
La notizia in sé non è nulla di particolare. Semplici furti di automobili come ne succedono ogni giorno ad ogni latitudine e longitudine. La notizia è il modo con cui le automobili sono state rubate. I due ladri, Michael Arce e Jesse Zelaya, giovanissimi, sono stati catturati in flagrante mentre si dirigevano verso Huston dopo avere rubato una Jeep Grand Cherokee usando un semplice laptop (Houston Chronicle.)
L’illusione della concentrazione nel mondo digitale
La polizia ha scoperto che i due ladri avevano messo a segno più di 100 furti simili. Sono stati catturati grazie ad una telecamera che ha mostrato le modalità usate per entrare in possesso dell’auto anche se non ha chiarito in che modo i ladri entrassero dentro l’abitacolo. Molte auto erano probabilmente state lasciate aperte dai loro proprietari.
Una volta dentro l’abitacolo il laptop è servito per accedere al database della Chrysler che contiene i numeri VIN identificativi di ogni automobile. Il database è solitamente usato da concessionari e società di riparazione e assistenza e protetto da accessi indesiderati.
Attraverso il computer i ladri sono stati in grado di riprogrammare i codici di accesso e di avviamento dell’automobile da rubare. Il tutto in soli due minuti di tempo.
La polizia non è riuscita a chiarire le modalità operative dei ladri. L’accesso al database è stato effettuato probabilmente attraverso software piratato ma non è stato chiarito in che modo si sono potuti impossessare e/o usare le credenziali di accesso dei proprietari delle auto. Le ipotesi fatte non lasciano tranquilli i possessori di auto come quelle rubate. Le credenziali possono essere state rubate ma è più probabile che il software dell’auto non fosse sicuro. Automobili sempre più intelligenti perché trasformate in computer possono diventare facile preda di professionisti con le adeguate abilità e conoscenze tecnologiche. E come computer diventano facili prede, sia per software non adeguatamente sicuri, sia per la noncuranza, la disattenzione e a volte la stupidità dei loro proprietari. Esattamente come ogni altro dispositivo elettronico.
La Chrysler Fiat non è nuova a fatti di cronaca come quelli sopra riportati. Già nel 2015 l’azienda aveva dovuto richiamare quasi un milione e mezzo di Jeep Cherokee dopo aver scoperto che il sistema media dell’auto poteva essere acceduto remotamente e usato per prendere il controllo del veicolo.