
La caratteristica di Qwant è di fare della protezione della riservatezza la sua caratteristica distintiva. L'attenzione alla privacy, a parole, è diventata una priorità per tutte le aziende che dispongono di un motore di ricerca. La realtà sembra continuare a essere molto diversa, soprattutto se si considera il motore di ricerca per eccellenza, Google Search.
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Il bisogno crescente di riservatezza e protezione della privacy ha ridato slancio alla iniziativa francese Qwant , un progetto nato nel 2013 con l'obiettivo di coniugare ricerca online e protezione della riservatezza di chi fa la ricerca. Il suo markt share attuale è minimo (1%) ma l'obiettivo, anche grazie a nuovi finanziamenti del valore di quasi 20 milioni di euro, è di crescere, in particolare nel vecchio continente.
I suoi meccanismi di indicizzazione offrono meccanismi e servizi in grado di tutelare la privacy. Il tutto è reso possibile da algoritmi e architetture software proprietarie che non fanno uso di alcun sistema di tracciamento tipico di molti motori e navigatori online e rendendo il motore piùtutelato anche da eventuali e sempre possibili intrusioni pubblicitarie.
Qwant è assimilabile a DuckDuckGo che, nato nel 2008, aveva anch'esso fatto della tutela della privacy un punto di forza che lo ha trasformato in una reale e potente alternativa a Google Search. Impedisce il tracciamento anche il motore Ixquick, nato nel 1998 ma non sempre ligio nel rispetto della privacy.
Rimane il problema di come fare a creare alternative reali e percorribili a Google che con il suo motore di ricerca domina il mercato e conquista le azioni della maggioranza degli utenti della Rete (80% del mercato globale), nonostante la sua scarsa attenzione alla loro privacy. Le conquista soprattutto da smartphone e tenendo a grande distanza concorrenti agguerriti e potenti come Bing di Microsoft o il motore di Yahoo.
Google Search ha trovato alternative reali solo in situazioni locali come la Cina nella quale il motore Baidu è diventato rapidamente e senza sorprese il numero uno della ricerca online, senza alcuna promessa o garanzia per la privacy di chi lo usa. In Russia il motore in testa alle classifiche è Yandex e chissà che la sua attuale posizione dominante (65% delle ricerche) non venga messa in crisi dall'emergere anche in Russia di una nuova generazione di persone alla ricerca di nuovi sbocchi politici e che fanno un uso più intelligente, consapevole e attento alla privacy per raggiungere meglio i loro obiettivi, anche politici.