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I Millennial e il posto di lavoro

I Millennial e il posto di lavoro

25 Maggio 2017 Redazione SoloTablet
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Negli ultimi anni il mercato del lavoro si è riempito di consulenti ed esperti del mondo del lavoro. Forniti di una miriade di dati e di fatti pretendono di essere nella posizione giusta per dare consigli pratici a tutti, in particolare ai Millennial. L'interesse verso questa categoria generazionale è dettata dall'essere destinata a rappresentare, entro il 2020, oltre un terzo di tutti i lavoratori a livello globale (meno in Italia, paese notoriamente di e per vecchi). Una forza emergente destinata a cambiare il futuro del mondo del lavoro grazie a nuove forme di imprenditorialità e innovazione ma anche di trasformazione digitale del posto di lavoro e delle professioni.

Di digitalizzazione si parla da anni ma i modi con cui viene praticata, interpretata e descritta varia in continuazione. Le differenze d'interpretazione nascono dalle esperienze personali delle persone  coinvolte, della loro percezione delle rivoluzioni tecnologiche in atto e del contesto lavorativo in cui si trovano a operare. Per molti digitalizzare ha significato ridurre o eliminare la carta dall'ufficio o integrare gli strumenti tecnologici aziendali esistenti con le nuove tecnologie digitali. Oggi tutti si rendono conto che questa interpretazione è una semplificazione. Non spiega nè cosa stia succedendo nè il ruolo che le nuove tecnologie potrebbero avere in ambiti diversi, ad esempio nei processi e nei flussi decisionali e di lavoro e nelle pratiche operative e produttive di ogni giorno.

Benchè oggi tutti, individui e aziende, sembrano diventati entità tecnologiche e digitali, bisogna ammettere che non tutti hanno compreso fino in fondo le rivoluzioni e le trasformazioni in corso, indotte dalle nuove tecnologie. La cosa è vera soprattutto per realtà complesse come le organizzazioni e le aziende. Realtà che spesso non hanno saputo anticipare o cogliere l'arrivo di nuove rivoluzioni come quelle, in passato, del personal computing, del client-server, delle reti o del data warehouse e della business intelligence. Aziende e realtà che non hanno colto la rivoluzione di cui è stato protagonista lo smartphone e, in secondo piano, anche il tablet, in particolare nella sua versione iPad. L'incapacità a comprendere gli effetti dello smartphone sull'organizzazione, sugli stili e sulle modalità (Bring Your Own device e Brig Your Own App) di lavoro ha creato non pochi problemi ai responsabili delle infrastrutture informatiche aziendali e alle direzioni del personale che si sono trovate di fronte a dipendenti resi più autonomi, liberi e in grado di svolgere al meglio il loro lavoro. Non solo in azienda ma a casa e in mobilità.

Le rivoluzioni tecnologiche di questi anni sono avvenute durante una delle crisi economiche più lunghe della storia, e ne sono state in parte anche la causa determinante (globalizzazione, robotizzazione, automazione, ecc.). Molte aziende hanno approfittato delle nuove tecnologie per trasformarsi e innovare ma non tutte lo hanno fatto per tempo e nelle modalità giuste. Molte hanno anche cercato di resistere a quella che veniva percepita più come una rivoluzione sociale che aziendale. Oggi tutte devono fare i conti con contesti economici e tecnologici profondamente mutati ma anche con organizzazioni e individui cambiati mentalmente e cognitivamente dalle tecnologie che hanno adottato. A essere interessate di questi cambiamenti sono state tutte le generazioni ma in particolare quella dei nativi digitali e dei cosiddetti Millennial. Individui questi ultimi, penalizzati fortemente dalla crisi (anche in paesi come gli Stati Uniti i MIllennial scontano il 13% di disoccupazione) e dal nuovo mercato del lavoro e che oggi cominciano a ricoprire posizioni di responsabilità e di comando e che possono essere determinanti nel dare un senso e un verso alle trasformazioni digitali e tecnologiche prossime venture. A loro volta le aziende hanno bisogno di facilitare l'ingresso e la crescita professionale di una generazione che è destinata a rimpiazzare quelle precedenti , anche in posizione di comando e di responsabilità. I Millennial sembrano però dover affrontare difficoltà diverse, alcune dovute alle loro specificità generazionali, stili di vita, aspettative elevate e rapporto con la tecnologia. Pur mancando di esperienza sembrano esigere immediatamente ruoli di responsabilità e ben pagati. Le elevate aspettative si scontrano con la realtà che li porta a fughe improvvise e non meditate da opportunità ricche di potenzialità future. Il loro narcisismo li porta spesso a focalizzarsi su se stessi e, pur esperti di strumenti di collaborazione, a manifestare difficoltà nella comunicazione interpersonale, nel pensiero critico e nella vita comunitaria e collaborative dell'organizzazione.

A marcare la differenza tra generazioni non sono solo le caratteristiche diverse dei Baby Boomers e della Generazione X dai nativi digitali, nella loro espressione di Millennial, generazione Y e Z. I Baby Boomers sono identificabili come ottimisti e grandi lavoratori, due caratteristiche legate a condizioni economiche e di lavoro che hanno permesso loro posti di lavoro a tempo indeterminato e di fare carriera dentro organizzazioni gerarchiche che hanno garantito carriere professionali e opportunità. Realtà ben diverse dal contesto lavorativo attuale fatto di tanta flessibilità (precarietà), di organizzazioni piatte e orizzontali e che obbligano alla creatività costante così come al multitasking. Realtà meno fortunate che hanno determinato l'emergere di priorità diverse, spesso non legate al mondo del lavoro ma al raggiungimento di obiettivi personali, alla possibilità di sognare il meglio e di viaggiare.

Per i Millennial però anche il sogno è circoscritto e determinato dalla crisi economica e dalle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro. Il sogno più desiderato dai più è quello di avere un posto di lavoro, anche perchè quasi il 50% dei Millennial vede complicato riuscire a mantenersi flessibili nella precarietà sui tempi lunghi. Interessante e caratterizzante è anche l'atteggiamento dei Millennial nei confronti degli strumenti tecnologici. Il 20% e più non accetterebbe un posto di lavoro se non venisse dato loro uno smartphone e soprattutto vorrebbe avere maggiore libertà e non dover rispondere a dipartimenti IT impegnati nel porre restrizioni, vincoli e nell'impedire l'uso di applicazioni pubbliche e di moda come quelle che i Millennial vogliono utilizzare.

Un aspetto emergente del nuovo modo di lavorare dei Millennial è la collaborazione, gestita anche attraverso strumenti di messaggistica e applicazioni di social networking. Sugli strumenti da usare i Millennial sembrano avere le idee chiare con preferenze che vanno verso Google Dos, Google Searchm Google Gmail, ma anche WhatsApp, iMessage di Apple e gli strumenti Office di Microsoft. nella scelta dei dispositivi sembrano preferire il marchio Mac di Apple a quello Surface di Microsoft.

Per attirare i talenti delle nuove generazioni, le aziende non possono non tenere conto dei loro stili di vita, delle loro preferenze e pratiche tecnologiche e delle aspettative che hanno nei confronti dei loro datori di lavoro e relative organizzazioni. L'attrazione passa attraverso capacità di innovare e trasformare digitalmente l'azienda.

 

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