
Il film Disconnect, in distribuzione nelle sale italiane, è un lungometraggio di Henry-Alex Rubin, un ex-documentarista che si è cimentato in un lungometraggio per raccontare una serie di storie intrecciate che vanno dalla saga familiare, al dramma, al thriller e al noir.
Il film ha buoni protagonisti, buona musica, buona sceneggiatura ma la sua qualità maggiore è di offrire uno sguardo interessato alla vita di persone che sono costantemente collegate ad internet e che abitano in pianta stabile i social network e altri luoghi abitati della rete ma che risultano essere molto disconnessi nelle loro vite reali.
La filosofia è ricerca della verità.
Tutti i personaggi, chi più chi meno, subiscono la violenza della rete e i loro rapporti umani ne escono violentati o fortemente condizionati. Internet viene raccontato come il luogo in cui si possono rubare identità e carte di credito in modo completamente anonimo e impunito, si esercitano violenze reali che possono portare al suicidio, si demoliscono personalità e psicologie di adolescenti e di adulti e si costruiscono rapporti interpersonali sfruttando debolezze e desideri nascosti delle persone.
L'argomento è di stringente attualità, come testimoniano l'accresciuta attenzione di studiosi e semplici abitanti della rete. E' un argomento non nuovo e che vede dialogare e confrontarsi i sostenitori di due visioni del mondo tecnologico e interconnesso tra loro diverse, quelli che intravedono una apocalissi prossima ventura e quelli che si integrano e decantano i vantaggi e le opportunità offerte dalla rete.
Il regista del film appartiene alla schiera, sempre più numerosa, di coloro che si schierano contro la disumanizzazione in atto causata dalle tecnologie e dall'uso che di esse viene fatto. A finire nel mirino di Rubin sono soprattutto i social network e le nuove pratiche e abitudini di chi li frequenta.
Il film può apparire sia come l'espressione di una visione conservatrice e anti-tecnologica sia come troppo legato ad un umanitarismo fatto di semplici e buone intenzioni. In realtà è un film che offre alcuni interessanti spunti di riflessione ed anche un finale meno apocalittico di quanto si possa immaginare.