
Dopo anni di soldi buttati al vento, aziende e agenzie pubblicitarie sembrano avere accettato il fatto che i Banner non servono o servono a poco. Il fatto che la pubblicità si stia spostando verso gli spazi sociali della Rete e assumendo forme diverse come quelle della narrazione (storytelling) e della pubblicità nativa non dovrebbe meravigliare. La pervasività dello smartphone sta portando a termie numerose rivoluzioni, quella pubblicitaria è solo una di queste. La preferenza accordata da inserzionisti e aziende al dispositivo mobile cresce in modo esponenziale offuscando e rendendo sempre meno conveniente ed efficace la promozione su sistemi desktop e anche su media cartacei.
Secondo recenti indagini come quella riportata dal Financial Times evidenziano il crollo degli investimenti pubblicitari su desktop che prevedono una contrazione di quasi 11 miliardi di dollari, scendendo a soli 88 miliardi entro il 2018. La contrazione sarà inferiore per la carta stampata ma pur sempre significativa e valutabile in 5 miliardi. La carta stampata sembra riuscire ad arginare la forza del mobile e recuperare rispetto ai cali drammatici degli anni passati, certamente legati alla crisi economica che persiste dal 2008.
Il segmento destinato a subire la contrazione maggiore è quello del desktop, oggetto non più preferenziale di consumatori che hanno eletto il loro smartphone a strumento per le attività di personal computing. Il segmento del mobile advertising è destinato a crescere in continuazione e a raggiungere i 134 miliardi di dollari di investimenti entro il 2018.
Una crescita spiegabile con l’aumento esponenziale del tempo passato ad usare uno smartphone da parte degli utenti e dalla trasformazione in atto delle forme e dei modelli pubblicitari sempre più orientati verso la pubblicità nativa, le narrazioni e i social network.
A fare la parte del leone oggi non c’è più solo Google ma anche Facebook che vede crescere continuamente gli introiti pubblicitari. I due colossi tecnologici si spartiscono ormai il 75% della spesa pubblicitaria globale, con un ruolo chiave giocato dagli Stati Uniti.
Secondo eMarketer il mercato digitale è destinato a diventare lo spazio preferito degli inserzionisti, così prioritario da eclissare televisione e carta stampata.