
Il robot, denominato non a caso Fusion, è nato da un concept sviluppato durante un soggiorno di studio dell’ingegnere siriano Yamen Saraiji presso la Keio University Graduate School of Media Design giapponese. Fusion è un robot che può essere indossato come uno zaino e che fornisce a chi lo indossa due braccia e due mani addizionali, gestibili da remoto.
Dati, informazioni e buone pratiche di backup
Il robot può essere manovrato da un operatore che indossa un Oculus Rift per la Realtà Virtuale e attraverso i suoi controller Touch. Il robot indossabile oltre alle due braccia è dotato di una testa che sporge dalla testa di chi lo indossa ed è equipaggiata, al posto degli occhi, di due fotocamere capaci di intercettare i flussi di dati inviati dall’operatore attraverso la piattaforma Oculus Rift.
L’idea alla base della costruzione del robot è di fornire uno strumento per contesti che richiedono la collaborazione remota tra più persone, una collaborazione che passa anche attraverso lo scambio di istruzioni e che prevede l’interazione da remoto tra persone tra loro distanti e separate fisicamente. In pratica grazie a Fusion sarebbe possibile a due persone diverse di condividere lo stesso punto di vista con la capacità di riptodurlo anche in gesti e in azioni di movimento.
Le braccia sono manovrate dalla distanza attraverso Oculu Rift ma potrebbero essere governate anche da altri gadget tecnologici come braccialetti indossabili.
Fusion è l’evoluzione di un progetto precedente, sempre dell’ingegnere siriano, denominato MetaLimbs che prevedeva il controllo di braccia robotizzate attraverso il movimento dei piedi.