
La pervasività della tecnologia è tale da plasmare il mondo intero e dall’impedire financo di immaginare che un’altra vita senza dispositivo o connessione sia possibile. Il fenomeno è globale e coinvolge tutte le classi di età e tutti gli stili di vita. Grazie ai dispositivi di cui sono dotati tutti vivono esperienze in un multiverso di universi paralleli, grazie ai mille display con cui interagiscono con la realtà, grazie alle loro mille funzioni e applicazioni. Tra essi i più coinvolti sono i cosiddetti screenager, cosumatori di tutte le età che rimangono connessi per tempi crescenti per poter fare uso di strumenti tecnologici che servono loro (nella loro percezione) per fare più velocemente e in tempo reale quello che devono o vogliono frae.
Gli screenager sono in aumento tra i teenager che mostrano una dipendenza crescente, mai così alta, dai loro dispositivi, in particolare quelli Mobile.
Il fenomeno è ben raccontato da innumerevoli indagini di mercato e statistiche da esse prodotte che raccontano quanto segue:
- Una persona su tre è disposta a rinunciare al sesso pur di non abbandonare il suo dispositivo al quale si collega 150 volte al giorno (ogni sei minuti di media) per gestire una media di 110 messaggi
- I bambini passano il doppio del loro tempo a videogiocare e connessi al loro dispositivo rispetto al tempo dedicato al gioco fuori casa
- Il tempo passato all’esterni da parte dei teenager del terzo millennio è inferiore a quello passato fuori di prigione dal carcerato medio
- L’età alla quale un bambino riceve il suo primo dispositivo continua a diminuire, ben al di sotto dei dieci anni
- Il 95% dei bambini ha oggi un dispositivo smartphone
- Il tempo che i teenager spendono davanti a uno schermo è di 11 al giorno
- Il 50% dei teenager sentono di essere diventati dipendenti dallo strumento tecnologico in loro possesso
- Per il 56% la non disponibilità di un dispositivo o la mancanza di connessione si traduce in ansia, senso di isolamento e solitudine, stati depressivi
- La frequentazione dei social network sta facendo aumentare la depressione creando una vera e propria impennata (+65%) dei suicidi tra le persone più giovani