
Il primo rapporto (Internet Trends Report) usato come benchmark è quello pubblcato dalla società KPCB nel maggio 2013 che evidenziava che in media l'utilizzatore di un dispositivo mobile lo consulta almeno 150 volte al giorno. Un aumento considerevole che solleva numerosi interrgativi soprattutto nella prospettiva, neppure molto futura, della proliferazione di dispositivi indossabili. Il secondo rapporto è frutto di una indagine condotta da Flurry sui consumatori che utilizzano in modo intensivo i loro smartphone o tablet e lo fanno in modalità definibili come dipendenza da mobile.
Per Flurry un consumatore dipendente dal suo dispositivo mobile è un utente che attiva delle applicazioni 60 volte al giorno. L'analisi è stata fatta utilizzando i dati che Flurry raccoglie sull'uso dei dispositivi mobili nel mondo. Nello specifico sono stati analizzati i dati relativi a 500.000 applicazioni da parte di un miliardo e trecentomila dispositivi nel mese di marzo 2014. Dai dati disponibili Flurry sa che la media di applicazioni consultate da un utente è quantificabile in dieci. Il numero di sessanta è stato usato per fissare una soglia che indica l'insorgere di una dipendenza.
L'uso di dispositivi mobili è costantemente cresciuto negli anni ed ha interessato tutti i segmenti di mercato. Il segmento che cresce di più è quello associato alla dipendenza, una crescita del 123% nell'arco di un anno.Una crescita sorprendente e preoccupante nell'arco di tempo considerato.
La dipendenza si suddivide quasi equamente tra femmine (52%) e maschi (48%). La percentuale però non illustra bene l'importanza in termini numerici. La crescita dell'8% di donne che manifestano comportamenti di dipendenza nei confronti del loro dispoitivo mobile indica che ci sono 15 milioni di donne che si sono aggiunte al numero di persone con dipendenze da mobile.
Se si guarda all'età delle persone interessate dal fenomeno si scopre che la dipendenza interessa maggiormente le fasce di età da 13-17 anni (i teenager), quelle di 18-24 (studenti e univesrotari) e quelle di 35-54. Questi ultimi rappresentano il 20% dell'intera popolazione mobile ma sono il 28% dei consumatori che manifestano qualche forma di dipendenza tecnologica.
I dati di Flurry diventano ancora più interessanti se si va ad analizzare la composizione e i profili dei consumatori dipendenti. Si scopre allora che le persone maggiormente coinvolte/colpite sono le mamme, i genitori e chi si occupa di educazione e le persone che amano giocare con la tecnologia.
Nel suo rapporto Flurry esprime di non essere sorpresa per la presenza tra le persone dipendenti dei teenager, di ragazzi delle nuove generazioni di nativi digitali che hanno vissuto la rivoluzione Mobile per intero. La sorpresa invece è grande per la dipendenza che manifestano persone di mezza età (35-54). La sopresa è tanto forte da portare Flurry a considerare che i dispositivi usati siano spesso condivisi all'interno di nuclei familiari con la presenza di persone più giovani. Sarà così?
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L'ultima interessante considerazione di Flurry si riferisce ad un uso dello smartphone come se fosse un prodotto tecnologico indossato. Un uso che lascia intravedere una maggiore dipendenza tecnologica nel momento in cui prenderanno piede e si diffonderanno i nuovi prodotti indossabili in arrivo.