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Non pensare ai voucher, meglio prepararsi per un'era digitale!

Non pensare ai voucher, meglio prepararsi per un'era digitale!

27 Marzo 2017 Redazione SoloTablet
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Per anni tutte le aziende e le organizzazioni hanno dovuto fare i conti con le sfide dell'innovazione, del cambiamento, della concorrenza e con la disruption da esse causata. Lo hanno fatto ripensando i loro modelli di business, reinventandosi, immaginando scenari futuri diversi e ridefinendo le loro strategie, portafogli d'offerta, culture e processi aziendali, e organizzazioni.

I cambiamenti e adattamenti continui delle aziende obbligano a cambiamenti simili anche chi per queste aziende lavora. Nell'era digitale attuale per adattarsi al cambiamento è necessario essere veloci, agili e focalizzati ma anche capaci di lavorare in gruppo ed essere collaborativi, capaci di gestire sfide e rischi ed essere propensi a un apprendimento continuo. Tutti sono in grado di farlo ma non tutti sanno capire quali leve personali usare per riuscirci con successo e benefici.

Il punto di partenza è di riconoscere che il mondo digitale che si è affermato è qui per rimanere, è diventato la norma. Le nuove tecnologie hanno portato promesse di maggiore produttività ed efficienza, di efficacia dei processi e di consistenza nella qualità, di sicurezza e flessibilità. Le rivoluzioni tecnologiche hanno fatto nascere la richiesta di nuovi skill, competenze, conoscenze e di lavoratori creativi, curiosi, rapidi nell'apprendimento, capaci di pensare criticamente e di interagire empaticamente tra di loro.

Disporre di una forza lavoro con una mentalità 'digitale' è tanto importante quanto lo è fare uso di nuove tecnologie informatiche e di strumenti digitali. Senza tecnologie non è possibile sfruttare al meglio la collaborazione aziendale, ma senza persone dotate della testa giusta per usarle, ogni investimento tecnologico finirebbe per risultare inutile. Introdurre nuove tecnologie dovendo affrontare la resistenza dei lavoratori alla loro introduzione potrebbe anche trasformarsi in costi aggiuntivi. Meglio quindi investire anche sulle risorse umane offrendo loro le opportunità per adattare mente e cultura alle innovazioni introdotte.

Per puntare alla innovazione digitale non è più sufficiente investire su persone intelligenti e capaci di prestazioni superiori. Meglio puntare sull'intelligenza emotiva, sulla capacità delle persone di riconoscere, comprendere, usare e gestire le loro emozioni e quelle degli altri. Saper gestire le emozioni è diventato criterio fondamentale per la produttività ma soprattutto per l'interazione, sempre più ampia grazie alla molteplicità di vanali usati, con il cliente. E' importante anche per gestire lo stress continuo che deriva da una cultura digitale che obbliga alla velocità, alla flessibilità, alla concentrazione e ai continui cambiamenti.

Le aziende vorrebbero puntare sulle nuove generazioni di nativi digitali ma non sempre possono farlo per mancanza degli adeguati skill e delle competenze di cui hanno bisogno. Al tempo stesso l'assenza di skill digitali è motivo costante di problemi e costi per la necessità di approntare percorsi di formazione adeguati e costanti nel tempo. Se le aziende non possono non investire in formazione, i lavoratori non possono evitare di frequentarli, superando anche la percezione superficiale di disporre delle conoscenze digitali adeguate per svolgere al meglio la loro funzione o attività lavorativa.

Nuovo modo di pensare digitale, predisposizione al cambiamento e all'innovazione, disponibilità all'apprendimento continuo e flessibilità mentale nell'adottare nuove conoscenze e pratiche lavorative sono tutti elementi fondamentali per favorire creatività, innovazione e soprattutto per trovare nuove soluzioni ai problemi esistenti nei processi aziendali.

I lavoratori sono chiamati a sfide difficili. Da un lato sono obbligati a rinnovare se stessi, dall'altro devono misurarsi con il fenomeno dell'automazione e della sparizione costante di posti di lavoro a causa dall'introduzione accelerata di robot e macchine intelligenti (50% dei posti di lavoro sono considerati a rischio) che sta ridefinendo tutti gli ambienti di lavoro, siano essi manuali e/o cognitivi.

In questo scenario al digitale, aziende e loro dipendenti condividono alcune necessità e bisogni, declinabili in curiosità di imparare cose nuove, disponibilità all'apprendimento e alla crescita individuale. Le prime possono contare sulle loro risorse finanziarie che possono anche servire a mondi lavorativi senza umani, i secondi sono al contrario costretti a sfruttare le loro capacità personali per adattarsi al cambiamento. L'adattamento richiede però grandi investimenti e la capacità di capire dove impiegarli.

* Immagine della testata opera di Gaby Kretz

 

 

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