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Come sta la mia privacy online? Persa per sempre!

Come sta la mia privacy online? Persa per sempre!

25 Novembre 2014 Redazione SoloTablet
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A pensarla così è una significativa maggioranza di americani che ritengono di avere ormai perso il controllo sulle proprie informazioni personali. Sapendo che i loro dati sono catturati da società e entità varie, cresce la loro preoccupazione e arrabbiatura.

La prima reazione porta ad un utilizzo limitato e più attento dei media sociali o ad abbandonare social network come Facebook e piattaforme di scambio messaagi, email e altri contenuti vari.

I dati sono emersi evidenti in una recente indagine, condotta attraverso l'intervista di 607 persone adulte, da parte di Pew Research Center. L'indagine ha evidenziato una crescente preoccupazione sulla privacy personale, soprattutto dopo la scoperta e il disvelamento di attività come quelle della National Security Agency (NSA) del governo e di aziende private che ospitano nei loro server informazioni sensibili dei loro clienti. Queste informazioni sono state usate per scopi non sempre legali o per vere e proprie azioni criminali, rese possibili dal furto di credenziali di accesso o informazioni bancarie.


I dati recenti sulla diffusione di nuovi malware e tipologie di virus capaci di abbattere le barriere protettive erette a difesa di personal computer e dispositivi mobili, hanno cancellato molte illusioni di sicurezza. L'81% degli intervistati si dicono per nulla sicuri quando usano i social network, anche quando condividono le loro informazioni con amici e conoscenti o colleghi di lavoro. La percentuale cala di poco (57%) quando si parla di posta elettronica o di strumenti di messaggistica (68%).

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A preoccupare molte delle persone coinvolte nell'indagine sono anche le violazioni della privacy da parte di entità governative e statali. A manifestare qualche forma di preoccupazione è il 70% degli intervistati ma l'80% ritiene che tutti dovrebbero esserne preoccupati se il controllo arriva anche ad interessare le conversazioni telefoniche e le comunicazioni Internet. Tutti sembrano chiedere l'intervento dello stato per refolamentare attivamente quali informazioni personali possano essere raccolte e usate dalle aziende private.

L'evidenza emersa dall'indagine non sorprende nessuno, a maggior ragione in un apese come gli Stati Uniti nel quale la privacy è argomento di riflessione e visioni contrastanti da tempo. Lo è anche perchè molto diverse e contrapposte sembrano essere le visioni di molti consumatori. Preoccupati da un lato e assolutamente noncuranti e disattenti nell'uso che fanno della tecnologia e di strumenti come WhatsApp, Instagram, Pinterest e Facebook.

La contraddittorietà del pensiero di molti consumatori americani sul tema della privacy non è di oggi. Dieci anni fa alcune indagini di mercato rilevavano ad esempio una ampia disponibilità a condividere informazioni personali in cambio di benefici tangibili per averlo fatto.

Oggi che la situazione sembra essere fuori controllo, la richiesta di benefici rimane ma è in diminuzione drastica la disponibilità alla condivisione.


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