
Una indagine simile condotta in Italia potrebbe dare risultati diversi. Rimane la sorpresa di conoscere che la generazione Millennial non resista al fascino della carta e del fruscio dei fogli e non voglia rinunciare alla possibilità di sottolineare e di scarabocchiare i fogli del testo con pennarelli reali e non digitali.
La prima ricerca è stata condotta presso librerie e studenti dalla linguista Naomi S. Baron, della American University di Washington, autrice di un recente libro sul destino della lettura nell’era digitale dal titolo Words Onscreen.
Una seconda ricerca condotta dal Washington Post verso la fine del 2014 ha evidenziato come solo il 9 per cento degli studenti universitari americani si affida agli e-book e che il 25% di loro preferiscono spendere molti più soldi pur di acquistare un libro cartaceo, anche quando lo stesso libero in versione digitale è disponibile gratuitamente per il download. Le motivazioni per la prefernza cartacea non si discosta da quelle di persone di altre generazioni o degli immigrati digitali. Del libro cartaceo si ama la fisicità, la gestibilità pratica, la tattilità, l'utilità tecnico.mnemonica, la volumetria, il possesso.
Gli elementi più interessanti sono emersi dal lavoro di ricerca condotto dalla Baron che ha cercato di sondare quali sono le motivazioni che allontanano dal libro cartaceo e/o da quello digitale. Sul libro cartaceo i nativi digitali sottolineano come aspetto sgradevole il fatto che richieda più tempo e obblighi a maggiore attenzione. Una testimonianza di quanto sia importante il libro cartaceo nello studio e nell'approfondimento. Il messaggio è tanto più importate se si lega al fatto che molti nativi digitali ammettono di non leggere parola per parola sullo schermo e di riuscire a dedicare ad una pagina digitale meno tempo di quanto non dedicherebbero alla stessa pagina su carta. Il libro cartaceo sembra aiutare la memorizzazione e l'apprendimento, una riflessione ben evidenziata nel libro Proust e il calamaro della scrittrice e psicologa americana Maryanne Wolf.
Oltrepassare - Intrecci di parole tra etica e tecnologia
Il messaggio che emerge dalle più recenti indagini non è una novità. Da tempo indagini simili condotte sul popolo dei nativi digitali avevano evidenziato comportamenti non sempre omogenei con la pubblicistica da pensiero unico dei media digitali. Se ciò che emerge da queste indagini fosse vero tutti gli editori dovrebbero fare qualche riflessione in più, condiderando la loro propensione ad andare verso strategie basate sul libro digitale.
La riflessione è sicuramente necessaria per il testo scoalstico ma forse anche per il libro in generale.
Se i dati dell'indagine del Washington Post non venisse smentita, i molti professori che stanno spingendo verso l'uso esclusivo degli e-book nelle classi potrebbero venire presto accusati di irresponsabilità. Non più da parte di genitori conservatori e amanti del libro cartaceo ma dagli stessi studenti.
Prima di chiudere le biblioteche e impacchettare i libri, forse è megli aspettare.
Leggere Dante o Hegel su un e-book non sembra essere una garnde esprienza, neppure per i ragazzi della generazione Millenial.
Pensate a leggete l'Ulisse di Joyce.....