescente verso semplici gadget trasportabili che sono diventati il tramite della nostra interazione con il mondo.
Per chi volesse comprendere meglio ciò che sta succedendo o semplicemente disporre di nuovi strumenti di riflessione, il libro di Gardner e Davies offre una montagna di spunti e di dati, raccolti in anni di esperienze e di studio a contatto con le nuove generazioni con lo scopo di evidenziarne le loro ritualità sociale e digitale, la relazione che intrattengono con la tecnologia, e il ruolo che le nuove applicazioni hanno nella loro vita indiiduale e sociale.
Molte delle scoperte narrate vedono coinvolti e si applicano anche agli adulti alla ricerca di sè stessi nei social network e nell'uso del loro dispositivo mobile. Gli autori cercano di evitare clichè e stereotipi ma non riescono a nascondere la profonda nostalgia che li coglie quando comparano il mondo antecedente alle APP e quello sempre più digitale attuale. Invece di guardare ai numerosi mondi paralleli che le nuove generazioni vivono e sperimentano lo sguardo va a due mondi contrapposti con lo scopo di sottolineare quanto sia importante sapersi confrontare nella vita reale e dopo aver spento i propri dispositivi digitali.
L'opinione degli autori può non essere condivisibile e prestarsi a valutazioni negative del loro lavoro ma in realtà il lavoro da essi fatto, sopratttto nel comparare le generazioni del passato con quelle attuali, fornisce numerosi spunti per una riflessione più approfondita e capace di far emergere motivazioni e gusti dei ragazzi di oggi ma anche i valori e le aspettative che li guidano. I dati raccolti sono spesso frutto di interviste e ritornano spaccati veritieri delle molte esperienze digitali di cui i ragazzi sono protagonisti.
Il libro tende a presentare più gli aspetti negativi che quelli creativi e positivi. Molte riflessioni sembrano nascere dall'ossessione di difendere il passato come un luogo migliore ma così facendo vengono persi di vista molti elementi interessanti e utili a comprendere meglio le nuove generazioni APP.
In sintesi, un libro contraddittorio, forse un pò schierato ma che SoloTablet consiglia comunque di leggere, soprattutto a genitori, insegnanti e psicologi.